lunedì 1 dicembre 2008

La malattia della politica

Solimano

Daumier: La partita a dama

Giorgio Nugnes. Il politicamente corretto (due parole affette da ipocrisia) consiglierebbe il silenzio, ma più che di silenzio si tratterebbe di volgere la testa da un'altra parte facendo finta di niente. Rispetto la scelta di vita e la scelta di non vita, Giorgio Nugnes aveva il diritto di fare una scelta sua.
I casi di Cagliari e Moroni furono strumentalmente usati come arma impropria contro la magistratura. Ma Indro Montanelli disse: "Sono stato a San Vittore quando c'erano le SS e non ho mai pensato al suicidio". Si tratta di casi in cui le persone credevano che certe cose fossero scontate e si ritenevano personalmente al di sopra delle leggi. I dati oggettivi in tutti i tre casi: Nugnes, Cagliari e Moroni mostrano che violazioni gravi c'erano state.
Ricordiamo i mesi e mesi di Craxi ad Hammamet, il suo tragico livore, e di esempi ce ne sono tanti. Esiste una malattia della politica, che si manifesta in tanti modi, qualcuno anche farsesco. Il meccanismo è semplice: una ossessione per cui non esiste solo il primato della politica (su cui già ci sarebbe molto da discutere) ma esiste solo la politica, tutto il resto è strumentale. Ne consegue la cecità alle ragioni, ai moventi, ai motivi al di fuori della politica come la intendono loro.
Qualche esempio banalissimo.
Perché D'Alema e Fassino, Veltroni e Rutelli non si sono laureati? Qualcuno ha rimediato una laurea farlocca in prossimità dei cinquant'anni, ma la sostanza non cambia. Non è stata la mancanza di testa o di soldi, è che l'assorbimento da parte della politica era totale.
Perché i due avversari Craxi e De Mita avevano in comune una cosa sola, quella di non avere la patente auto? Perché, fin dalla tenera età c'era quello che li portava al comizio a Monsummano o al convegno di Camerino.
Perché tutta la mobilitazione del Palavobis, di Piazza San Giovanni, dei girotondi, invece di utilizzarla l'hanno riassorbita, tacitata, denigrata? Perché era fuori dagli schemi.
Perché, dopo le primarie per Prodi, non hanno utilizzato in nessun modo un Data Base di tre milioni e mezzo di indirizzi, numeri di telefono, email? Perché non sanno che cos'è un Data Base, mentre cercano in tutti i modi di essere presenti all'ultimo dei talk show.
Perché a Monza tutti gli addetti ai lavori erano convinti che Faglia sarebbe stato rieletto? Perché si erano sentiti fra di loro, il mondo esterno non ha importanza, le cose se le raccontano da soli.
Il problema non è la corruzione (che esiste), ma la cecità sistematica.
De Mita, parlamentare da 40 anni (quarant'anni!), ha cambiato partito perché per la prima volta non l'avevano ricandidato.
Si ritengono intoccabili, come in possesso di grazia di stato, se capita un inciampo è un mondo che crolla. "Qui comandano Nugnes, Diodato e Nonno. Da sempre", "Rosetta lo ha evitato" queste due frasi riportate dal giornalista Enrico Fierro de l'Unità danno il senso di un mondo, che se non mantiene la posizione, conosce solo la disperazione.
Rimpiango Romano Prodi, pur con tutte le goffaggini e gli errori. Almeno, sapeva quello di cui parlava e dava la sensazione di vivere una vita personale autentica, lui e la sua famiglia.
"Per fare politica occorre saper piacere anche a quelli che non ci piacciono". Così ho sentito dire. No, cerchiamo di piacere a noi stessi e a quelli che ci piacciono, poi si vede.

7 commenti:

Giuliano ha detto...

