sabato 10 gennaio 2009

A modo vostro.

Amfortas


Ultimamente sono poco presente e me ne scuso con tutti, ma sono preso da mille cose, non tutte piacevoli.
Proprio perché non so se domani farò in tempo, voglio anticipare a oggi questo post.
Scelgo di non mettere un video da Youtube, perché mi piacerebbe che ognuno di voi canti e pensi questa canzone, oggi, domani e anche gli altri giorni, un po' come si fa con i ricordi belli che si proiettano nel futuro e ci rendono più lieve il presente, affiorando all'improvviso senza che ci sia un anniversario da ricordare o un motivo specifico.
Qualche volta ci sorprende uno sprazzo di luce, un odore che ci riporta all'infanzia, il contatto con una persona che non vedevamo da tempo, il bagliore di un sapore che credevamo dimenticato, il suono lontano di uno stereo.
Ecco, fatevi sorprendere anche in questo caso, come meglio vi piace.

Quei giorni perduti a rincorrere il vento a chiederci un bacio e volerne altri cento un giorno qualunque li ricorderai amore che fuggi da me tornerai un giorno qualunque ti ricorderai amore che fuggi da me tornerai e tu che con gli occhi di un altro colore mi dici le stesse parole d'amore fra un mese fra un anno scordate le avrai amore che vieni da me fuggirai fra un mese fra un anno scordate le avrai amore che vieni da me fuggirai venuto dal sole o da spiagge gelate perduto in novembre o col vento d'estate io t' ho amato sempre , non t' ho amato mai amore che vieni , amore che vai io t' ho amato sempre , non t' ho amato mai amore che vieni , amore che vai

Proprio così, alla rinfusa, senza regole, come un gesto semplice verso un amico fragile.

4 commenti:

Roby ha detto...

Auguri, Amfortas, per i tuoi impegni "non sempre piacevoli".
E grazie per le parole della canzone così alla rinfusa... parole che vengono, parole che vanno...

[:->]

Roby

Solimano ha detto...

Paolo, l'immagine è di una bellezza clamorosa, da urlo. Mi ha anche ricordato le immagini finali di un film che non è un capolavoro, ma che rivedo ogni tanto con piacere: Mediterraneo di Salvatores. Hai presente, che alla fine si mettono in tre a pulire le melanzane?
Su De André che farci, io sto da sempre con Jacques Brel e Enzo Jannacci ed ho delle riserve su De André, anche se il suo dai diamanti non nasce niente/dal letame nascono i fior è una gran bella botta, mica da ridere.
Ma è sul passato (ricordi/rimpianti) e sul futuro (speranze/disperazioni) che penso e soprattutto sento diversamente.
Ho dovuto combattere per un anno e mezzo con una depressione maggiore da cui sono uscito felicemente circa due anni fa e per uscirne ho dovuto fare diverse cose, che ho raccontato sinteticamente ne La Grande Bua, diciassette paragrafi che prima o poi finirò di inserire qui nella Biblioteca, sono arrivato a metà.
Una cosa che mi ha aiutato molto è stata proprio la gestione dei ricordi, che tendiamo a trasformare in meta-ricordi, cioè in pensieri sui ricordi, mentre i ricordi stanno lì, nei nostri neuroni, intatti, quelli di trent'anni fa come quelli di dieci minuti fa: possiamo/dobbiamo metterci in presa diretta con questa ricchezza a volte dolorosa. Non in presa mediata dai pensieri, che tolgono la lucentezza (a volte tragica) e che sono apportatori di tristezze e malinconie che non portano a nulla. Ogni ricordo vive, sì, ma il posto in cui vive è il qui e ora del nostro presente. Idem per speranze/disperazioni, tutte inutili proiezioni in un tempo, il futuro, che ci sarà solo quando diverrà il presente. Mi fermo qui, dicendo solo che tutte le gabole possibili abitudinariamente ce le giochiamo pur di non fare i conti con l'unico tempo che esiste, questo qui, adesso.
So che a ciò ostano soprattutto due culture: quella cristiana dal punto di vista religioso e quella romantica dal punto di vista estetico e filosofico. Ma che farci? Sono laicamante zen, e il nostro amico Sergiu Celibidache aveva le sue ragioni, anche se a volte sfiorava il fanatismo (o ci cadeva in pieno eh... eh...)

grazie Paolo e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Colgo il tuo invito. canto la canzoene di Andrè che mi è sempre piaciuto e che, quando lo ascolto, mi fa riaffiorare ricordi che mai rifiuto anche se qualche volta anche un po' dolorosi.
Buon lavoro, Giulia

Anonimo ha detto...

Avevo lasciato un commento che non è arrivato. Ogni tanto succede.

Ieri sera, nello speciale di Fazio l'hanno cantata alla fine e l'ha cantata lui, per fortuna.
Grande emozione.

In bocca al lupo per le tue faccende poco piacevoli che possano risolversi al meglio.

p.s. Brel lo adoro anch'io e Jannacci per me è un genio.
E Gaber? Ma sono un'altra cosa secondo me.