lunedì 12 gennaio 2009

pupazzi

Dario


Questa volta è sera, non ci sono ricci, nè bus scolastici da prendere, solo neve, la prima grande nevicata da quando abitiamo nel "continente". Da piccoli c'è stata l'Etna, la magia di una colata tra il ghiaccio, le discese con lo slittino, ma ora è diverso, non siamo partiti con la piccola Panda per attraversare i paesini barocchi, non abbiamo portato con noi le catene, siamo dietro le finestre e nevica come mai abbiamo visto prima.E' tardi e domani c'è scuola ma come resistere a questo richiamo? Il balcone è già pieno e tutta la famiglia parte per la grande impresa: chi cerca le braccia, chi trova il cappello, chi suggerisce un bel bottone verde, chi insiste a congelarsi le mani con fare da scultore. Siamo a Parma. Viviamo qui ora.

3 commenti:

Giuliano ha detto...

Mo l'è gran bèl. Foste voi a costruirlo? Io avevo qui una montagna di neve e penso che ne avrei ricavato solo qualcosa in informe...

Solimano ha detto...

Dario, tutto è relativo. Tu hai intrapreso il Viaggio verso il Nord ed a me successe, dopo due anni di lavoro ad Udine ed a Trieste, di essere trasferito a Parma. Andai a salutare un cliente e mi disse serissimo, non per sfottere: "Laggiù?". E quando tornavo in aereo da Hannover a Milano Linate, l'impressione aereoportuale era di tipo africano.
Mi hai dato un'idea col tuo pupazzo di neve, che concettualmente è parente dei mandala. L'idea è di inserire nell'Arte Perduta la bella statua di ghiaccio che Michelangelo fece qundo era ancora quasi un ragazzo, fra l'ammirazione di tutti. Farò la foto di un secchio d'acqua e nessuno potrà smentirmi.

saludos
Solimano
P.S. Occchio a Parma. Sembra una città curiosa ed aperta, ma, appunto, sembra.

Dario ha detto...

Giuliano credo sia la forza della "famigghia"
Solimano Mi pare di aver sentito di quell'opera, aspetterò la tua ricostruzione.
ps. la mia vita sociale nella città ducale è così attiva che il rischio maggiore che corro sta nello sguardo di antipatia del casellante quando rientro da scuola :-)