martedì 24 marzo 2009

[Circo]Stanze e latitanze

Stefania


Mi aggiro per queste Stanze, vi leggo sempre e mi dispiace esserci così poco, tanto da "essere un mistero" (il mistero che non sono). Non abbiamo l'età per le giustificazioni accompagnati dai genitori, anche perché al massimo dovrei essere scortata dai miei figli e tirarmi al seguito il cestone dei panni da stirare... e tuttavia gli outing di questi giorni mi hanno fatto sorridere e mi hanno scaldato il cuore, innescando tutta una serie di riflessioni che porto avanti in realtà dal 2003, anno in cui ho aperto il mio primo blog.

Era un blog "personale", seguito appena un anno dopo da quello che avrei voluto fosse la mia tana definitiva, ovvero un blog di libri – di amore e passione per i libri. In realtà il blog personale ha cambiato cinque indirizzi e tre piattaforme e resta nel suo cantuccio, mentre Squilibri sonnecchia ben al di sotto delle sue potenzialità e dei suoi desideri, ma me lo faccio bastare: ho imparato a mie spese a rispondere con la calma all'incalzare degli eventi, ché ognuno di noi sa cosa siano le esigenze della famiglia, i piccoli e grandi problemi di salute, la persona anziana da accudire, le intemperanze scolastiche della prole, le rogne d'ufficio, le trasferte e le assenze, il non poter contare che sulle proprie forze e il fare – ogni tanto – persino cattivi pensieri.

Chi è mamma può capire cosa significhino la quotidianità (assai poco virtuale) e il lusso di strappare brandelli di tempo per sé; chi è mamma e lavoratrice potrà addirittura avere uno slancio di solidarietà, e questo mi conforta: come mi è già capitato di pensare, per fare la blogger ci vuole un fisico bestiale.

Però questa dimensione misurabile sulla distanza e sul potere della sola parola mi ha sempre fatto sentire combattuta: non ci credo, non credo allo scollamento dalla vita "reale" e per questo mi sono sempre comportata come avessi "di fronte" persone e non avatar o nicknames, io stessa offrendo di me alcunché di "misterioso": nome, cognome, luoghi, circostanze e umori verificabili, emozioni, modi e slanci diretti e spontanei. Contatti. Ho incontrato molte persone, in questi anni, tra coloro i quali hanno condiviso con me parole pubbliche e private; è stata sempre un'esperienza straordinaria, e lo dico forse con un candore eccessivo. Non avevo altre aspettative che quelle che avevo fiutato in precedenza, tutto il resto è stato sempre una sorpresa, nel bene e nel male; perché qualche volta l'incontro – da parte di chi vive il web e la propria identità in modo dissociato dalla realtà – si è trasformato in commiato, e confesso che la cosa mi ha fatto soffrire non poco. Convinta come sono che le parole coincidano con le persone, spesso, quasi sempre, tranne che in alcuni casi – evidentemente. Odio le maschere, e non venite a dirmi che sono necessarie perché sostenute da una folta letteratura. E mi avvilisce la disattenzione che i blog – la velocità e il grande movimento da essi prodotto – alimentano: mi toccherà persino tirare le orecchie a Remo, dal cui post odierno apprendo di non essere una editor ma di aver lavorato con i libri veri (e dovrò chiedere al mio Capo se per caso mi ha licenziato a mia insaputa). :)

Il più delle volte, però, di questi incontri conservo un filo più robusto di prima e una sensazione di felicità che assomiglia a quella canzone di Gino Paoli: per coprirti se avrai freddo. Zena, l'ultima persona che in ordine di tempo ho incontrato (la scorsa estate) non posso che portarla sempre con me, nella tasca più vicina al cuore.

Nella stanza del post di Annarita, il 19 marzo scorso, avevo lasciato un commento; alla fine vi chiedevo: a quando un caffè?


[Dalla spiaggia sotto casa, nel frattempo, vi mandiamo un saluto e vi vogliamo bene]


26 commenti:

Anonimo ha detto...

Bè io non ti conoscevo Stafania. Questo post mi è piaciuto molto. E' vero ci vuole un fisico bestiale per tutto, per una donna con famiglia poi...
Spero di rileggerti impegni permettendo. Noi siamo qui che ti aspettiamo. Caffè? Volentieri.

p.s.Zena è una persona speciale. Un saluto a lei.

