domenica 16 novembre 2008

Mama Africa

Giulia

Makeba "usava la sua musica come un'arma da battaglia"; l'ex attivista contro l'apartheid, Pallo Jordan ha detto "Teneva fisso lo sguardo alla meta e la meta era un Sudafrica libero, in un'Africa libera in un mondo migliore".
La chiamavano 'Mama Africa' perché è stata “la madre della nostra battaglia e della nostra giovane nazione" ha scritto Mandela. "Le sue melodie hanno dato voce al dolore dell'esilio che provò per 31 lunghi anni" ed è stata ''fresca speranza per il futuro''.
Così sabato il Sud Africa ha salutato per l'ultima volta, a Johannesburg, Miriam Makeba.
Aveva detto addio alle scene tre anni fa, ma aveva voluto esserci all'appuntamento organizzato contro la mafia e in sostegno di Saviano e tra la sua gente, i cittadini di colore che si guadagnano da vivere in Italia, nelle terre di camorra in provincia di Caserta a Castel Volturno dove sono stati trucidati con oltre 140 proiettili sei cittadini di colore. A Castel Volturno ha ricevuto il suo ultimo, lungo applauso dopo un'esibizione durata circa mezz'ora. La sua ultima canzone, quella che l'ha resa celebre nel mondo, è stata 'Pata Pata', una melodia che ricorda il nome di una danza del suo popolo.
“Mama Africa” appartiene al continente che l’ha vista nascere, ma appartiene anche un po’ a noi, a tutti quelli che si oppongono ad ogni forma di razzismo e di segregazione e che continuano in qualche modo la sua battaglia.
Bisogna renderle omaggio e ringraziarla. Belle le ultime le ultime parole che ha detto ai suoi amici africani per salutarli prima di partecipare al concerto contro il razzismo:
"Fratelli, per rendere il domani migliore c'è bisogno di comprensione non di scontri, altrimenti i nostri bambini non cresceranno".


3 commenti:

Roby ha detto...

Di Miriam Makeba cantante conoscevo solo Pata Pata, ma sapevo del suo impegno e del valore simbolico della sua figura.
Che se ne sia andata così mi sembra insieme incredibile ma "perfetto".
Sulla scena, come Moliére.

Roby

Giuliano ha detto...

Ieri Gianni Mura su Repubblica ha commentato che "le memorie di Antonio Cassano hanno preso molto più spazio della morte di Miriam Makeba: giusto per dire come siamo ridotti".
Sottoscrivo, e non solo per la Makeba.

annarita ha detto...

Non ci sono commenti. Del resto siamo abituati a leggere di tutto. Per fortuna abbiamo ancora la forza di indignarci.