mercoledì 28 gennaio 2009

"Il vecchietto dove lo metto?"

Ordinaria amministrazione in ufficio, stamattina: vagonate di geometri e architetti impazienti di visionare i nostri preziosi documenti tecnici, carrettate di ricercatori ansiosi di penetrare i segreti dei nostri registri e delle nostre filze pergamenacee, dozzine di gente capitata lì solo ed unicamente per rivolgerci domande assurde, tipo: "Vorrei notizie precise e circostanziate sul gestore della bancarella di frutta e verdura ambulante che stazionò per circa una settimana all'angolo di piazza Duomo nella tarda primavera del 1908, scomparendo poi senza lasciare traccia: data di nascita, titolo di studio, matrimonio, figli, morte, luogo di sepoltura... ma come, NON AVETE NIENTE IN PROPOSITO??? E che razza di servizio è questo???".

Poi, verso mezzogiorno, arriva lui. Passo incerto, curvo sul suo bastone, un cappellino di lana a coprire la pelata, il cappotto un po' liso e le guance avvizzite arrossate dal freddo: ma gli occhi azzurri, vivi ed allegri, brillano mentre mi chiede, col tono di voce elevato di chi non ci sente più tanto bene: "Signora, mi scusi, non avrebbe mica per caso qualche notizia storica sul palazzo ***?".
Lo faccio sedere, lo aiuto a compilare la scheda d'ingresso (dalla quale scopro che è nato lo stesso anno del mi' poero babbo), gli trovo un paio di libri sull'argomento davanti ai quali mostra la felicità di un bambino. "Pensi" mi confida, ad altissimo volume, "è tutta la mattina che giro. Son stato ora alla Biblioteca ***, e non mi avevano saputo dir nulla! ". Sorride, toccandomi una mano con la sua. "Sa come si dice: ad esser gentili ci si rimette sempre... ma io la ringrazio tanto d'esser stata così gentile con me!"
Lo lascio che -inforcato un paio di occhiali appannati- sfoglia felice i volumi consegnatigli, col cappellino infilato nel bavero del cappotto e il bastone appeso alla spalliera della sedia.
E me lo figuro passare da una biblioteca all'altra, chiedendo educatamente lumi a inservienti annoiati o a uscieri insonnoliti, i quali probabilmente -piuttosto che dar retta ad un vecchio signore un po' sordo- avranno preferito rispondergli: "Ci spiace, qui non abbiamo niente di quello che cerca".

Ora, io non mi ritengo certo un'emula di Madre Teresa di Calcutta: ma credo non sia indispensabile essere dei santi per regalare cinque minuti di pura umanità e cortesia ad una persona evidentemente più debole e più anziana di noi.
Anche perchè dopo, egoisticamente parlando, ci si sente molto, ma molto meglio, in pace con sè stessi e con i propri simili ... persino con quel rompi-corbelli della bancarella di frutta del 1908!!!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

No, non sei Madre Teresa e meno male... Ma davvero anch'io mi chiedo cosa costa un po' di gentilezza e di umanità. A vedere poi come sono felici gli altri, ne sei ampiamente ripagata. Sono anche queste piccole cose che potrebbero cambiare la società in cui viviamo. A volte sembra che tutti siano stati appena morsi da un cane con la rabbia, specialmente quando sei in macchina.

Baci, Giulia

Solimano ha detto...

C'è una cosa che mi preoccupa, Roby: ma da voi, vengono solo vecchietti e geometri?
Alla Biblioteca di Lissone il giro è più mischiato: uomini e donne, giovani e vecchi, studenti e morosi, etero ed omo. Lea bibliotecarie ed anche il bibliotecario (uno solo, tristissimo) sono circondati da gentona e gentaglia e non riescono a notare i rapporti dei baveri con i berretti. Secondo me, una buona campagna promozionale vi farebbe bene, se oltre ai geometri venissero anche i ragionieri, non sarebbe meglio?

saludo y besos
Solimano

Solimano ha detto...

Dimenticavo, Roby, io di Teresa di Calcutta non penso granché bene. Lo so che è peggio che parlar male di Garibaldi, ma prima o poi ne spiegherò i motivi.

saludos y besos, gemellina
Solimano

Roby ha detto...

Ma certo che no, Solimano: da noi l'età dei consultatori spazia fra i 20 e gli 80 anni, e la tipologia va dagli studenti universitari ai pensionati, dalle casalinghe (non disperate, ma che fanno disperare NOI) ai giornalisti, dai professori di storia alle nobildonne decadute...

Solo che adesso, con st'invasione di geometri, c'è da perderci il capo (inteso come testa, ma anche come dirigente supremo, pronto a defilarsi nel momento del bisogno...)

Baci a te (e a Giulia, of course, che -come me- girerà certamente col siero antirabbico sempre in borsetta)

[;->>>]

Roby

Anonimo ha detto...

Infatti. Facciamo appello ad un sano egoismo. "Dopo", si sta meglio. Pensateci:)
Cmq Giulia viviamo un mondo allucinante. La gente è fuori di testa, bisogna capire. Sono preoccupata infatti.
Solimano forse so perchè non ti piace Madre Teresa, ma con tutti i "limiti" del caso, la signora ha fatto tanto. (Con le seguaci era terribile però)
Baci a tutti.