domenica 14 dicembre 2008

Conformismo e opportunismo

mazapegul


Il Regio Decreto Legge del 5 settembre 1938 fissava i «Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista», le prime leggi razziali italiane. La Commissione Scientifica dell'Unione Matematica Italiana si riuniva il 10 dicembre 1938 e deliberava quanto segue.

"Dopo amichevole, esauriente discussione resta stabilito quanto segue: una rappresentanza della U.M.I. si recherà da S.E. il Ministro della Educazione Nazionale, e gli comunicherà il voto della Commissione perché nessuna delle cattedre di Matematica rimaste vacanti in seguito ai provvedimenti per l'integrità della razza venga sottratta alle discipline matematiche.
[...]
La scuola matematica italiana, che ha acquistato vasta rinomanza in tutto il mondo scientifico, è quasi totalmente creazione di scienziati di razza italica (ariana): basti ricodare [segue lista]. Essa, anche dopo l'eliminazione di alcuni cultori di razza ebraica, ha conservato scienziati che, per numero e qualità, bastano a mantenere elevatissimo, di fronte all'estero, il tono della scienza matematica italiana, e maestri che con la loro intensa opera di proselitismo scientifico assicurano alla Nazione elementi degni di ricoprire tutte le cattedre necessarie."

[La foto è quella di Francesco Severi. Distintosi nella specialissima persecuzione dell'ex maestro e concorrente geometra -ebreo- Federico Enriques, Severi fondò l'Istituto Nazionale d'Alta Matematica. L'Istituto fu a lui intitolato dopo la sua morte. Prese parte alla riunione del 10/12/38]

9 commenti:

Solimano ha detto...

"Il lungo viaggio nel fascismo" di Ruggero Zangrandi uscì nel 1962 (Editore Feltrinelli) e suscitò uno scandalo che cercarono in tutti i modi di tacitare. Perché c'erano tutti i nomi di chi si era compromesso con le leggi razziali ed erano tutti ai posti di prima, a partire da Pende e dagli altri estensori del manifesto per la razza.
Nomi che noi non sapevamo, perché l'amnistia voluta dal lucido cinismo di Togliatti non riguardò solo i processi, ma permise a tutta la struttura di trasmigrare senza pagare nessun pegno, anzi avendo più opportunità.
In Emilia-Romagna, ex iscritti al PNF si iscrissero al PCI uno per uno, alla fine in massa. Cose che non si dicono né si vogliono ricordare.
In Francia non andò così. Recentemente Pansa in TV si è azzittito, quando ha sentito i numeri dei processi in Francia dopo la liberazione, e delle condanne a morte, e degli eccidi: molto superiori in Francia rispetto all'Italia.
La Francia ufficiale di De Gaulle, a quelli di Vichy la fece pagare, l'Italia ufficiale no, tutti zitti grazie a Togliatti (e al Vaticano). A me sembrano più ripognanti i tanti nomi che c'erano nel libro di Zangrandi (nomi che nessuno si sarebbe aspettato), che i nomi dei fondatori del MSI. Naturalmente Zangrandi (che era diventato antifascista nel 1939) fu completamente emarginato dal PCI e si tolse la vita nel 1970, a 55 anni.

grazie Màz e saludos
Solimano

Roby ha detto...

Lavorando in un Archivio storico comunale, mi son passate sotto agli occhi decine di lettere, fascicoli, affari generali dell'amministrazione locale (datati nel Ventennio '22-'42) in cui si sottolineava l'appartenenza o meno di un cittadino alla razza ariana, motivando così la sua ammissione o non-ammissione a godere di un certo beneficio, a ottenere un certo impiego, ad avere un permesso edilizio o una licenza di commercio...

E spesso le lettere si chiudono con "Saluti fascisti" -talvolta Fascistissimi- "Vincere", "Credere obbedire combattere"...

Sono questi gli incartamenti che cerco di schedare più in fretta ma più dettagliatamente degli altri, perchè ne rimanga il più a lungo possibile l'incancellabile ricordo.

Magnifico post, Màz. Alla faccia di Francesco Severi!

Roby

PS: Ma Enriques poi che fine fece?

Giuliano ha detto...

Quello che fa spavento non è che certe cose succedano (la natura umana è fatta anche di queste cose), ma che a distanza di tempo ci sia ancora gente che ritiene ancora buoni e lodevoli questi comportamenti.
E gente giovane, per di più.
Non si finisce mai di constatare che il mondo va avanti, ma che l'andare avanti non è di per sè un progresso.

Anonimo ha detto...