"Perché si erano sentiti fra di loro, il mondo esterno non ha importanza, le cose se le raccontano da soli."
Ecco, questa è la frase su cui bisognerebbe ricostruire il PD.
Questi davvero si parlano tra di loro, e non sanno come va il mondo oltre quella cerchia.
Li si vede benissimo anche in TV, quando potrebbero "bruciare" una battuta dell'altro, ma non ci riescono. L'altro giorno ho visto Giovanardi (Giovanardi!!!) dare tranquillamente per scontato che il deficit e le tasse e l'inefficienza erano tutte colpe della sinistra, e dall'altra parte si è dormito allegramente, rispondendo in politichese.
Così non si va da nessuna parte, e anch'io rimpiango molto Prodi e l'Ulivo.

Quanto a Nugnes, il pensiero va ad altri che ne hanno fatte di tutti i colori (anche condannati in Cassazione). Quantomeno, quelli come Nugnes hanno dimostrato di avere una sensibilità personale che altri si sognano.

Anonimo ha detto...

Come sono d'accordo, Solimano. Bisogna avere il coraggio di dirle le cose, in modo chiaro ed esplicito e tu ce l'hai. I politici non sanno che cosa è la vita, non sanno nulla della vita reale e quindi sono ignoranti. Anch'io rimpinago Prodi con tutti i difetti che aveva...
Giulia

Fulmini ha detto...

Sì, sì - il di più viene dalla Politica.

Amico mio, ieri Venises ha pubblicato un gran post sul sito-rivista comune ( www.fulminiesaette.it ), e ti ha citato, tirato in ballo - com'era giusto dato l'argomento suo e la competenza tua.

Vorrei chiederti di fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te. Vieni a leggere-vedere-ascoltare il sito rivista, e commenta. I commenti sono il sale dei blogs e dei siti-rivista.

Un fuerte abrazo.

Solimano ha detto...

E' difficile non cadere nel tutto sbagliato, tutto da rifare, per questo cerco sempre di dire cose che potrebbero/dovrebbero fare e non fanno. La presenza dei partiti in rete, ad esempio, è di pura facciata: una bella home page (basta pagare quattro soldi per averla) e sotto il vestito niente.
In rete ci sono molti blog e siti sorti in paesi e piccole città dall'iniziativa di un gruppetto di persone, ed hanno centinaia (in alcuni casi migliaia) di visite al giorno. Non si rendono conto, presumono senza sapere, la situazione è disperante.
Veltroni, oltre a fare un bel discorso, avrebbe dovuto tirare quattro nerbate ben dirette e finalizzate al fare: non l'ha fatto, evidentemente perché non si rende conto neppure lui oppure perché punta alla pura sopravvivenza. Non ho fiducia, cerco di fare della buona prepolitica che a qualcosa serve e di cui vedo il ritorno.
Pasquale, che dire? Hai ragione, ma non sto trascurando solo te. Sono un po' sotto. Ho qualche problema. Esagerando un po', mi tocca cantare e portare la croce. Ma non chiedo aiuto, farò quel che posso, quello che non posso no. Ognuno è maggiorenne e vaccinato.

grazie e saluti
Solimano

Habanera ha detto...

Pasquale, a proposito del post di Venises: io non riesco a trovare il testo.
Quando clicco su "leggi tutto..." mi rimanda alla pagina in cui ci sono solo i commenti. Ieri sera, quando ho commentato, mi ero convinta ormai che un testo non ci fosse e mi sono riferita solo all'emozione di quelle due immagini affiancate.
Da quello che dici a Solimano, su questa stessa pagina, mi pare di capire invece che un testo ci sia. Perchè non lo vedo?

Ciao!
H.

Fulmini ha detto...

@ Habanera

Non so risponderti, purtroppo.

Se vuoi, scrivi a Venises ( venises@fulminiesaette.it ). Lui sa.

Fulmini ha detto...

@ Solimano

Non si tratta di trascuratezza, ma di progetto. Io non credo al fatto che si abbia "poco tempo". Credo piuttosto in questo: Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te.

Ora, siccome tu giustamente esorti, esorto anch'io. Esortatore si nasce, ed io modestamente lo nacqui.