sabato 22 novembre 2008

Mais où sont les blogs d'antan?

Solimano

Nel 2002 ero un sitaiolo. Scrivevo regolarmente in due o tre siti e non sapevo quasi nulla dei blog.
Quasi per caso, ne incrociai alcuni, che adesso non ci sono più, per diversi motivi in genere positivi: ad esempio, perché le persone avevano trovato un lavoro impegnativo e gratificante che non lasciava loro il tempo per tenere un blog. In genere quello che avevano scritto è sparito dalla rete, ed è veramente un peccato.
Però qualcosa mi ero salvato nel mio PC. Ecco un brano di un blog che non c'è più in rete, salvo gradita disconferma. La blogghiera era una giovane donna milanese che si era trasferita vicino a Firenze per seguire il suo lui che era medico, e pativa, ad essere lontana da Milano. Ammiravo (ed ammiro tuttora) il suo modo di scrivere: diretto, autoironico, mai triste pur di fronte alle difficoltà. Il blog si chiamava Mim*mina. Erano tempi in cui i difetti della commentaggine infierivano meno di adesso, si credeva in piena ingenuità di scrivere per se stessi, però facendolo come se si scrivesse per l'universo.
A poposito dell'ammirazione, io funziono in questo modo. Non sono invidioso ma invidiosissimo, e quando trovo qualcuno che scrive bene sento che scatta dentro di me la molla dell'invidia. Però ho la fortuna di essere ancor più curioso che invido, e subito dopo, zac, scatta un'altra molla, quella dell'ammirazione. Nessun merito personale, solo la fortuna di avere due molle invece che una. Il che significa che quelli che scrivono qui, così diversi l'uno dall'altro, almeno un dato in comune ce l'hanno: uno per uno li ho invidiati, qualche volta o spesso. Occhio all'invidia, meccanismo naturalissimo di cui è bene essere consapevoli, per gestirlo.
Ecco un brano di Mim*mina, in fondo c'è la data:

Job Searcher

Son già due volte che arrivo sulla porta dell'ufficio Job Center [che nome fine però!] del comune, faccio finta di essere lì per altri motivi, leggo un po' di manifesti affissi nel corridoio, poi giro i tacchi e vengo via.
Domani ho deciso; chiudo gli occhi e entro. Tutt'al più mi diranno che non hanno niente che fa per me. Ho la certezza però di essere un caso difficile.
Ho pure un paio di indirizzi un po' più promettenti da contattare nella prima città qui vicino (20 km).
Cominciamo bene nella mia ricerca (?) di lavoro; la grinta è veramente alle stalle.
Sono ancora in fase yaaaaaawn!, oggi mi è presa così; non che negli altri giorni vada tanto meglio, ma insomma..
Yaaaaaaaaaaawn !!
Il mio lui stamattina è partito all'alba tutto entusiasta con la cartella in mano per il secondo giorno di un corso di aggiornamento di 3 giorni con esame finale.
L'ho guardato da sotto il piumone con lo stesso sguardo con cui un entomologo studia un insetto raro. Mi chiedo dove trovi tutta quella grinta. Cos'è che lo spinge?
Di certo non i soldi o non solo quelli. C'è entusiasmo nei suoi occhi e nei suoi gesti quando mi racconta le cose nuove che gli hanno spiegato al corso.
Lui vive molto per il suo lavoro, lo fa veramente col cuore. Penso che questo lo faccia sentire utile e gli dia un ruolo definito e riconosciuto nella società. Vuole sentirsi affermato, cioé affermare quel che ha studiato per una vita applicandolo a modo suo.
Lui ad affermare la sua visione del mondo e io invece qui a spippolare sul pc nella mia casetta.
Internet e la casa sono un caldo rifugio da cui è difficile sfuggire. Rassicuranti, tiepidi, tranquilli.
Mi sento
una nave in bottiglia.
Però che palle no? Che noia che tedio che noia. Sempre a lagnarsi queste donne... mai contente.

Vorrei essere un uomo qualche volta.
Giusto qualche volta però.
24.10.2002


Liotard: Maria Adelaide (1753) Galleria degli Uffizi, Firenze

7 commenti:

Giuliano ha detto...

E' un po' come quando si chiacchiera, o si ascolta per caso un discorso per strada: non capita spesso, ma alle volte ci sono dialoghi che si vorrebbero in qualche modo conservare.
Ne ho qui due o tre recenti che vorrei trascrivere, e prima o poi lo farò, ma senza la presenza fisica delle persone si perde molto.
Qui siamo in presenza di una che sa scrivere, perciò la mancanza di fisicità non si avverte, sembra davvero di essere lì.

