domenica 4 gennaio 2009

Lost in (automatic) translation

Roby

Navigando fra i tanti siti italiani ospitati in internet vi sarete probabilmente imbattuti anche voi nelle bandierine di Francia e Inghilterra, poste di solito in alto a destra, cliccando sulle quali si può ottenere la traduzione istantanea ed automatica dei testi presenti. Per lungo tempo confesso di averle bellamente ignorate. Poi un giorno, quasi per errore, ci ho cliccato sopra, e... miracolo! Le parole in italiano, davanti a me, si sono improvvisamente trasformate in una lingua straniera... no, non nel senso di estera: straniera nel significato radicale di strana, estranea, ignota: in una parola, incomprensibile.
L'esempio di ciò forse più vecchio e più noto è il motto biblico: " Lo spirito è forte ma la carne è debole", che -tradotto per la prima volta automaticamente in russo- diventava qualcosa come: "La vodka è forte ma la carne è marcia". Ma sono ugualmente carine frasi tipo: "l'esame non vado a darlo alla Sapienza" che si trasformano nell'inglese "the examination is not going to give him the wisdom" e nel francese "l'examen ne va pas lui donner la sagesse": veri e propri moniti contro la presunzione di poter raggiungere la conoscenza attraverso gli studi universitari.
Il culmine di tale follia traduttiva credo sia stato toccato dall'insegna di un ristorante a Pechino, il cui proprietario, affidatosi al computer per ottenere la corrispondente parola inglese, è invece incorso in un errore del server. Senza -ahimè- riconoscerlo.
Se è autentico, è irresistibile.
Ma se non lo è, è davvero uno scherzo geniale!



10 commenti:

Solimano ha detto...

Poi ci sono gli errori voluti, uno ce lo raccontò Monsignor Bettazzi, il vescovo di Ivrea che si scriveva con Berlinguer.
L'ho conosciuto prima che diventasse vescovo, perché era l'apprezzato Assistente della FUCI di Bologna, un ambiente vivissimo.
Bettazzi era fra l'altro molto bello d'aspetto (tutte le ragazze spasimavano per lui) e spiritoso: una volta, in un museo, per sfotticchiare una guida turistica un po' pedante, si mise a descrivere una macchia di umidità sul muro come se fosse un quadro. Da morire...
Organizzavamo, ogni tanto, delle riunioni di ex appartenenti alla FUCI, e ognuno raccontava la sua strada, il suo percorso. Lui partecipava, anche da vescovo ormai emarginato, perché era in controtendenza, notoriamente, rispetto alla marcia indietro della Chiesa riguardo al Concilio Vaticano secondo. Una volta disse a noi tutti: perché, vedete, la traduzione esatta di "Populorum progressio" non è "La crescita dei pioppi", come vogliono farvi credere.
E aggiunse subito dopo, per sfottere l'irreggimentamento in corso: "Fare il vescovo è diventato molto comodo e poco faticoso: impariamo il giorno dopo dall'Osservatore Romano e dall'Avvenire che cosa noi vescovi abbiamo pensato il giorno prima".

grazie Roby e saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Mi ricordo anche "Lontano dagli occhi lontano dal cuore", che in inglese si dice "Out of mind out of sight" , tradotto con "cieco idiota"...
Queste cose qui le aveva collezionate a suo tempo (i primi tempi dei traduttori automatici) Umberto Eco sull'Espresso, erano molto divertenti e sarebbe bello ripescarle.

Poi ci sono anche le gaffes da pronuncia, tipo quella (spaventosa, quando ci penso mi dico che non parlerò mai più in inglese nella mia vita), riferita proprio a noi italiani, per cui "peace on you" diventa un'altra cosa che non sto a scrivere.
E il "riso con mais", che fa orrore agli inglesi e che gli insegnanti d'inglese ogni tanto si divertono a tirare fuori...
(mais si pronuncia come "mice")

Anonimo ha detto...

Io sono una fonte di errori continua, quando vado in Brasile e vivo tra brasiliani che ridono tutto il tempo per le fesserie che dico. Io non ho studiato il portoghese e quindi immaginate quindi come ne parlo. A vole ne dico di grosse e capisco pan per focaccia. Come un giorno che continuavo a sentir dire la parola "burro" e io mi ostinavo a prendere il burro in frigo, peccato che burro volesse dire "scemo"...
In effetti... La cosa bella è che poi si ride davvero di cuore tutte insieme.
Anch'io qualche volta ho provato a farmi tradurre con la traduzione automatica e davvero a volte gli effetti sono esilaranti.
Ciao, Giulia

Anonimo ha detto...

Gustosissimo il post e latrettanto godibili le chiose degli altri.
Io per fortuna mi limiti a tradurre qualche recensione operistica dall'inglese, e me la cavo perché capisco il senso della frase e poi lo rendo in italiano...ma non è certo una traduzione letterale.
Dalle possibili gaffe dei traduttori automatici mi mise in guardia tanti anni fa una mia amica, che di professione fa proprio la traduttrice tecnica.

Habanera ha detto...

A scuola ho studiato francese e con l'inglese me la cavo maluccio. E' un bel guaio, soprattutto per quanto riguarda le istruzioni tecniche più complesse di Google che sono tutte in inglese. Così in questi giorni sto usando il traduttore automatico, con risultati a dir poco esilaranti. Non ci ho capito molto di più ma in compenso mi sono fatta tante di quelle risate che mi è passata pure l'incazzatura per i problemi non ancora risolti.

Bacioni, Roby
H.

mazapegul ha detto...

Roby: gustoso e stimolante il tuo post. Ho fatto qualche esperimento, cogliendo lo spunto: domani li metto a disposizione di tutti.

Solimano: anche i miei si conobbero alla FUCI di Bologna e furono sposati da mons.Bettazzi. Sia mai che non vi siate incrociati (tu sei più giovane, certo).

Giuliano ha detto...

...ma davvero quel ristorante lì si chiama "Errore di Traduzione"? Sarebbe una bella idea, corro subito a depositare il marchio sperando che nessuno mi abbia preceduto.

Roby ha detto...

Non so se c'entra, ma mi son tornate in mente un paio di battute che hanno al centro la lingua latina:

-Caesar, omnibus completis, Romam petit = "Cesare, dato che gli omnibus erano completi, tornò a Roma a piedi" (o forse era: "Cesare, portato a termine tutto, tornò a Roma".... ????)

- I VITELLI DEI ROMANI SONO BELLI = "Vai, o Vitellio, al suono del dio romano della guerra"!

Ave atque vale, gentes!!!

Roby

Ermione ha detto...

"Caesar venit Romam summa diligentia"= Cesare venne a Roma in cima a una diligenza.E le tasse pagate "ad calendas grecas>", cioè per riscaldar le greche...ah, mitico Galileo!
Per non parlare dell' "Edramon cai edramon efanesan pompaioi..." Ma questa è un'altra storia.
Scusate se sono scesa a livello demenziale, ma è un po' colpa di Roby.

Roby ha detto...

Esimia Elena, vista la tua dotta citazione nella lingua dei grandi tragici ateniesi, vorrei rispondere con accenti altrettanto elevati: come disse il professore di greco agli allievi durante un'esercitazione antincendio...

"ESCHILO ESCHILO
che qui si SOFOCLE!
E attenti che le scale sono EURIPIDE!!!"

....R.....

(Liceo Galileo, III A, 1975)