Anonimo ha detto...

Dimenticavo: la foto mi piace molto:)

Anonimo ha detto...

Stafania scusa. Ma che mare è quello dietro di voi?

Anonimo ha detto...

Grazie, Silvia, della compagnia e delle parole.
Il mare è l'Adriatico, la spiaggia – a Bari – è a due passi dall'area famigerata di Punta Perotti (ecomostro colpito e affondato tre anni fa).

Resistiamo! (parola magica)
:)

Anonimo ha detto...

La Puglia... Molta nostalgia. A parte il mare bellissimo, l'unico che non mi ha fatto rimpiangere la Sardegna, io della Puglia ho stampati negli occhi i colori degli ulivi e della terra, rossa. Baciata dal sole, a sprazzi, di prima mattina è una delle più belle immagini che conservo.
Un bacetto ai bimbi:)Come si chiamano?

Habanera ha detto...

Cara, cara, cara Stefania!
Sei esattamente come ti immaginavo eppure (mea culpa!) sono stata proprio io a dire che sei un mistero per tutti.
Non lo eri per me, eppure non ho osato fare un tuo ritratto immaginario.
Ora so che avrei potuto farlo senza sbagliare.
Quegli occhi mediterranei, profondi e intelligenti, li conoscevo già molto prima di vederli in questa bellissima foto.
Non so cosa intendi esattamente per scollamento dalla vita reale, non credo di avvertirlo quando sono in rete.
Non indosso maschere e parto dal presupposto che non lo facciano gli altri.
Con alcuni c'è maggiore empatia e non credo che sarei delusa vedendoli di persona. Con altri, nonostante la buona volontà, non riesco a sentirmi a mio agio e penso che da vicino le cose non potrebbero che peggiorare.
Non è attraverso i post che si conoscono le persone ma attraverso i commenti ed è lì che ho scoperto come sei.
Cosa penso di te lo sai, cosa pensiamo l'una dell'altra lo sappiamo.
Ora posso anche riscaldarmi con il sorriso tuo e dei tuoi adorabili scugnizzi.

Anche noi vi vogliamo bene
H.

Anonimo ha detto...

“Ognuno ha l’infinito che si merita”, diceva Gaber, ma alla terra è concesso un solo orizzonte. E qui, cara Silvia l'orizzonte è tracciato da un cordone di ulivi, e da pianure sulle quali, come scriveva il poeta mio concittadino Vittorio Bodini, “non passa un sogno”, e i sostantivi, i verbi, i pensieri vanno a sfaldarsi sulle pietre e sulla terra. Rossa come quella che ricordi tu. Posso fare un piccolo regalo alla tua nostalgia?

p.s. I due mariuoli si chiamano Martina e Francesco. :)

Habanera!
Nessuna culpa, ho preso spunto dal "mistero" – che non sono – per riaffacciarmi, perché mi dispiace dare di me un'immagine e un'impressione che non mi assomiglino. E quelle considerazioni su maschere e "scollamenti" riguardano bloggers e incontri del passato. Nessuno di voi. Non ho bisogno di infallibili guru dalla pontificazione facile, di paletti, steccati e distanze, ho bisogno di rapportarmi ad esistenze "straordinarie" nel loro essere "ordinariamente" investite da tutte le gioie e tutti i dolori del mondo. Lì gli argomenti e le coincidenze sono inesauribili, gli incontri confortevoli: ogni ospite di queste Stanze, chi più chi meno, ha ai miei occhi contorni più definiti e "familiari" di quanto non sembri.
Habanera cara, contavo da tempo su di te e non mi sono sbagliata. :)

Anonimo ha detto...

Allora devono essere sostantivi, verbi e pensieri particolarmente belli.
I sogni sì, anche quelli. Non passeranno, ma illuminano ogni zolla.
Grazie, la foto è bellissima:)ho ricordi molto, molto cari.

Barbara Cerquetti ha detto...

Che belli che siete, avete lo stesso sorriso!

Concordo pienamente su:
-ci vuole un fisico bestiale per fare la blogger
-ancora di più se sei una mamma che lavora
-niente misteri
-la Puglia è bellissima

Per il caffè però la vedo dura :-(
Magari intanto ce lo mandiamo via facebook...