Fulmini ha detto...

Grazie del post salvato. Bene hai fatto, generoso nuovo amico mio (ma dove ti eri cacciato in tutto questo tempo?)

Quanto all'invidia, non so se veramente tu lo sia, forse si e forse no, forse lo ammetti e forse lo inventi. Comunque sia, io non sono invidioso. Anch'io sono un ammiratore, ma non un invidiatore. Sì, lo so, stai per dirmi che tutti lo siamo, in qualche misura, eccetera. No. Non me ne vanto, ma no.

Come? Vuoi sapere come mai? Ebbene, perché sono superbo. Veramente superbo (come Gesù - ho cercato di mostrarlo e dimostrarlo nel sito-rivista). Un vero superbo non può essere invidioso.

Anonimo ha detto...

Che cos'è questa improvvisa nostalgia...?
Io sono come te, invidio, ma senza augurare male, solo vorrei anche io...se magari...si potesse!
Ma come Fulmini anche io sono superba. Da ragazzine si giocava a chi vorresti essere, e io ci mettevo un sacco prima di rispondere sempre allo stesso modo, me stessa. Non ero bella ma avevo qualcosa dentro che avevo paura di perdere, e non volevo. Per la scrittura invece, farei a cambio con molti, e subito!

Roby ha detto...

Ho rivisto da poco, vis-à-vis, la Maria Adelaide di Liotard, nella sala degli Uffizi che la ospita da tempo, e posso riferirvi che stava benissimo, ma che non aveva ancora finito di leggere il suo libro. Bello anche il suo costume all'orientale; appena un po' sgualcito, a furia di star lì distesa...

Roby

PS: post nostalgico ma frizzante: bevuto tutto d'un fiato!

Solimano ha detto...

Fra quelli che la Chiesa ha chiamato Peccati Capitali, ce ne sono due che godono cattiva stampa: l'Avarizia e l'Invidia, mentre l'Ira e l'Accidia, vabbè son vizietti alla quanno ce vo' ce vo'. La Gola idem, salvo le diete del dottore, e la Superbia è quasi una virtù, una virtù superbe, direbbero i francesi. La Lussuria poi, c'è da preoccuparsi se uno dice di non essere lussurioso, gli si consiglia subito un andrologo.
Lorenz ha chiarito in un bel libretto l'origine etologica dei cosiddetti Peccati Capitali, ad esempio, le piccole conifere che crescono sui massi erratici nei ghiaioni delle Dolomiti derivano dai pinoli portati (e dimenticati) dall'Avarizia dei corvi e delle gazze, mica dal vento. Le società conoscono benissimo l'utilità dell'Invidia nello scatenamento della competizione emulativa. Quando c'era l'infornata delle nomine, non si contentavano di renderla disponibile informaticamente, ma la mettevano in apposti tazebao di fronte a cui si raggruppavano i popoli e si sentiva nei fiati il respiro dell'Invidia.
Non voglio convincere nessuno, ma la competizione in balera, l'avete provata sì o no? Non è che, quando vedevate che Samantha preferiva ballare con il vostro amico invece che con voi facevate i salti di gioia. Sono discorsi non provocatori, ma legati ad un fatto in cui credo: si gestisce ciò di cui si è consapevoli, altrimenti si è gestiti, e può essere un bel guaio.
Per fortuna esiste anche la Curiosità che sarà la virtù delle Serve e delle Portinaie, ma sicuramente rende meno noiosa la vita. Curiosità significa rapportarsi ad altro da sé, è una virtù relazionale.

grazie e saludos
Solimano
P.S. Avercene, di gente che scrive come Mimmina: in ogni riga c'è una cosa, spesso due, e anche le idee sono idee-cose. La chiusa poi, quel solo qualche volta però, la trovo del tutto incantevole.

Habanera ha detto...

Concordo, Mimmina è incantevole. Chissà dov'è adesso, cosa fa, che lavoro ha trovato. Sono passati sei anni... magari ha dei figli (lavoro impegnativo) e del suo blog neanche si ricorda più. Peccato.

Gli invidiosi, quelli veri, sono persone acide e infelici e in più sono anche dei terribili menagramo.
Per quanti sforzi faccia non riesco a ravvisare in te neppure una di queste cose.
Caro Solimano, mi sa che ti stai sbagliando e che delle due molle a te funziona solo quella dell'ammirazione.
H.

Anonimo ha detto...

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