lunedì 5 gennaio 2009

Il Papa e i Fisici

mazapegul

A Roma per lavoro, ho visto in una chiesa una mostra su Galileo, basata su di un recente libro di Zichichi. La tesi della mostra era che, contrariamente a quanto in genere sostenuto, Galileo non fosse ateo e materialista, ma profondamente cristiano e che, con la sua fisica, volesse trovare la "regole del Creato". La mostra non parla della condanna dell'Inquisizione, ma riporta brani dell'autodifesa di Galileo, e cita il parere del cardinal Bellarmino (dopo la denuncia, prima del processo), abbastanza favorevole a Galileo.
Non so da dove Zichichi e i curatori della mostra abbiano preso la tesi dell'ateismo di Galileo. Galileo, sicuramente, inquadrò in maniera assai consapevole, e del tutto attuale, il rapporto tra scienza e fede; in particolare per quanto riguarda l'interpretazione della Scrittura. Ove la Scrittura sia in contrasto con l'esperienza (con la scienza, quindi), essa dev'essere presa in senso morale e figurale, non letterale. Newton, al contrario, spese buona parte delle sue energie cercando (invano) di mostrare che la cronologia biblica, che dà alla Terra una vita assai breve, sarebbe da prendersi alla lettera: scienziato forse più geniale, dal punto di vista concettuale e matematico, ma assai più arretrato dal punto di vista del pensiero. La scienza di oggi è pienamente galileiana, non newtoniana: la separazione tra scienza e fede è un dato irrinunciabile, senza cui la scienza non è possibile.

Il Papa, già quando era il potente cardinale alla testa dal Sant'Uffizio, sostiene l'identità tra fede e ragione, con l'esplicito corollario che la scienza dev'essere subordinata in qualche modo alla fede, che è una ragione più "alta". Ne segue che Ratzinger riconosce senza ombra di dubbio che il giudizio su Galileo fu sbagliato, come già fece Giovanni Paolo II?
Sì e no. Ratzinger è raffinato filosofo, abituato (al contrario dei fisici e dello stesso Gesù: "le vostre parole siano sì e no, il resto viene dal Maligno") a sfruttare i chiaroscuri del vero e del falso a sostegno delle proprie tesi. Così, ancora cardinale, si divertì a citare Feyrabend che, in un ragionamento esplicitamente paradossale, sosteneva essere l'Inquisizione più ragionevole di Galileo stesso. Aggiungendo: non è che io voglia dire che l'Inquisizione avesse ragione (e cosa voleva dire, allora? Il bello d'essere cardinali e papi è che non c'è possibile contraddittorio in libero dibattito).
Fu a causa di questo suo vecchio discorso che 67 fisici della Sapienza si opposero all'invito rivolto a Papa Ratzinger a tenere la prolusione (senza contraddittorio) d'apertura dell'anno accademico passato. Una posizione politicamente ingenua, ma ineccepibile dal punto di vista della scienza (e l'università dovrebbe essere il tempio della scienza, non del politicamente corretto, di destra o sinistra che sia). Nonché innocua, aggiungo: 67 fisici in una lettera privata al rettore non potevano certo impedire alcunché. Potevano solo difendere le ragioni della scienza.

In questi giorni s'è sollevato molto polverone, accostando quella lettera dei fisici all'invito, rivolto da un docente che coi fisici c'entra nulla, all'ex BR Moretti. "S'invitano i terroristi, ma non il papa!" Persino il nuovo rettore dalla Sapienza partecipa volentieri al polverone, con opportunismo indegno della sua posizione.
Ho sentito alla redio diversi giornalisti fare questo accostamento. Alcuni addirittura dicevano, come si trattasse d'un fatto verificato (mentre si tratta d'una menzogna assoluta), che erano stati gli stessi professori a invitare l'assassino e a rifiutare il papa. A questi s'è ora aggiunto il sindaco di Roma che, evidentemente, deve rimediare con l'esser "clerico-" al dispiacere di non esser più fascista.

Concludo questo parziale resoconto con un invito ai giovani fisici, matematici, biologi e chimici italiani: "Fuitevénne!"

3 commenti:

Solimano ha detto...