Anonimo ha detto...

Sapessi come ti capisco. In questo periodo le settimane trascorrono senza che abbia il tempo di fermarmi per scrivere due righe. Le lavatrici si (e mi) rincorrono, l'aspirapolvere non vuol essere trascurato (tre gatti), le pratiche amministrative si accumulano, e poi l'organizzazione dei prossimi mesi (due mesi e mezzo in sardegna)e poi il lavoro in farmacia, le formazioni e soprattutto la scrittura su "carta" che mi sono legittimata a coltivare dopo anni di sensi di colpa e che trascuro invece per scrivere sul blog.
Perché il blog (e così i lettori, o l'immagine dei lettori per chi scrive)ha una sorta di ricatto intrinseco anche se involontario. Il lettore ti aspetta, si spazientisce, e poi se ne va, in tempi molto più rapidi rispetto a quelli della carta stampata.
Insomma come ogni altra relazione, quella fra blogger, i post, e la bloggosfera è quantomeno complessa.
La calma, come dici tu, e poi anche ricordare, ogni tanto, come le preghiere che recitavo da bambina, quali sono le priorità, questo mi sembra un modo di dare senso a quello che viviamo. Se chi è dall'altra parte rispetta i tuoi tempi e prende ciò che puoi o vuoi offrire senza chiedere di più, allora tutto va bene.
Piacere di conoscerti!

Anonimo ha detto...

Mi pare di intuire, dal post e dai commenti, che se c'è una cosa che ci unisce davvero, beh, quella è la mancanza di tempo.
Ora ho capito perché le stanze sono all'aria, chi ce la fa a riassettare?
(riesco a lasciare anche commenti più insipienti di questo, se m'impegno eh? La genialità ha smarrito la via di casa mia)
Ciao :-)

Habanera ha detto...

Che strana coincidenza, Silvia. Proprio sulla Puglia, sulla tua Puglia, si è concentrata la mia attenzione qualche giorno fa.
Se passi da me domani capirai.

Un abbraccio a te e alla pugliese d'adozione (Stefania vive a Bari ma è napoletana).
H.

Anonimo ha detto...

Cara Stefania, spero che tu abbia capito da tempo quanto mi sia sempre sentita bene con te, attraverso le parole che ho letto nel tuo blog e che chiaramente mi hanno fatto capire che persona sei.
Quasi quasi ce la facevo a conoscerti, quando sono andata a Lecce, ma purtoppo contrattempi non me l'hanno permesso. Io mi sono un po' disaffezionata al blog (al mio personale in particolare) per la fretta che imprime e per i rapporti che instaura. Mi sono riufugiata qui perchè lo sento come un posto di persone vere e con cui lo scambio diventa sempre più bello. Ma nulla può sostituire un rapporto nella realtà. Per questo vorrei davvero prendere un caffè con tutti voi. Se ci parlassimo un giorno tutto acquisterebbe un colore diverso anche continuare a scrivere per gente che non conosciamo... farsi un po' di compagnia in questo mondo che corre, corre è un grande valore.
Ti abbraccio
Giulia

Ermione ha detto...

Ola Stefania. Non so immaginare foto più bella di quella con il mare alle spalle. Mai stata in Puglia, quest'anno dovrei andarci, dicono sia bellissima.
Le cose che dici mi piacciono, non so se le condivido in pieno; o forse, meglio, non so se sono capace di mostrarmi "come sono", senza nick, avatar, cose non dette. Io ho sempre un po' di diffidenza; ma poi la mia esperienza reale è stata sempre positiva, nel momento in cui ho conosciuto dal vero persone incontrate in rete. Fortuna? Intuito? Sesto senso? Chi lo sa.
Ogni tanto -anche per me il tempo è poco, acc- guardo Squilibri, ma mi ci perdo un po'; fitto, interessante, denso. Hai anche un tuo blog personale? Casomai dimmi dicci qual è.
I tuoi figli sono bellissimi e mi sembra che la Martina sia la tua fotocopia. Anche tu sei una bella tipa.
Elena

Solimano ha detto...

