venerdì 27 febbraio 2009

L'Università spiegata alla mamma

Roby

Superato più o meno facilmente lo scoglio dell'esame di maturità, quando la mi' figliola espresse il desiderio di "provare ad iscriversi" all'Università (Facoltà di lingue) il cuore mi si aprì finalmente alla speranza: vuoi vedere -pensai- che alla fin fine qualcosa dei cromosomi materni è passato -Deo gratias- nel DNA della suddetta, spingendola a coltivare il Sapere con la S maiuscola, e non più soltanto le pagine sportive della Gazzetta relative alle prodezze di Kakà, o i siti internet dedicati alla biografia non autorizzata di Marco Carta, insigne esponente del bel canto all'italiana, vincitore di Amici-di-maria-de-filippi nel 2008 nonchè del recentissimo Sanremo???
Ricordavo ancora con commozione gli usi e costumi universitari dei miei tempi, nell'ultimo quarto del secolo scorso, quando ci si dibatteva tra esami liberalizzati, seminari, dispense, piani di studio, domanda di tesi, colloqui con i docenti, appelli in prima e seconda sessione.... Le fotocopie , all'epoca, rappresentavano un'applicazione semisconosciuta delle più avanzate tecnologie: erano realizzate su carta grigia, translucida, maleodorante, e in pochissimo tempo evaporavano, lasciandoti in mano fogli popolati soltanto da spettrali larve di lettere...
E' bastato poco, tuttavia, per farmi capire che il mondo -e il modo- dell'Università odierna è ormai estraneo a quello (bello o brutto che fosse) a me familiare. I corsi di studio vengono definiti "semestrali", ma durano sì e no quattro mesi. Gli orari si accavallano in maniera paurosa, obbligando gli studenti a veri e propri slalom tra corridoi, scale e ascensori per raggiungere in tempo l'aula giusta. Alcune lezioni si svolgono tra le 13 e le 15, senza soluzione di continuità, per cui presumo i ragazzi siano costretti a masticare velocemente un panino davanti al docente che spiega (e che magari fa lo stesso, scrivendo contemporaneamente alla lavagna le forme difettive di to be e to do). Durante lo pseudo-semestre si tengono ripetuti pseudo-esami scritti di lingua, fonetica, grammatica, inglese cockney, slang afro-americano, dialetti dell'Alta Normandia e francese colloquiale parlato da Carlà e Sarkò pendant le petit dejeuner...
...ma se poi chiedo alla pargola che voti ha sul libretto, alza le spalle con aria di compatimento e risponde con impazienza: "Mamma, a maggio abbiamo gli orali, e solo allora ci daranno il voto, facendo la media!"
Mi guarda, vecchio fossile paleozoico estinto, e sbuffa insolente: "Certo che tu, quanto ad elasticità mentale, zero... Come avrai fatto a laurearti, ai tuoi tempi, è proprio un mistero!"

6 commenti:

Anonimo ha detto...

L'abbiamo pensato in molti, dei nostri genitori, salvo ravvederci quando la saggezza comincia timida a fare capolino... in bocca al lupo Roby! (la mia ne ha ancora di strada da fare...)

e povera università italiana.

mazapegul ha detto...

Roby, prova ad affrontare la pargola vestita da Zorro! L'importante e' che la spada sia pungente.

Solimano ha detto...

Roby, vuoi troppo che tua figlia ti somigli. Di Roby ce n'è una sola, rassegnati!
Come sai, io distinguo le lauree in due tipi: lauree di chiacchiere e lauree di sostanza e Lingue sta lì, a mezza strada. Però che tua figlia faccia l'università è una bella cosa, e lo spiegherò (diciamo... dirò la mia opinione...) in un prossimo post intitolato "Diplomati e Laureati"

saludos y besos
Solimano

Anonimo ha detto...

I tempi cambiano... e noi saimao sempre "fuori luogo". Non ci resta che rassegnarci e lasciare che siano loro a destreggiarsi in queste cose.
Certo che non è facile, Giulia

Ermione ha detto...

Anche io ho fatto l'università più o meno nei tuoi anni, Roby, e ricordo perfettamente i piani di studi, gli esami liberalizzati ecc. Poi non mi sono laureata, mi mancavano 4 esami ed avevo la tesi già pronta. Ora ho intenzione di riprendere, non so perché, forse solo per mia soddisfazione personale; ho cercato di capire qualcosa sia da mia nipote che si è laureata 2 anni fa, sia dalla mia amica che lavora a Lettere, centro orientamenti: ma niente, chi ci capisce qualcosa? Mi sento una sopravvissuta, a volte.

Roby ha detto...

Elena, non mollare: tieni duro, nel labirinto della Nuova Università, ed acciuffa finalmente quella benedetta laurea! Per te stessa, certo: e per chi, sennò???

Auguri solidali!

Roby