sabato 10 gennaio 2009

Alta cucina felina

Roby


Sia chiaro: non ho nulla contro i gatti, anzi li ho sempre trovati deliziosi, e mi sono anche più simpatici dei cani, benchè non ne abbia mai tenuti in casa.
Mi piace il loro spirito libero, la brillantezza dei loro occhi, il solletico dei baffi sul dorso della mano, il ron-ron delle fusa contro le gambe...
Quando però appare sul piccolo schermo lo spot del superbo persiano bianco che si avvicina con passo (pardon!) con zampa felpata a quella che sembra una terrina di paté de foie gras... beh, scusate tanto, ma mi vien proprio voglia di dare un calcio alla tv! Lo so che c'è chi si guadagna da vivere vendendo cibi in scatola per animali, e non starò qui a questionare se sia o no lecito far loro tanta pubblicità, benchè -considerando i milioni di bambini che ogni giorno muoiono di fame nel mondo- si potrebbe trovare una destinazione migliore per le materie prime necessarie a produrre quel paté. In fondo, i mici di una volta non si accontentavano di pappe casalinghe, magari integrate da un po' di pesce o da un po' di polmone?
La cosa che mi dà veramente fastidio è il modo sontuoso, esagerato, tronfio con cui il prodotto in oggetto viene presentato, quasi fosse indispensabile al benessere universale. Per non parlare del testo -letto in tono solenne dallo speaker- in cui si invita il potenziale cliente (?) ad assaggiare subito le ultime, squisite specialità della casa: "Lasciatevi tentare da un gusto unico, irresistibile..." .
Però... santo cielo, vuoi vedere che mi sono confusa, fra una reclame e l'altra, perdendo il filo del discorso?
Adesso ho un dubbio atroce: ma si può sapere, una buona volta, chi deve mangiarla, quella roba lì?
Il gatto o il padrone???

6 commenti:

Giuliano ha detto...

Sono d'accordo su tutto. Aggiungerei che le padrone dei gatti sono sempre giovani e bellissime ed elegantissime... Non lo dice mai nessuno, ma i gatti fanno anche la pipì, tirano su i peli dallo stomaco, eccetera. Gli si vuol bene lo stesso, ma è una cosa che andrebbe sempre detta a chi vuole avere un gatto (o un cane, o un canarino: mamma mia quanto sporcano i canarini! Sono peggio delle galline)
Io ho avuto due gatti: uno che mangiava solo ed esclusivamente polmone, e schifava tutto il resto (pesce compreso), però andava letteralmente fuori di zucca per le olive verdi in salamoia (e rubacchiava le torte appena fatte, bisognava tenerlo d'occhio ma qui rimaneva in sè).
L'altro era una autentica fogna e mangiava di tutto: per fortuna, era un gatto molto vagabondo e smaltiva tutto, altrimenti sarebbe arrivato sui 10-15 Kg.

Anonimo ha detto...

Io non ho mai avuto gatti, ma cani. Ma tutta la mia famiglia ha gatti... Io amo in genere gli animali e mi divertono quando rimangono appunto "animali" e non prendono il posto degli esseri umani. Anch'io ho visto la pubblicità e la trovo tremenda. Un modo per farmi odiare le bestie, se non sapessi che non è colpa loro.
Detesto poi quando sento dire: "vieni da mamma e papà...", o mettono loro fiocchettini, cappottini e quant'altro...
Baci, Giulia

Ermione ha detto...

Adoro perdutamente i gatti, come sai ne ho due, una nera e una bianca.
Amo i gatti gatti, felini e non umani, anzi mi piacciono proprio per la loro gattità. Ha ragione Giulia, gli animali umanizzati sono dei poveretti e mi fanno solo pena, coi loro cappottini e cuccette decorate. E le pubblicità sono ripugnanti e deliranti.
Le mie gatte, peraltro, amano gli avanzi della mensa scolastica, puoi immaginare cosa gli porto: pollo, vitello, platessa; per questo sono deluse quando gli ammannisco scatolette o, peggio, croccantini. In totale controtendenza rispetto alle balle della pubblicità; poi alla fine i gatti, i cani ecc mangiano quello che gli si dà, non hanno molte scelte, no?

Solimano ha detto...

All'inizio del film Il lungo addio di Altman c'è la scena clamorosa (e verissima, secondo la mia esperienza) del gatto che si rifiuta di mangiare cibo di una scatoletta diversa dalle solite a cui si è abituato. Poi, Altman ci gioca su, ed Elliot Gould mette il cibo della scatoletta nuova nella confezione di una scatoletta vecchia (ma il gatto non mangia lo stesso).
C'è un post nel blog sul cinema corredato di autentiche immagini provenienti da Hollywood. L'interpretazione di quel gatto è da Oscar, probabilmente era un attore preso dalla strada...
Far cambiare abitudini alimentari ai gatti è difficilissimo, se cresciuti a scatolette. Ma c'è un fatto: che quando ci mettevamo noi a tavola a mangiare la gatta andava da mia moglie (non da me, notoriamente spietato) e chiedeva ed otteneva qualche bocconcino: affettato, bistecca, persino verdure cotte e pane, sì pane.
Però alla sera, davanti alla TV la gatta (notoriamente opportunista) veniva da me, specialista in coccole. E qui mi fermo, ma prima o poi scriverò un libro capitale: "Vita con Fascistona, gatta nera e ferocissima".
Niente più gatti adesso, ci abbiamo sofferto troppo.

saludos y besos, Roby
Solimano

Roby ha detto...

Miaoooo!
(Scusate, questa è la gatta di mia zia che -dal piano di sotto- vuol partecipare alla discussione sui bocconcini al patè...)
Miaaaaaoooooooooo!!!
(Sì, sì, ho capito: tu preferisci la robina buona che ti cucina la tua padrona. Però, anche gli avanzi della mensa scolastica di Arfasatto devono essere una leccornia... slurp!!!)
Miao-miao-miaaaooo!
(OK, ciao anche a te, GATTINA -che poi è il suo nome, perchè, come il GATTO di Colazone da Tiffany, non è stata battezzata-)

Roby

Anonimo ha detto...

Conosco un signore che messo a dieta dalla figlia, convinto che fosse carne in scatola per umani si è fatto fuori le scatolette del gatto.
Un paio, perchè la figlia per fortuna se n'è accorta.
E' ancora vivo.

Io ho avuto gatti bellissimi e dolcissimi e un cane, cagnolina per la precisione, Sgnapis/Cleo appunto.
Bè, per me non c'è proprio paragone. Amandoli tutti alla follia, il mio cuore di pelo è per la Sgnà. Poi se fosse per me avrei uno zoo.