Stefania, un caffè sarebbe gradito, io ne sono un buon consumatore. Nè ci sarebbero sorprese nell'incontrarci, mi sono fatto un buon naso in rete e più o meno capisco la grana delle persone, al di là dei nickname.
Io avrei in mente un'altra modalità, che purtroppo non faremo, dicendo convintamente tutti che non abbiamo tempo.
Due giorni passati insieme, molto seri e molto allegri, perché, a mio avviso, questa opportunità di Stanze all'aria ne varrebbe largamente la spesa. Non è solo un rifugio, come dice Giulia, è ben altro e può essere molto di più. Tranquillamente (non faziosamente) dico che di posti così ce n'è bisogno.
Ma non si farà, non perché si è deciso di non farla, ma perché il chiodo della ragionevole continuità, di cui ho scritto alcune volte è evidentemente un chiodo spuntato. Ognuno avrà i suoi motivi e le sue priorità, anch'io ho le mie: ne avrei di cose da fare a prescindere dalla rete! Impegnative e gradevoli.
Ma mi do da fare perché al personalismo comunitario, alla convivialità, alla conversazione dialettico/empatica io ci credo: oggi servirebbe come il pane.
Mi tengo pronto per il secondo scenario: dilettarmi per conto mio sistemando, correggemdo, aggiungendo, rifacendo, I Bei Momenti e le caste Susanne. E la Civiltà degli Scherzi e Vino rosso e caldarroste... Saprei anche fare in modo che arrivino buone visite.
Peccato però, ma che farci? Converserò nella vita reale, visto che nella virtuale è così difficile.

grazie Stefania, qui sei sempre la benvenuta
Solimano

Anonimo ha detto...

Uh oh! C'è un po' di corrispondenza (in senso propriamente etimologico) da smaltire...
Silvia, io mi emoziono sempre quando sento parlare (con emozione) dei miei luoghi da qualcuno che pugliese non è. Quella della foto linkata è la costa lambita dal mare di Cozze, pochi chilometri a sud di Bari, verso Polignano. :)

E grazie, Barbara di questa corrispondenza solidale... Per il caffè non dispero (mi sposto diverse volte nel corso dell'anno e Facebook non mi avrà). :)))

Sabrina, hai detto meglio di quanto avrei potuto: la calma, le priorità, dare senso, offrire ciò che è nelle proprie possibilità. Ecco perché il ricatto (involontario) del blog vince sempre, ed ecco perché è importante innaffiare ciò che esiste al di là dei post.
Il piacere, neanche a dirlo, è ricambiato di cuore. :)

Amfortas, adoro ridere e mi piace l'idea di una genialità smarrita che vaga stordita tra queste Stanze in disordine sparso. No, non è che non abbiamo tempo: semplicemente ognuno di noi ha dato la serata libera ad Ambrogio all'insaputa dell'altro. :)

Habanera, in effetti sono napòlide come lo era mio padre e come direbbe Erri De Luca, e apula come la scimmia proverbiale e per parte di madre. :)

Giulia, ça va sans dire. Le occasioni di scambio (anche privato) di pensieri che abbiamo avuto sono per me preziose, e ti sono ancora debitrice di una mail iniziata e mai spedita che ho buttato giù la sera che ho letto quel tuo post. Quello in cui ho percepito la disaffezione di cui parli a modi e tempi che io stessa ho rimesso in discussione rispetto all'entusiasmo della prima ora. Ciò che cerco non è tanto un rifugio ma proprio il filo che si fa intreccio e trama. Dove la parola spiani la strada ad un rapportarsi concreto e ad una prossimità che in barba alle distanze offra un'opportunità da non perdere. Il monitor si oscura con un clic, le esistenze no: te le porti dietro ovunque, ci metti di tuo, non ti sottrai come il "virtuale" spesso consente.
Resto dalla parte dei caffè, prima o poi, ovunque sia.
Un abbraccio a te.

