Giuliano
Mi rendo conto che, anche se è una storia del 1966, non si può lasciare Snoopy disperato e piangente. Per chi fosse rimasto in pensiero, ecco come è andata a finire: un lieto fine, a parte il Van Gogh irrimediabilmente perduto.
Buon Anno a tutti!
giovedì 1 gennaio 2009
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6 commenti:
Ero in effetti molto angosciata per l'equilibrio psicofisico di Snoopy. Ora lo vedo tranquillo. Bene! E credo anche di aver fatto una scoperta... che vado a "postare" più sopra...
[;-P]
Roby
Adesso sono tranquilla io... Che nessuno tocchi Snoopy, Giulia
Snoopy è il personaggio più felice dei Peanuts, felice come realizzazione da parte di Schulz e felice, proprio lui, Snoopy, come rapporto con la vita. E' come se Schulz si liberasse di una sindrome da bravo bambino (perché così la grande maggioranza dei lettori percepiva i Peanuts) e scatenasse in Snoopy l'Es che aveva dentro di sè, voglioso di esprimersi. Mantre Lucy ha molto del SuperEgo e Charlie Brown di un Ego molto vulnerabile. Utilizzando la geniale mitologia di alcuni freudiani. Il bello è che le prime strisce in cui Schulz disegnò Snoopy sono insopportabili per eccesso di carineria e zuccherosità, un cagnetto che non sa di niente.
Parlando di cose più serie, ancora nessuna traccia di copie o disegni del Van Gogh perduto, sarà dura... ma non dispero!
saludos
Solimano
Esatto! Sentire di un Van Gogh sparito in un incendio è una coltellata al cuore:)
E poi non dimentichiamoci dello "spernigato" (spettinato) e insepartabile Woodstock, che gli alberga sulla pancia o vola a testa in giù. Il tocco di poesia che Schulz non dimentica mai...
Un grande.
Snoopy è uno dei più preclari esempi di antropomorfizzazione.
Eppure, forse colpisce ancora di più la sua capacità di parlare per noi.
Schulz era un genio di quelli veri...
Ah, hai ragione Giuliano. Qui c'è tutta la storia del Van Gogh e del successivo Ben Shan, e dire che li avevo anche letti e li ricordavo...
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