sabato 27 dicembre 2008

Sono stata una custode da museo

Roby


Tra le mie saltuarie occupazioni giovanili, tipiche di chi è ancora in cerca di un lavoro stabile (e spesso continua a cercarlo fino alla vecchiaia), è da annoverarsi anche quella di custode a tempo determinato presso il Museo di Palazzo Vecchio, non paragonabile alla Galleria degli Uffizi per affluenza di visitatori e ricchezza di opere esposte, ma comunque notevolissimo.

Fui praticamente sbattuta lì previa comunicazione dell'ufficio di collocamento, cui ero iscritta (le mitiche liste di disoccupazione!), e una mattina alle 8, di punto in bianco, mi fu detto: "Questa è la tua sala (N.d.R.: la Sala dei Gigli adiacente agli appartamenti di Eleonora da Toledo... scusate se è poco!). Stai attenta che i visitatori non si appoggino al muro, non si avvicinino troppo agli affreschi, non si siedano in terra e non facciano foto col flash. Alle 12 stacchi".

Spiegazioni senza dubbio esaurienti, specie se si calcola che il 75% dei turisti si rivolgevano a noi custodi anche per avere informazioni storico-artistiche sul palazzo e sui suoi arredi!
"Scusa" chiesi ad un collega anziano e fisso "di chi è questo dipinto, e a che epoca risale?"
Mi guardò come si può guardare un marziano che ti domanda l'ora.
"Boh! Credo sia roba del '500... ma perchè t'interessa tanto?"
"Beh, me l'hanno già chiesto in quattro: che gli rispondo?"
Lo sguardo incredulo si accentuò considerevolmente.
"Ma loro c'hanno le guide, i libri... Che te ne frega? Mica sei pagata per far da cicerone!"

Morale della favola: il pomeriggio stesso avevo passato un paio d'ore a scartabellare libri ed enciclopedie di casa, estraendone i dati essenziali per non fare figuracce davanti alle domande dei visitatori. E la soddisfazione, nei giorni seguenti, fu grande, nel vederli uscire dalla "mia" sala tutti contenti per aver capito un po' meglio dove si trovavano e cosa stavano guardando.
Certo, le eccezioni ci sono sempre...
"Per favore" mi sentii chiedere da un signore italiano sulla quarantina, visibilmente desideroso di apprendere ma forse un tantino confuso "di chi è quella Madonna là?".
Ebbi un istante di panico: dipinti della Vergine, in quella sala, non mi risultava ce ne fossero!
"Quale Madonna, scusi?"
"Quella là... la statua nell'angolo..."

Il visitatore si riferiva al monumentale bronzo di Donatello in cui Giuditta, appena colpito a morte Oloferne, se ne sta -minacciosa e imponente- con la spada ancora levata in alto...



8 commenti:

Fulmini ha detto...

@ Roby

Già, il custode. Sai cosa penso, grazie a te?

Che in Italia si potrebbero realizzare tre grandi riforme con piccola spesa: la prima, certo, è la riforma della mamma (la mamma italiana, dentro la quale si nasconde Luciano Tajoli); la seconda, è la riforma del portiere (quello italiano, dentro il quale si nasconde quello kafkiano); la terza è la riforma del custode (dentro il quale ti nasconderai tu).

mazapegul ha detto...

Madonna guerriera! (Da aggiungere alle infinite madonne italiche, e a quelle -meno dicibili- toscane).

De ceteris, ecco perchè, quando immagino che qualche custode risponda a domande del tipo "dov'è che si trova il bel ritratto della mamma del Reni", vengo sempre deluso. Peccato che custodi così meticolosi e affezionati al luogo del loro lavoro scarseggino.

Màz

Roby ha detto...

Devo precisare, per dovere di cronaca, che il custode menefreghista di cui sopra non è più in servizio da un pezzo. Al suo posto, i dipendenti di una cooperativa che ha evidentemente vinto l'appalto per la sorveglianza, tutti giovani e carini (ma quanto informati, non so).

Saluti "taglienti"

Roby

Giuliano ha detto...

In effetti, questa Giuditta somiglia molto a una Madonna, di quelle che schiacciano il serpente sotto il piede. Solo che di solito la spada ce l'ha l'arcangelo.

Però mi hanno detto che a Pompei e alla Reggia di Caserta ci sono custodi efficientissimi che sanno un sacco di cose, e quando non sanno improvvisano alla grande. O forse c'erano, chissà se la tradizione continua.

Solimano ha detto...

Roby, hai fatto benissimo. Due mie cugine facevano da custodi in un piccolo museo marchigiano in cui venivano pochissimi visitatori. Non gli passava mai il tempo, una tragedia, far venir sera in quel modo. Se avessero fatto come te, mettendosi a studiare tuti gli oggetti che c'erano nel museo sarebbe stato molto meglio.

saludos y besos
Solimano

Anonimo ha detto...

Ho un'amica francese che ha fatto come te la custode nei musei, ed è laureata in storia dell'arte. A lei piaceva molto passare del tempo nelle sue stanze e soprattutto ad osservare la gente.
A praga in un convento abbiamo incontrato una custode molto anziana che parlava inglese e che aveva una voglia invincibile di raccontarci qualcosa sulle sale anche se le avevano detto di tacere per costringerci a prendere l'audioguida. Allora ci seguiva e ci raccontava tutto bisbigliando: che tenerezza!

un bacione di fine anno con lo schiocco!

Anonimo ha detto...

Giuro che pure a me sembrava una Madonna...e questo immagino la dica lunga sulla mia competenza in merito.
Peraltro l'incompetenza è ormai, spiace dirlo, particolarmente diffusa un po' ovunque.
Ormai i più bravi sono quelli che almeno, come dice Giuliano, sanno improvvisare una risposta credibile.

Habanera ha detto...

Io sono distratta, distrattissima, sempre con la testa tra le nuvole, come diceva sconsolatamente mia madre.
Però quella spadona, pur nella mia infinita distrazione, penso che l'avrei notata.
Che non fosse una Madonna forse l'avrei capito perfino io.

Quadretto gustosissimo.
Grazie, Roby.
H.