martedì 24 febbraio 2009

Ultimo giorno di Carnevale

Annarita

Veramente non mi ero neppure accorta che fosse cominciato...
Alla mia età certe cose passano in sordina.
Però stamani ci hanno pensato i bambini e le maestre a ricordarmelo.
Il giardino della scuola era una bolgia allegra e innocua di mascherine che si rincorrevano tra gli alberi.
Pirati e Principesse, Fantasmi e Power Rangers, Tartarughe Ninja e Cappuccetti Rossi, Maghi e Streghe.
Persino le maestre, vezzose regine o buffi pagliacci.
E la rumorosa irruzione in ufficio, tra scimitarre, bacchette magiche e pistole che sparano fiori, in una sarabanda allegra che per un momento mi ha fatto venir voglia di buttare all'aria le scartoffie come fossero coriandoli.
E mi sono ricordata di un lontano carnevale con una bambina in un modesto costume che voleva essere da damina del Settecento.
Avevo fatto persino i capricci per quel travestimento, io che di solito ero un pezzo di pane.
Il guaio era che avevo visto una ragazzina del vicinato con un superbo costume da zarina, o roba del genere, e con tanto di slitta. Una cosa fiabesca.
Con sano pragmatismo mia madre aveva liquidato la questione in poche parole. I so' gent g'han i dané. Ma mio padre non se l'era sentita di darmi quella delusione e mi aveva accontentata con un costume dei grandi magazzini. Che in quel momento a me sembrò comunque bellissimo.
Quella fu l'unica volta in cui mi mascherai, ma rammento che comprai il costume di canevale ogni anno ai miei figli, anche se loro non erano particolarmente appassionati e lo usavano solo per la festicciola scolastica.
Credo di aver compensato così il desiderio che ho avuto per anni di travestirmi e confesso che una bella mascherata a Venezia mi piacerebbe proprio.
Poi ritorno in me e mi dico che in fondo ci mascheriamo tutti i giorni, o più o meno volutamente, e che il vero travisamento sta nel mostrarsi così come si è, con grande sprezzo del pericolo. E del ridicolo.
Riponiamo i coriandoli e pensiamo alla cenere. Il calendario ci dice che comincia la quaresima, ma non vi è venuto il sospetto che sia già cominciata da un pezzo?

7 commenti:

Roby ha detto...

Annarita cara, mi hai fatto ricordare una festa di carnevale di tanti (40? 41? 42? mah!!!) anni fa: mia sorella vestita da Fata Turchina, delicata e vezzosa con tanto di cappello a punta e bacchetta magica... io, controcorrente al massimo, mascherata da Zorro, spada compresa!!!! Devo avere la foto, da qualche parte. Rigorosamente in bianco e nero!

Coriandoli e stelle filanti a tutti

Roby

Barbara Cerquetti ha detto...

Quest'anno ero un po' in difficoltà per il carnevale.
Non ero convinta di portare mia figlia all'asilo quel giorno, un po' perchè l'anno scorso era scoppiata a piangere impaurita, un po' perchè neanche noi siamo "gent g'han i danè" e 35 euro minimo per un vestito da mettere una sola volta mi sembravano troppi... Oltretutto la piccola diceva " non la vojo la macchera, non la vojo...".
Alla fine l'ho lasciata in tuta e ce l'ho portata lo stesso, con una mascherina da gatto che teneva in mano ("no su la faccia, mamma!")e intanto mi crogiolavo nei sensi di colpa tipo: - Chissà se avrà uno shock a non essere mascherata? Sicuramente sì, e le conseguenze e i sensi di inferiorità si protrarranno per tutta la vita, e sarà tutta colpa mia, solo colpa mia. Sono una madre snaturata, o mia pargola perdonami...

Solo che quando siamo arrivate all'asilo ci siamo accorte che c'erano tanti altri bambini non mascherati (tempo di crisi per tutti ahimè)e quando sono andata a riprenderla mi ha raccontato di essersi divertita tantissimo.
-Da cosa erano mascherati i tuoi amichetti?
-Boh! C'erano le sfrappe! (sfrappe= dolce tradizionale fritto con una montagna di zucchero a velo sopra, yum yum)

Anonimo ha detto...

Io ricordo una volta che avevamo fatto un afesta mascherata, adulti e bambini, io vestita da pagliaccio. E' stat una cosa bellissima perchè ci siamo divertiti tutti insieme, e la maschera aiutava paradossalemnete ad esser più noi stessi.
I bambini, come dice Silvia, si divertono con cose semplici, ma è il nostro mondo che a volte li ingabbia e li fa sentire inadeguati, come inadeguati quelli che non hanno i soldi per...
Un abbracci,
Giulia

Anonimo ha detto...

Mi hai fatto tornare alla mente una cosa che postai circa due anni fa...



Eppure l'altro giorno in colonna ad uno degli ultimi semafori rimasti,
pensavo ad una bimba davanti all'entrata dell'asilo il giorno di carnevale di moltissimi anni fa.

