lunedì 8 dicembre 2008

Alla ricerca dell'arte perduta (6)

Solimano

Leonardo (?): Testa di fanciulla Galleria nazionale, Parma

Nella Galleria Nazionale di Parma c'è una tavoletta di legno (appena 27 x 21 cm), di cui i critici scrivono poco. E' una testa di fanciulla per cui si usa il nome La scapigliata. Nell'inventario Gonzaga del 1627 c'è scritto: "...un quadro dipintovi la testa di una donna scapigliata, bozzata... opera di Leonardo da Vinci". Il critico Alfonso Venturi era favorevole ad identificare la tavoletta della Galleria di Parma con il quadro che Ippolito Calandra nel 1531 proponeva di mettere nella camera di Margherita Paleologa, la sposa di Federico Gonzaga.
La tavoletta fu acquistata dalla Galleria di Parma nel 1839, da Francesco Callani, che era il figlio del pittore Gaetano Gallani, della cui collezione faceva parte: "... un piccolo Leonardo da Vinci, rarissima cosa da trovarsi ai dì nostri...". Come opera di Leonardo fu elencata nei cataloghi, finché il critico Ricci, nel 1896, ne negò l'autografia, sostenendo addirittura che era una imitazione tarda, opera forse dello stesso pittore Callani (che a quel punto avrebbe tentato il colpaccio, cosa non rarissima nella storia dell'arte). Ma il Quintavalle nel 1939 ne riaffermò l'autografia. Successivamente i critici quasi non ne parlano, perché è un'opera imbarazzante. Sembrerebbe incredibile che Leonardo abbia dipinto su una tavola di legno di così piccole dimensioni, ma è difficile sottrarsi al suo fascino, perché, facendo anche l'ipotesi che l'abbia dipinta il Callani a fine Settecento e che quindi sia un'imitazione, che farci? Tocca ammirare Gaetano Callani, perché imitazioni a questo livello non ne conosco. A me sembra saggio l' accostamento che fece il Venturi con la Leda di Leonardo, opera che non c'è più, ma che è sicuramente esistita, ed era a Fontainebleu, se Cassiano del Pozzo così ne scriveva nel 1623: "Una Leda in piedi, quasi tutta ignuda, col cigno e le due uova a piè della figura, dalle guscia delle quali si vede esser usciti quattro bambini (Castore e Polluce, Elena e Clitennestra)."
Evidentemente, è una copia della Leda di Leonardo il quadro che gli eredi Spiridon cedettero a Goering, e che tornò in Italia nel dopoguerra (adesso è agli Uffizi). Ne inserisco una immagine qui a destra. L'atteggiamento del volto è molto simile a qullo della scapigliata della tavoletta di Parma, e quel tipo di atteggiamento e di sguardo si trova anche in un disegno che sta nella Royal Gallery di Windsor e che inserisco in fondo al post. Ma della perduta Leda di Leonardo ci sono altre copie ben diverse, e ci tornerò.


5 commenti:

Giuliano ha detto...

Un Leonardo perduto è una gran tristezza.

Anonimo ha detto...

Questa "scapigliata" è davvero bella chiunque l'abbia realizzata. Giulia

mazapegul ha detto...

Concordo con Giulia, con Giuliano lacrimo.

Solimano ha detto...

Leonardo dipinse la Leda almeno quindici anni prima che lo facesse il Correggio (1530-31), più probabilmente vent'anni prima o anche più. La differenza rappresentativa non è però figlia del tempo intercorso, ma delle motivazioni dei due artisti, diversissime. Vi consiglio di cliccare l'immagine a destra, quella della Leda detta Spiridon, e di osservare con attenzione tutta una serie di particolari. La copia non è fedele, e non lo sono neppure altre due copie importanti che metterò nel prossimo post. Probabilmente perché, più che di copie, si tratta di quadri ispirati alla Leda di Leonardo, quadri eseguiti da pittori non mediocri. Evidentemente, c'erano aspetti molto coinvolgenti, ne dico quattro che ho riscontrato: la rappresentazione quasi umanizzata del cigno, la nascita di altri eroi mitici (ed eroine!) da grandi uova, il modo paesaggistico/metereologico quasi unico, diversissimo da quello in uso a Firenze e a Venezia e un tipo di erotismo forte, generalmente a noi sgradito ma coerente con l'orientamento sessuale di Leonardo (e di altri artisti, specie fiorentini).
Questa serie di post, a cui mi sto affezionando, non ha lo scopo di essere un cahier de doleances di opere perdute, ma di mostrare nei fatti come, nella realtà storico-artistica, non sono perdute affatto, perché c'è un continuum spazio temporale e di forme d'arte diverse che è come un grande fiume che tutto trasporta. L'idea nostalgico-romantica del grande capolavoro distrutto non è quella che sto perseguendo, mi piacerebbe invece investigare con levità come le motivazioni artistiche avessero dei riferimenti inattesi e che quindi non consideriamo. L'arte non è perduta, è nascosta nelle opere di chi l'aveva saputa capire.

grazie e saludos
Solimano

Habanera ha detto...

Come ormai sapranno anche i sassi sono stata di recente a Parma e, a proposito della "Scapigliata", ho avuto un'esperienza singolare.
Di tele splendide da vedere, in mostra alla Pilotta, ce n'erano fino a perdere la testa ed io la testa l'avevo già persa quando, all'improvviso, mi sono bloccata.
C'era qualcosa che mi attirava irresistibilmente, una cosa piccola piccola che neanche sapevo fosse lì, un quadretto bene illuminato, protetto da uno spessissimo vetro.
Era un volto di donna, circondato da una massa di capelli a serpentelli.
Era proprio lei... la Scapigliata.
In preda a un'emozione indicibile ho chiamato mio marito, che stava ancora contemplando un altro quadro, e gli ho detto: ma hai visto???!!!
Chi ne mette in dubbio l'autenticità è sicuramente più esperto di me, ma posso assicurarvi che è una delle cose più belle che abbia mai visto in vita mia.
Mi sentirei di mettere tutte e due le mani sul fuoco che è un autentico Leonardo.
Poi, se da questo momento non mi leggerete più, significa che le mie manine si sono bruciate e che non posso più usare la tastiera...
H.