venerdì 26 dicembre 2008

Anti-favola di S. Stefano

Roby

Ieri, 25 dicembre, un bambino è nato in una mangiatoia a Betlemme, amorevolmente accudito da sua madre, riscaldato da un bue e da un asinello e festeggiato da pastori, angeli, re magi e stelle comete.
Oggi, 26 dicembre, un bambino è morto in una baracca nella pineta di Castelfusano, perchè sua madre -tentando di accendere un braciere per scaldarsi un po'- ha appiccato involontariamente il fuoco al tugurio di legno e plastica.
Nelle vicinanze nessun angelo, nel cielo nessuna stella.
Ed io, stasera, stento ad addormentarmi. Chissà perchè.


10 commenti:

Solimano ha detto...

Mi ricordo i giorni dello tsunami, in cui morirono centinaia di migliaia di persone: è un po' ostico pensare ad un dio provvidenziale in casi del genere. Voltaire l'aveva scritto per il terremoto di Lisbona e Leopardi per l'eruzione del Vesuvio, scrivendo sopra la poesia La ginestra con durissima ironia: "E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce" dal Vangelo secondo Giovanni. E il 26 dicembre non è più Natale.

grazie Roby e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

A volte me la prendo con me stessa perchè mi sembra di nascondere la testa sotto la sabbia a non voler vedere ciò che mi circonda. Ma non sempre ce la faccio. Non sempre sono così forte da sopportare il male del mondo. Oggi hanno dato tra le tante, due notizie, questa di cui hai scritto e quella del cagnolino salvato e ritornato alla sua padrona anziana e inferma. Mi sono commossa per entrambe. La prima per rabbia e la seconda per tenerezza. Sto invecchiando e come tutti gli anziani dormo poco:) Buona natte cara.

mazapegul ha detto...

Roby: è una cosa veramente orrenda. Tantopiù che, per stare alla Ginestra così a proposito citata da Solimano, non c'era in questo caso nessuno "sterminator Vesevo", ma solo un anello saltato nella "social catena".

Giuliano ha detto...

Non so se sia una cosa da farsi, ma riporto qui un commento di persona che va in Chiesa tutte le domeniche. Il TG5 (bell'esempio di giornalismo) informa che "l'uomo era uscito di casa per cercare lavoro".
"Ma che lavoro pensava di trovare, quello lì, a Santo Stefano?".
Povero Gesù. Chissà se è vero che siamo ancora un paese cristiano.

Anonimo ha detto...

Cara Roby,
è giusto pensare a chi non tarscorre un "sereno" a Natale, sono davvero tanti, troppi.. E' quello che dici tu è il simbolo di come il mondo sia diviso tra chi ricerca una felicità nel consumismo più sfrenato e chi a due passi da noi muore per non avere il minimo necessario. Io credo che questa ferita aperta dentro di noi la dobbiamo portare pur sapendo che non si può rimarginare. Ma è importante perchè forse solo così diamo una direzione alla nostra vita e non un'altra... Un abbraccio, Giulia

Roby ha detto...

Ieri sera -quando ho scritto il post dopo aver sentito la terribile notizia di Castelfusano- ero già di mio triste, cupa, immusonita da una certa sensazione di instabilità, di cose finite, di passato che non potrà più tornare, ecc ecc.

Insomma, Silvia, invecchio anch'io: e me ne accorgo soprattutto in occasione di Natale, Capodanno, compleanni...

Chissà fino a che punto mi inacidirò, incartapecorendomi sempre più, nel corso del 2009!!!!

Ciao a tutti!

Roby

Anonimo ha detto...

Ma nooooooooo. Sembrerai una dolce meringa piagnucolona come me:)

Ermione ha detto...

Quella sensazione di cui parli, Roby, "sensazione di instabilità, di cose finite, di passato che non potrà più tornare,", ha preso anche me l'altra sera. Mi prende sempre dopo natale, non so se dipenda dall'età. Forse.
Notizie come quella che hai riportato sono orrende, cose del genere avvengono a ogni ora, sentirle a natale è ancora peggiore. Ma la vita è così, piena di orrore e di ingiustizia, assurda ed incomprensibile per me.
Un abbraccio, comunque, cara mia concittadina.

Anonimo ha detto...

La notizia ha colpito molto anche me, però da un certo punto di vista è molto più scioccante il pietismo dei media e la disattenzione di chi queste tragedie potrebbe evitarle.
Come sempre non c'è un responsabile, eppure in TV c'era un sacco di gente che diceva che conosceva la situazione.

annarita ha detto...

Se penso al 2008 che sta per finire, le notizie orribili sono state molte, troppe. Qualcuno sostiene che non aumenta il numero dei crimini,delle disgrazie, delle tragedie, ma è solo dilatata e ampliata la nostra percezione di essi dalle dimensioni sempre più vaste del villaggio globale in cui spesso nostro malgrado viviamo. Sarà anche così, ma la dura realtà è che mi sento proprio come dicono Silvia e Roby e mi avvilisco sempre di più, sento venir meno la forza di indignarmi e di reagire, come se ci fosse poco da fare e quel poco fosse oramai superiore alle mie poche forze. È una bruttissima sensazione, che mi coglie sempre più spesso, e questo profondo scoramento mi deprime e mi delude. Complice l'atmosfera spesso falsamente gioiosa del Natale. Spero che diminuisca con il tramontare delle feste comandate perché non voglio arrendermi e smettere di fare quel pochissimo che nel mio piccolo ho sempre cercato di fare. Mi dispiace di non essere stata così cupa, ma in questo momento non vedo spiragli di luce.
Annarita