Pensavo al sorriso tirato di un padre, che non poteva permettersi di comprarle un abito per la festa.
Pensavo ai loro sguardi, così presumibilmente lontani, invece così intimamente complici fatti di comprensione
e di inadeguatezza.
Pensavo a questa bambina, affiancata alla Dama Pompadour, a Zorro, a Toro Seduto, alla Fatina di Pinocchio, salire le scale con la sua mascherina e la trombetta, che sperava che quel giorno finisse il più presto possibile.
Pensavo alla gioia estrema, di quando un'ora dopo, in aula, rientrava questo padre con una grande scatola bianca, con dentro il più bel vestito da fata cucito nella storia: azzurro pieno di stelle, con un cappello meraviglioso,con la bacchetta magica che racchiudeva tutti i sogni.

Questo padre era il mio.

Non ricordo quando ha fatto le valigie ed è uscito dalla nostra vita, lasciandomi con mia madre a crescere e a scannarci in conflitti bastardi.
Non ricordo le lunghe attese e la speranza di sentirlo anche solo per telefono il giorno
del mio compleanno o a Natale. Non provo rancore nei suoi confronti, se mi sono resa conto negli anni, di averlo sempre cercato negli uomini che ho avuto, ritrovandomi ovviamente sola.
Ricordo un vestitino da fata pieno di stelle, con la bacchetta magica, e la voglia di ricominciare. La voglia di stringersi senza avere paura che possa fare troppo male, senza cercare di capire cose che ormai non servono più.
Ha bisogno di me, ed io d'azzurro vestita gli starò vicino come è giusto che sia.


Non ci sono stati altri compleanni nella mia vita, ma credo che questo sia bastato.
Buona giornata:)

Solimano ha detto...

Carnevale o non Carnevale, a me mettermi in maschera o in costume è sempre piaciuto. Il costume più bello lo devo ad un innamoramento.
A Palinuro, si era innamorato di me l'animatore del villaggio turistico, un cinquantenne timido. Non era ricambiato, perché non per merito ma come dato di fatto di nascita io sono etero. C'era la grande festa in costume, e l'animatore mi bardò da Enrico VIII e mia moglie ebbe il costume da Anna Bolena. Un succeso clamoroso, il giorno dopo sulla spiaggia, tutti mi dicevano che stavo meglio come Enrico VIII. A mia moglie non dissero niente perché stava decisamente meglio sulla spiaggia.
Mi è rimasta, questa passione. Mi piacerebbe andare in giro per Monza vestito come il cavaliere sorridente di Hals (difatti l'ho messo nel Profilo Utente), oppure come un cardinalone del Rinascimento, molto pratico e poco mistico, oppure un moschettiere, mezzo Aramis mezzo Porthos, niente Athos. Ma qui a Monza direbbero che sono arrivati gli extra terrestri...

grazie Annarita e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Ieri ho portato Juliette allo square e ho visto dei bambini con la faccia dipinta da gatto o da clown: mi sono domandata se era per il carnevale che qui non è festeggiato in maniera particolare...io adoravo vestirmi a maschera ma i miei genitori non si sono mai potuti permettere di comprarmi un vestito a parte quello di biancaneve che ho portato per almeno tre o quattro anni, dai sei in su. All'inizio era enorme e poi è diventato minuscolo e mia madre mi truccava gli occhi come una megera e mi disegnava due grossi nei sulle guance, che detestavo: insomma, più la matrigna che biancaneve.
Una volta mi sono mascherata da cinese. Un'amica mi ha prestato il suo chimono dello judo e una vicina di casa mi ha truccato in un modo stupefacente: del cerone bianco e poi gli occhi e le labbra completamente ridisegnati. Alla festa della scuola nessuno mi riconosceva anche se non portavo maschere e quando dicevo chi ero, nemmeno allora riuscivano a vedermi sotto a qual cerone. Che divertimento!!!

La volta in cui mi sono sentita bella è stata per il carnevale dei miei 18 anni. Una gonna nera ai piedi, un po' svasata, il busto ortopedico di mia madre rivestito di stoffa turchese brillante (una vecchia mantovana) una camicetta bianca di pizzo prestata da una zia e al collo, fermato da un nastrino nero di raso, un cameo.
Non mi sembra d'aver fatto un grande effetto sui ragazzi ma io mi vedevo bella, tanto più bella del solito che non capivo come gli altri non lo notassero. Ancora ricordo con tenerezza quella sensazione...

mazapegul ha detto...

Il Carnevale dovrebbe essere il mondo alla rovescia, coi ricchi vestiti di stracci e i poveri bardati a festa, almeno per quel giorno. La tua amica ricca e riccamente vestita, Annarita, ha un pò tradito la festa. E anche Roby, diciamo la verità, che un'aria da Zorro ce l'ha sempre (le mancano i baffi, ma con un pò di trucco...).