sabato 20 dicembre 2008

Daniele, ottico

Pasquale






Roma, 17 dicembre 2008

14 commenti:

Fulmini ha detto...

Come è nata questa foto? Scendendo l’altro pomeriggio a piedi da Santa Maria Maggiore a San Marcellino - lungo via Merulana, sì, quella del “pasticciaccio brutto”, chissà perché mi viene in mente una serie di ritratti fotografici di pescatori, contadini, artigiani, commercianti, architetti... insomma lavoratori che lavorano, colti sul luogo di lavoro e in un modo che renda immediatamente evidente la caratteristica specifica del lavoro determinato.

Via Merulana? Ma qui c’è Daniele! – mi dico. Di lui sul sito-rivista tempo fa avevo scritto pressappoco così: “gli occhi neri di furetto senza paura e senza peccato sono il centro irradiante del suo corpo giovane, occhi-cuore, occhi-arti, occhi-finestra aperta allegramente sul mondo grande e terribile. Un giorno non lontano mi ha rivelato spontaneamente che fa l’ottico perché da ragazzo ha pensato: ‘gli occhi sono la finestra del cervello’.”

Entro dunque nel suo negozio, tiro fuori la digitale, lui mi guarda sorpreso, e divertito, io gli dico “non preoccuparti, ti rubo solo l’anima” e scatto. Da vicino. Molto vicino. Troppo vicino. Per ricavarne una sorta di soggettiva del cliente di un ottico.

Giuliano ha detto...

Dev'essere un bravo toso.
(mio papà era di Trebaseleghe, provincia di Padova)
(che si legge come "Tre basiliche", con l'accento sulla prima e).

Solimano ha detto...

Pasquale dapprincipio mi sono impressionato... questo che mi guardava fisso... gli occhi in primissimo piano... ognuno di noi ha qualcosa da farsi perdonare... etc etc...
Poi ho capito: è la legge del contrappasso, chi di spada ferisce di spada perisce, l'ottico otticizzato, l'arroseur arrosé, ecco!

grazie Pasquale e saludos
Solimano

Habanera ha detto...

Ha un'anima serena il tuo ottico. E divertita.
Io, se qualcuno mi avesse fatto uno scherzo simile, avrei un'aria imbarazzatissima. Probabilmente avrei chiuso gli occhi pur di non farmi rubare l'anima.
H.

annarita ha detto...

Non è facile farsi rubare l'anima, ci vuole un bel coraggio e questo sguardo stupito, ma non intimorito, lo dimostra. Buona domenica, Annarita

Anonimo ha detto...

Non volermen Pasquale, ma sarà perchè venivo da un commento sulla politica subito ho pensato che fossero gli occhi dell'ill.mo e rev.mo pdc. Poi per fortuna, ho capito che era il tuo ottico. Che saluto perchè da miope posso dire con certezza, se lui e quelli come lui, non esistessero la mia vita sarebbe molto più complessa. Buona domenica a tutti gli ottici del mondo.

Fulmini ha detto...

@ Solimano

Sei molto spiritoso, frizzante addirittura.

Più che ferire il feritore, testimoniavo la mia ferita - era una soggettiva, insomma (una volta ho definito il mio cinema, rispondendo a un giornalista, 'realismo soggettivo' - forse non è proprio così, l'autore esagera sempre, ma sento che ci sono andato vicino).

Fulmini ha detto...

@ Habanera

Se chiudi gli occhi, entra in campo Mimmo (Mimmo Pesce scultore - tiene la rubrica 'pure sculture' sul sito-rivista), e ti fa un calco del viso, col gesso. Anche con gli occhi chiusi l'anima è bevuta.

Fulmini ha detto...

@ Annarira

Hai colto nel segno: Daniele non sa cosa sia il timore. Invece sa ancora cosa è l'incanto - la scuola non è riuscita a disincantarlo (come purtroppo accade nella stragrande maggioranza dei casi - aveva ragione Pasolini).

Fulmini ha detto...

@ Silvia

E buona domenica a te, che hai gli occhi e vedi...

Fulmini ha detto...

@ (ultimo ma non da ultimo) Giuliano

Non so cosa voglia dire esattamente 'toso'. Ma è bravo. E' uno di quei giovani tendenzialmente conservatori perché diffidano dei progressisti in circolazione.

Anonimo ha detto...

Una delle rubriche che preferivo di una recentemente defunta rivista cartacea era proprio il commento a una foto, cioé le varie sensazioni che poteva provocare, le diverse chiavi di lettura.
Ho apprezzato molto questo tuo fulminante ritratto.

Giuliano ha detto...

"Toso, tosato": ragazzo, bambino. Anche in senso ironico-affettuoso, rivolto agli adulti.
Curiosamente, in Lombardia si usa solo al femminile, tosa (pronunciare "tusa"), al maschile si usa di più fioeu (pronuncia alla francese).

Sul femminile di "toso" a Trieste cedo la parola ad Amfortas.

Anonimo ha detto...

A Trieste si dice muli e mule.
Siamo tutti muli, anche dopo la tumulazione :-)