martedì 4 novembre 2008

Uno-due

Massimo

  1. Per fare l'opinione pubblica, bisogna rendere pubbliche le proprie opinioni.
  2. Se pochi lo fanno, deperisce la democrazia

7 commenti:

Roby ha detto...

Uno: post sintetico. Due: però efficace!

R.

Ermione ha detto...

Pochi lo fanno perché è sempre più difficile farlo. La gente non è coraggiosa e l'opinione pubblica se ne sta ben zitta.

Giuliano ha detto...

Il cuore mi dice che ha ragione Massimo, la ragione e l'esperienza mi spingono da Arfasatto.
Però bisogna continuare a crederci, nonostante le facce e le risposte (anche da persone care).

Anonimo ha detto...

La domanda nasce spontex. C'è abbastanza democrazia perchè le opinioni possano essere espresse?

Massimo Marnetto ha detto...

E se fossimo noi a censurarci troppo?

Per manifestare la mia opinione - contraria o di sosotegno - scrivo ai giornali, alle ambasciate, alle Associazioni di settore come quella dei pastai e... per la maggior parte dei casi, mi rispondono o pubblicano la lettera.

In altri Paesi europei c'è più gente che "perde" tempo a manifestare il proprio pensiero.
Da noi, meno.

"Tanto - mi ha detto il mio amico Maurizio per spiegare la sua rassegnazione - non è che con una lettera puoi cambiare molto".

Così ho coniato il letale Murizismo: "Se puoi fare poco, non farlo affatto".

Giuliano ha detto...

Massimo, hai ragione. Però se tu vivessi qui tra Como e Varese...

mazapegul ha detto...

Io mi ci provo al lavoro. Nelle riunioni del dipartimento, ogni tanto, mi lascio andare ad esprimere un'opinione. Per esempio, che la biblioteca di dipartimento andrebbe fusa -more americano- in una biblioteca centralizzata assieme ad altri dipartimenti, per poter avere un servizio migliore facendo economie di scala.
Alcuni pezzi grossi del dipartimento m'hanno tolto il saluto.