martedì 3 marzo 2009

Ricordi di Telecivitanova: La regina delle nevi (1)

Barbara

Il post di Amfortas mi ha fatto ripensare ai tempi in cui ero una bambina teledipendente, alla fine degli anni settanta, quando non c’era ancora mediaset e noi bimbi, per vedere i cartoni animati, dovevamo affidarci alle televisioni locali.

Qui dalle mie parti andavano forte ReteCapodistria e Telecivitanova, che metteva in onda una serie di film d’animazione (non giapponesi) che per anni sono rimasti solo nella mia memoria, tanto che a un certo punto mi sono chiesta: ma sono esistiti, o me li sono inventati?

E così tempo fa mi sono messa alla loro ricerca.

LA REGINA DELLE NEVI

Era uno dei miei preferiti.
Iniziava con un folletto dal nome strano (Ololequoia…Oloquoia …non riuscivo mai a capire bene…) che, grazie a due ombrelli magici riempiva il sonno dei bambini di bellissimi sogni.

Un ombrello era bianco e spruzzato di macchie colorate, l’altro era nero trapuntato di lune e stelle.

Il folletto li faceva ruotare e per magia ci trasportava in una città del nord, probabilmente in Olanda, dove facevamo la conoscenza con i due piccoli protagonisti: Kay e Gerda che trascorrevano le loro giornate giocando sulla terrazza tra le loro case, in mezzo ai vasi di rose.

Ma un brutto giorno Kay veniva rapito dalla Regina delle Nevi, che attraverso un frammento di ghiaccio congelava il suo cuore rendendolo incapace di qualsiasi bontà. Tutti davano Kay per morto, solo Gherda non si rassegnava alla sua scomparsa e intraprendeva un viaggio pieno di avventure verso le terre del Nord.

Incontrava strane vecchiette dentro giardini fatati, corvi parlanti, principi e principesse, briganti, cervi e tanti altri personaggi.

La storia rispettava fedelmente l’originale di Andersen, la cui lettura consiglio caldamente a chiunque da piccolo se la sia persa. L’unica grande differenza è che alla fine i fiocchi di neve non si trasformavano in bestie crudeli e gli angeli custodi non scendevano ad aiutare Gerda, ma per il resto siamo lì.

I disegni, le animazioni e le musiche erano stupendi e io per anni mi sono chiesta da che parte era saltato fuori quel cartone animato a me così caro.

Poi internet mi ha aiutato: si trattava di una realizzazione russa, regia di Lev Atamanov, anno 1957. Ho provato un fremito di orgoglio leggendo un articolo in cui Miyazaki, il mio regista preferito, dichiarava che Lev Atamanov era uno dei suoi ispiratori . "Tutto quadra!" mi sono detta.
Alla fine ho trovato su ibs un dvd in vendita, dal titolo “La regina delle nevi”, ma la copertina non era disegnata con quei bellissimi tratti che ricordavo, anzi era piuttosto dozzinale, però le indicazioni dicevano proprio “Lev Atamanov”. Sono stata per un po’ a chiedermi se fosse lo stesso film oppure no, e alla fine ho rischiato e l’ho preso. Era proprio lui.


9 commenti:

Ermione ha detto...

Barbara!! Non sai che piacere mi ha fatto leggere questo tuo post...mi ha rimandato ai tempi dell'infanzia, alla cosa più bella che io avessi mai visto. Disegni eleganti e morbidi, storia affascinante e misteriosa, che mi rapì e mi fece fantasticare per giorni e notti. Che meraviglia. Ora me lo ricercherò anche io su internet. E grazie.

Anonimo ha detto...

Questi erano cartoni animati... Indimenticabili. Miyazaki è un grande e anche io lo amo molto.

Un abbraccio,
Giulia

Barbara Cerquetti ha detto...

Arfasatto: prego, sono contenta che anche altre bambine di allora se lo ricordino :-)

Giulia: quando avrò più tempo mi piacerebbe scrivere qualche post anche su di lui. Io sono sua fan da sempre, nel prossimo post-telecivitanova vorrei parlarne

Anonimo ha detto...

Mi sa che glielo prendo alla mia Juliettina, sembra mille volte meglio di teletubbies e charlotte aux fraises!!!

Solimano ha detto...

L'idea del fil rouge l'ho sempre sostenuta: si può parlare di tutto con più facilità se si ha un porticciolo da cui parte la barca.
E quindi ben venga l'imprevista Telecivitanova.
Il tuo post, Barbara, mi ha fatto riflettere su quello a cui ho pensato leggendo il post di Annarita sul film Inkheart: che le favole si somigliano tutte. Ci sono le traversie, il cattivaccio (o la cattivaccia), alla fine il bene (e l'amore) trionfa. Difatti, sembra che nel mondo esistano seicento versioni diverse di Cenerentola. Le favole nascono orali, poi diventano libri, vanno in TV, al cinema etc etc.
Sto dicendo cose risapute, ma mi sono accorto di cosa curiosa: che non è stato sempre così. La vera e grande civiltà di cui siamo figli (anche se qualcuno vorrebbe che ce lo scordassimo) è la civiltà ellenica, alla cui radice, come causa scatenante, c'è una formidabile esplosione mitologica, in cui le favole non sono tutte uguali (come nelle favole a cui ci siamo abituati noi moderni) ma diversissime. E quindi ho fortunamente ritrovato la benemerita Garzantina dedicata alla Mitologia, 852 pagine (sob!) e ogni tanto apro il libro a caso.
Tutto per dire che ho trovato un altro mio fil rouge oltre Alla ricerca dell'arte perduta e L'amour est un oiseau rebelle.
Devo solo trovargli un nome che mi convinca, ma i temi (spesso attualissimi), quanti sono!
Aggiungo che il po' di fantasia che mi ritrovo la devo sicuramente alla mia passione precocissima (avevo meno di dieci anni) proprio per la mitologia. Penso che ne scoprirò delle belle...

grazie Barbara e saludos
Solimano

Barbara Cerquetti ha detto...

Sono d'accordo: le favole sono tutte uguali.
Ma quelle che ci piacevano da piccoli sono le più belle.

Anonimo ha detto...

Posso esibirmi in un commento OT?
Mi ricordo benissimo di TeleCapodistria, ma non per i cartoni, ma per il basket.
Ho visto tanti campioni che poi hanno giocato in Italia: Dalipagic, Solman, Delibasic, Cosic...

Solimano ha detto...

Il basket a TeleCapodistria!!!
Amfortas, te ne sei scordati: Flecas, Jerkov, Kicanovic... e sento che me ne scordo anch'io. Talenti naturali, elegantissimi persino i pivot, ognuno col suo grano particolare di follia.
Tutte le domeniche pomeriggio andavo al Palasport di Bologna a vedere la mia Virtus: Lombardi e Cosmelli, do you know? e nelle altre squadre Marzorati, Recalcati, Vittori. E Maggetti, piccolissimo (per i metri del basket) che cominciò una partita tirando a canestro a tre passi dal centro campo, e tutti Huuuuhhhh!!! perché la palla era entrata. Andò avanti quaranta minuti a fare così.

saludos
Solimano

Mauro ha detto...

Ciao a tutti, vi ricordate quel cartone trasmesso su telecivitanova dove c'era un pezzo in cui vi erano dei draghi che sputavano palle di fuoco?!?