La memoria in Italia sembra essere stata completamente cancellata con i risultati che abbiamo sotto i nostri occhi.
Solimano, dici delle cose molto vere... le responsabilità sono tante e non tutte da una parte. Giulia

mazapegul ha detto...

Della deliberazione del Consiglio Scientifico dell'UMI mi ha colpito non tanto il sottofondo razzista e antisemita, del resto appiccicaticcio, quanto la richiesta (clientelare) di avere i "posti" lasciati liberi dai colleghi ebrei. Nel momento tragico e decisivo, quale fu il '38 per le sorti dell'Italia (e del fascismo), i matematici in posizione di leadership non si dividevano sull'oggetto delle leggi, ma vedevano solo l'interese del loro gruppo disciplinare.
Temo che anche adesso non sarebbe molto diverso, pur sperando il contrario (e ancor di più sperando che non venga l'occasione che ci metta alla prova).

Giuliano ha detto...

... che poi a Togliatti quel gesto non è che sia servito molto, visto che oggi quelli che furono da lui graziati lo chiamano assassino (per poi chiamare alla beatificazione un fucilatore vero come Almirante).

Solimano ha detto...

Nel dopoguerra, da bambino, avvertivo la falsità stentorea delle Catene di Fraternità radiofoniche, e i maestri elementari, e i professori di ginnastica, e le radiocronache di Niccolò Carosio, e ho visto Pio XII portato sulla sedia gestatoria, con i flabelli, peggio delle aide veronesi di Zeffirelli, e Il Piave mormorò e Vecchio Scarpone. La struttura fascista traslò e mantenne le posizioni. Fra i nomi del libro di Zangrandi c'erano Ingrao e Guttuso, Spadolini e Fanfani...
Togliatti era completamente privo di scrupoli, era in Russia al tempo del patto di non aggressione Hitler-Stalin. E quel poveraccio di Nenni si fece infinocchiare col Fronte Popolare. Nelle prime elezioni del dopoguerra il PSI aveva più voti del PCI. La storia non si cambia, ma queste cose vanno ricordate, perché i residui ci sono ancora: la tecnica di abbracciare il nemico quante volte l'hanno provata con Berlusconi. Do you remember Bicamerale mentre il povero Prodi doveva fare la parte dell'impiegato per il momento al governo? E Violante che in piena Camera racconta le intese con Mediaset prima delle elezioni?
Gli americani si metterebbero a ridere di una politica fatta così, quante se ne sono dette Hillary e Obama durante le primarie!
Tout se tien.

saludos
Solimano

16 dicembre 2008 0.01

Dario ha detto...

Nel 1931 su oltre milleduecento accademici soltanto dodici opposero un rifiuto al giuramento di fedeltà al fascismo: tre giuristi (Francesco ed Edoardo Ruffini, Fabio Luzzatto), un orientalista (Giorgio Levi Della Vida), uno storico dell'antichità (Gaetano De Sanctis), un teologo (Ernesto Buonaiuti), un matematico (Vito Volterra), un chirurgo (Bartolo Nigrisoli), un antropologo (Marco Carrara), uno storico dell'arte (Lionello Venturi), un chimico (Giorgio Errera) e uno studioso di filosofia (Piero Martinetti).

Solimano ha detto...

Nel 2002, la rivista Golem pubblicò dei brani tratti da "La difesa della razza", rivista fascista del tempo delle leggi razziali. Il titolo dell'indagine di Golem fu "Educare all'odio". Fra i tanti brani, farsescamente tragici, trovai questo, che pubblicai su Arengario. Fa pensare a che punto di scemenza erano arrivati:

Il guidatore mediterraneo

Il guidatore mediterraneo è padrone dell'attimo: egli è sempre là, dove è, nel pieno presente. Egli gira per le curve con la velocità del fulmine: quanto più ardito, quanto più difficile, tanto più splendido riesce il giuoco. A ciò non arriva il guidatore nordico: non perché egli sia un peggior guidatore, ma perché i suoi movimenti dello spirito e del corpo hanno un altro stile. Il nordico non vive dove è, ma sempre in ciò che viene: egli non è padrone del momento, ma padrone della lontananza. Egli non procede nelle curve, ma nelle linee larghe: per lui la curva è bella se essa è prevista e poi da lui stesso il meno possibile accentuata. Il guidatore mediterraneo ama il massimo della velocità: in esso si dimostra padrone dell'attimo. Il guidatore nordico si spinge sempre avanti, nell'avvenire, anche nel più lontano possibile avvenire. Perciò egli si forma un piano d'azione previsto per tutti i casi possibili, il quale disturberebbe il guidatore mediterraneo assai più di quanto non gli sarebbe d'aiuto.

saludos
Solimano