sabato 10 gennaio 2009

Silenzio perfetto

Giulia


L’altro giorno, quando nevicava, sono andata lontano da quel rumore che ci abita e sovrasta per ritrovare quella parola che viene dal grembo del silenzio e che di esso si nutre.
Sono andata lontano da quella “chiacchiera” continua, onnipresente, incapace di gettare ponti relazionali non effimeri.
Nel totale silenzio senza colori ho cercato dentro di me quella strada che spesso mi capita di abbandonare nel frastuono assordante delle idee che inchiodano il nostro pensiero e lo rendono sterile e rigido.

Il silenzio era perfetto. Lontano un leggero rumore di macchine lo rendeva ancora più reale e vero. Ricopriva tutte le cose e la sua coperta era la neve.
Un signore è passato con il suo cane. Ci siamo guardati e salutati come ci fossimo conosciuti da sempre.


Vorrei poter coprire di un manto bianco la durezza di una realtà che non sempre comprendo, vorrei che un giorno gli uomini, tutti, si risvegliassero come da un brutto sogno e guardandosi negli occhi si dicessero: ricominciamo tutto... Solo parole che sgorgano dal silenzio potrebbero fare il miracolo perchè solo il silenzio apre all'ascolto. Solo nell'ascolto, che è prima di tutto far silenzio dentro di sé, l'atto del parlare si manifesta come qualcosa di irripetibile e vivo.
Le foto sono mie

5 commenti:

Roby ha detto...

Cara Giulia,
noialtri a Firenze la neve la vediamo pochino, e un po' mi dispiace. Mi è sempre dispiaciuto, anche da ragazzina. Però, se ci spostiamo qualche chilometro più su -a Secchieta, La Consuma, Vallombrosa- possiamo goderne anche noi, soprattutto nel senso che hai espresso (benissimo) tu. Grazie, e ciao!

Roby

PS: mi permetto garbatamente di correggerti: le foto NON sono (più) TUE... adesso sono anche NOSTRE!!!! E sono bellissime. Fidati. Te lo dice la consorte di uno che lavora nel settore da diversi annetti...

Solimano ha detto...

Qui è andata bene, con la neve: non è gelato la prima notte, così le strade e una parte dei marciapiedi sono sgombri. E' gelato invece la notte scorsa e stamattina occorreva stare attenti, specie nelle zone che luccicavano di brina fresca.
Quando c'è poca gente in giro ci si saluta anche con estranei più facilmente. In montagna d'estate è quasi una regola, quella di salutarsi. Una regola che tutti sentono spontaneamente.

grazie Giulia e saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Sì, è vero, quando si esce per strada con la neve, o quando si prende la pala, la gente diventa molto più simpatica e cordiale.
Vale sempre il vecchio detto che la neve è bella se puoi stare a casa...
Io mi sono fatto delle belle risate guardando due cagnolini (un bassotto e un mucchietto di pelo ambulante, tipo criceto gigante) fare salti nella neve. Erano estasiati, anche perché la neve era di prima qualità, non quella appiccicaticcia ma quella bella, che non si faceva neanche fatica a spalare. Ho perfino fatto due palle di neve, perché mica si poteva resistere.

Anonimo ha detto...

C'è un campo davanti a casa, con lampioni, dove passeggiano i cani coi loro padroni.
A volte ritorno nel campo pieno di neve, con le mani nelle tasche del cappotto, a guardare un cappottino rosso che salta e corre all'impazzata e mangia la neve e si rotola come solo i cappottini rossi dei cani felici sanno fare.
E sorrido. Mi guardo intorno, c'è un altro cane là in fondo, che porta a passeggio il padrone.
Cerco il cappottino rosso ma non c'è più.
Ritorno in silenzio con le mani in tasca.
Solo il silenzio può stare in questi ricordi.
Solo il silenzio.

Habanera ha detto...

Verissimo, Giulia, la neve cambia aspetto alle città. Perfino Milano tace quando nevica ed è un silenzio soffice, ovattato, ben diverso dal silenzio di ferragosto.
Anche allora la città tace ma ha l'aria di un luogo abbandonato e un po' triste, non di un luogo tutto nuovo, magico, in cui ritrovare se stessi.
H.