Elena, mi spiego: non ho problemi a chiamarti per nome o per nick, né posso pretendere di entrare nella tua vita "così". :) Sono un po' "scottata" solo dalla mancata corrispondenza tra fuochi d'artificio di parole incantevoli e incapacità "de visu" di sostenere lo sguardo e la propria "nudità" così facilmente ostentata da dietro un monitor. Ma a parte ciò, l'esperienza del blog in questi ultimi anni mi ha portato una ricchezza umana impensabile e inattesa. Dove i libri di Squilibri sono solo il pretesto messo su alla bell'e meglio per fiutare l'affinità, perché abbiamo il diritto di sceglierci l'interlocutore più prossimo alle nostre emozioni e ai nostri alfabeti. Capisco la necessità di ripararsi dietro un avatar (tutti lo abbiamo), l'importante è sentire che le difese si allentano quando accanto alla necessità di "difendersi" fa capolino il bisogno di "farsi compagnia" (come dice Giulia). Dev'essere duro sostenere una parte a oltranza, allargare il solco tra sé e i lettori invece di colmarlo, parlare da soli insomma, lasciando intendere di poter fare a meno dei propri simili. Eppure ce ne sono, ma non hanno la mia simpatia.
E se vieni in Puglia, naturalmente ci sono. :)

Messer Solimano, per un caffè in tua compagnia faccio a meno di Ambrogio e riassetto da me le Stanze all'uopo. Ne consumo tanto e con tantissimo gusto; il consorte mi ha appena dotata di macchinetta Nespresso e capsule assortite in luogo della obsoleta Gaggia, e se devo lamentarmi di qualcosa è solo perché nella scatola di George Clooney neanche l'ombra, neppure una fotografia! Ti prego di non escludere a priori la possibilità di una due giorni, cosa che in passato, quando facevo parte di un blog collettivo su altra piattaforma, ho sperimentato con successo. Eravamo un gruppo di 8-9 persone da Pordenone a Catania, ci siamo incontrati due volte l'anno tra 2003 e 2005, preferibilmente a metà strada, ma io sono arrivata anche a Bologna e a Milano. Dunque... Questo per dirti la mia disponibilità, perché sono convinta che per le Stanze – dopo la penna – ne valga la pena. :)

Barbara Cerquetti ha detto...

Ehi! Ho fatto un mezzo calcolo, la metà strada, nel nostro caso, sarebbe più o meno...vediamo...sì, credo all'incirca... Civitanova Marche o giù di lì :-D

Anonimo ha detto...

Affare fatto. :)
La zona di Civitanova Marche è stata meta di molti miei weekend (quattro ore di autostrada e passa la paura).

Anonimo ha detto...

Ah dimenticavo, belli e dolci i tuoi fancilli, saluta anche loro.

Anch'io voglio venire...:) Giulia

Anonimo ha detto...

Grazie Haba del bell'omaggio che mi hai fatto:)* Rileggendolo ho riso anch'io.
Stefania sono contenta che ti sia piaciuto.
Buona giornata a tutti.

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Stefania ha detto...

Giulia, e vorrei vedere!
Così, su due piedi, mi viene in mente: inquilini di Stanze che presentano istanze per scorciar le distanze...

:)

Silvia, ti rinnovo i miei complimenti (e immaginando nuovamente le protagoniste, mi vien da sorridere di nuovo).

Anonimo ha detto...

Grazie Stè:) Hai il nome di una mia carissima amica a cui voglio molto bene.

Ho letto di fretta con una gamba giù e una sù. Civitanova va benone, adesso poi che c'è la bella stagione è un gioco da ragazzi.
Perchè no?:)

zena ha detto...

Occorre sempre l'ultima, vero?
Eccola qui, eccola qui :)
Ma come, manco una manciatina di giorni e vi trovo tutti vis à vis :)
Troppo bello.
Sì, a questo punto occorre un caffé....
Anche le Marche vanno bene:)

Stefania, grazie per il taschino ospite :) Abiti in quei paraggi anche tu.
Saluti grandi a Silvia, ad Haba, a Giulia, a Roby, ... a tutti voi.
zena

A presto,anche qui.

annarita ha detto...

Ci vuole proprio un fisico bestiale per tutto, cara Stefania non più misteriosa, quoto appieno Silvia. E complimenti per i bellissimi e tenerissimi cuccioli. L'idea del caffé è allettante :-)

Roby ha detto...

Stefania, sono notisima tra amici e parenti per arrivare sempre PUNTUALMENTE IN RITARDO.... Mi perdoni se sono l'ultima a dirti che sei splendida, come pure i tuoi ragazzi???? Dài, su, sii buona... in fondo, questo post è solo di SEI giorni fa...!!!!

Baciottissimi

Roby