giovedì 13 novembre 2008

Odi et amo

Stefania

Ho con la mia città un rapporto di odio-amore. Magari la prima è una parola grossa; diciamo allora di tolleranza appena sopra la sufficienza. Colpa del diffuso provincialismo, di certi modi, abitudini, comportamenti, piccole furbizie e insensibilità. La mia città è compagnona ma anche individualista, invidiosa ma anche altruista, fondamentalmente contraddittoria: si dà e si ritrae, promette e delude come una vecchia cortigiana, secondo la più genuina tradizione levantina, con tutti i pregi e i difetti che ciò comporta, non ultima la capacità di darsi da fare sempre finalizzata all'utile, un certo ingegno, uno spiccato senso pratico, una minor indolenza rispetto alla proverbiale accidia di ogni sud. La vita come una continua transazione; non per niente il genio innato degli affari e dei commerci è condensato in un documento medievale: Barensis nisi negotiat moritur. E per chi lavora nella e per la cultura è un mondo stretto verso cui provare facilmente insofferenza e disagio.

A questa città non sono mai riuscita ad appartenere, ed è quella da cui per lungo tempo sono fuggita cercando di radicarmi in altri luoghi. Il mio amore, quello per cui sono sempre ritornata ed oggi non la cambierei con alcun altrove, va alla sua luce, al riverbero abbacinante delle sue pietre, all'Adriatico che la lambisce senza altro diaframma che la bassa ringhiera del lungomare, all'aria chiara profumata di alghe e di sale che entra dalle mie finestre, al confine sottile che mi regala rispetto all'orizzonte, all'estate perenne che confonde i calendari e sospende ogni attesa e ogni misura. La mia città-isola, quella dove c'è il sole anche quando nel resto d'Italia piove, quella dove scirocco e maestrale rimescolano le voci dell'Egeo e del vicino Oriente e tu le respiri fino a che ti scorrono nel sangue.

Insomma, l'ultimo biglietto da visita di cui una città come Bari avrebbe avuto bisogno è proprio >> Antonio Cassano.

12 commenti:

Giuliano ha detto...

Cara Stefania, beata te. Quantomeno, Cassano ha del talento: ma a noi, che ci è toccato Umberto Bossi?
(e poi a Bari c'è il mare)

Anonimo ha detto...

Giuliano,
tu non sai lo spirito di emulazione nefasto che quest'individuo esercita sui ragazzini-bulletti. Magari fosse diventato il simbolo del riscatto, se è vero che ha talento. E poi, dall'articolo che ho linkato la cosa meno grave che emerge è che a Bari una patente di guida si compra "a buon prezzo"... Sob!

Solimano ha detto...

Le Puglie, che sono lunghe più di un'estate lunga, le ho conosciute a nord e a sud per turismo marino e per turismo culturale. Bari e Taranto (ben diversa) le ho invece conosciute per lavoro, sia nelle ferrovie che nella multinazionale, due approcci diversi e complementari.
Sono d'accordo in due cose: l'attivismo barese, che è meglio dalla passività di altri sud, e la negoziazione usque ad sanguinem.
Con due forti limiti: la nativa disposizione all'attivismo è di tipo individualistico, non comunitario, e quindi il problema è il solito, italico più che sudista: un meschino lobbysmo non finalizzato al merito ma all'appartenenza, e una negozizione che non ricorda che l'affare migliore è quello che si fa in due: fornitore e cliente (io OK tu OK), e quindi la diffidenza prevale sull'empatia... e, parlando chiaro, ci si sente fregati, come turismo e come lavoro (magari anche come cultura, non so).
Riguardo a Cassano, capisco l'idoleggiamento, ma osservo che a Roma l'idolo era Totti, ma quasi tutti ridacchiavano, pur nell'idoleggiare.

grazie Stefania e saludos
Solimano
P.S. Però una urgente legge regionale dovete farla: l'abolizione dello scirocco. Passai una settimana sconvolgente ad Ostuni: mare sempre mosso, sulla spiaggia sudavo stando sotto l'ombrellone, di notte non riuscivo a dormire. Provvedete, e migliorerà anche il resto.

Anonimo ha detto...

Caro Solimano,
quella settimana eri sciroccato, come da manuale. :D Nonostante io sia decisamente dalla parte del maestrale, non posso però condividere la tua proposta: qui in ogni casa – come in Trinacria – esiste (anche se non dichiarata) una stanza dello scirocco in cui riparare e arginare la diaspora delle forze e dei pensieri. Non vorrai mica abolirla? :)

Anonimo ha detto...

Che bel ritratto, Stefania. Passerò velocemente da Bari alla fine del mese, ma non credo che avrò il tempo di vederela. Ci sono stata quando ero ragazza e sportiva e mi era piaciuta molto. Un abbraccio, Giulia

Anonimo ha detto...

Giulia,
vederla no, ma vederci (ad esempio)?
È una proposta. :)

Roby ha detto...

Ho un'amica che ha sposato un pugliese (non so se di Bari), e che ogni estate va in vacanza lì, tornando a settembre con racconti di posti bellissimi, mare stupendo, cibo squisito, gente meravigliosa... Perciò, quando penso alla tua regione, cara Stefania, penso a tutto questo, e a quanto mi piacerebbe vederla, prima o poi.

Il link con Cassano mi scatta solo in un secondo (o terzo?) tempo. Testimonial di minimo spessore: tutto sommato, era meglio Nicola di Bari (non il santo, il cantante degli anni '70!!!)

Baciotti

Roby

Giuliano ha detto...

In Italia si mangia bene quasi dappertutto, ma ci sono quattro cucine FAVOLOSE: l'emiliana, la veneta, la pugliese, la toscana.
Poi l'ordine fatelo voi, secondo me si va a momenti, cioè a seconda di quello che viene pronto per primo.

Anonimo ha detto...

Roby,
guarda che Nicola (il Santo) è proverbialmente amante dei forestieri. Ti piacerebbe. :)

Giuliano,
basta un solo cenno e giuro che cucino per tutti voi. E poi ti voglio... a rifare la classifica. :D

Giuliano ha detto...

Tengo a precisare che a me piace poco il piccante, e quindi la mia lista esclude molto della cucina del Sud. Ma so che in Sicilia cucinano con l'uvetta, per esempio, e qui sono goloso. A molti non piace, a me sì.
(e a Napoli fanno dei dolci che sono proprio 'nu babbà)

mazapegul ha detto...

Stefania, sono stato a Bari la scorsa primavera per la prima volta dopo anni, in occasione di un convegno. Non conosco bene la città e ho solo un paio di amici baresi (tra cui una bravissima e serissima matematica), ed è forse per questo che ne vedo meglio i pregi che i difetti.
Cassano non sapevo neanche chi fosse, prima di leggere la sua candida confessione di non aver mai lavorato in vita sua. Tra una settimana me ne sarò dimenticato il nome. Di Bari, invece, mi ricordo sempre con piacere.
Màz-Nicola (di Bari, ovviamente!)

Habanera ha detto...

Conosco, più o meno bene, tutta l'Italia, all'infuori della Puglia e della Calabria, regioni in cui non ho mai messo piede perchè non è mai capitata l'occasione.
Mi perdo qualcosa? Probabilmente sì, ma proprio non mi ci vedo ad organizzare un viaggio di piacere a Bari o a Catanzaro, con tutto quello che ancora mi manca del mondo.
Stefania, mi vuoi bene lo stesso? E poi tu sei napoletana, mica barese...
H.