A proposito di Alemanno e del partito di Alemanno, io non appartengo a quelli che li colpevolizza per le infami leggi razziali del 1938, anno in cui quasi tutti non erano ancora nati.
Però ricordo bene un loro congresso a Verona di qualche anno fa in cui Fini presentò in pompa magna Di Bella junior e lo fece salire sul palco fra le ovazioni interminabili di tutti i congressisti. Adesso nessuno ne parla più si fa finta che non sia successo niente, ma i sondaggi dicevano che l'80% degli italiani erano favorevoli al riconoscimento della cura Di Bella, che non aveva nessun fondamento scientifico. Non solo, in quei giorni l'accusa ricorrente, innescata proprio dai due Di Bella, senior e junior, era che era stato l'establishment sanitario a bloccare tutto, era insomma un discorso di potere di cui le vittime erano i malati. Tutti i medici seri sapevano benissimo che quella terapia non funzionava (tranne qualche medicastro opportunista che non manca mai), ma quasi tutti tacevano, perché era quasi pericoloso parlarne e comunque puzzava di corporazione. Persino il laico Montanelli mollò, dicendo vabbè pagategli 'ste cure. Va dato atto che Rosy Bindi resistette, finché poteva resistere. Il guaio non è che ci siano queste zaffate di irrazionalismo, ma è che poi nessuno paga pegno, si fa finta di niente, in attesa della prossima zaffata.
Di Zichichi penso molto male, ma anche lì, i fisici fra loro sghignazzano, ma non è igienico prendersela con Zichichi, uomo di potere portato in palma di mano dal Vaticano.
Penso bene della lettera dei 67, hanno adempiuto a un dovere intellettuale: che c'entra il Papa con la Sapienza?
Penso malissimo dell'invito a Moretti ex-BR e dell'ansia di grilloparlantismo di altri ex-BR ed ex-LC, compreso Sofri, che farebbe bene a ricordare ogni giorno che per mesi e mesi il giornale Lotta Continua istigò una specie di caccia all'uomo quotidiana, riguardo il commissario Calabresi. Ancora peggio sono quelli che li invitano, chissà perché.
Non sono argomenti slegati, tout se tien, in un paese smemorato, moralista (ma non moralico), superstizioso e superficiale.
Fatta la necessaria tara storica, sono convinto che la Chiesa di oggi è peggiore per tanti versi della Chiesa dei primi decenni del Seicento, in cui esisteva una drammatica lotta nella cultura, nella scienza e nelle arti, oggi che c'è? Non mi meraviglio di Ratzinger, mi meraviglio che non ci sia una vera opposizione all'interno della Chiesa, hanno normalizzato tutto.

grazie Màz e saludos
Solimano
P.S. Consiglio a tutti la lettura delle "Zichicche" di Odifreddi. Spassosissime, oltre tutto.

Giuliano ha detto...

Non ho fatto l'Università, ma mi capita di parlare con gente che - semplicemente - non ragiona. Gente che magari ha studiato, e molto: ma si comportano come tifosi di calcio, come innamorati sedicenni, una cosa di questo genere.
In questi casi, il due più due uguale quattro non funziona più, ammesso che abbia mai funzionato.
Prendendo il caso che ha portato qui Solimano, o quella più recente di Eluana (o di Welby), basterebbe chiedersi: ma io quanto ne so di oncologia?
Invece no, tutti oncologi, tutti esperti di nucleare, tutti economisti, tutti esperti di Alitalia e di bilanci (eccetera).
Il buon senso, almeno quello...

Non so come fai tu, Nicola: io ci ho rinunciato, dico di sì a tutto così almeno la finiscono. Più o meno come fece Galileo, ma senza essere Galileo, purtroppo.

mazapegul ha detto...

Solimano: sulla cura Di Bella e su quelli che, come tanti avvoltoi, ci hanno speculato sopra (e sul dolore dei malati) bisognera' tornarci. Faccio qualche nome: Bruno Vespa, Roberto Formigoni, Alleanza Nazionale... E i Verdi a fare distinguo, in odio alla "scienza ufficiale".

Giuliano: non c'e' bisogno di lauree per apprezzare, usare, anche fare scienza (lo sai meglio di me).
Lo so che il mio sfogo e' ovvio, e anche vano, ma quando il falso patente diventa luogo comune, bisognera' bene che qualcuno lo dica, cio' che e' vero e cio' che e' falso. (Qualcuno deve dire dei si' e dei no, alla facciazza del Maligno).