sabato 15 novembre 2008

Appunti per un manifesto

mazapegul


Ben rappresenta la coalizione che ci governa un mio amico a cui è stato chiesto di entrare nella lista della destra nel mio comune, e tentenna dicendo: "Se entro, sfascio tutto." Già, impegnarsi per "sfasciare".
I partiti d'opposizione, avendo perduto il contatto con buona parte del paese (non solo per loro colpa, ma soprattutto a causa di processi storici di lunga durata), stentano a rappresentare la parte degli italiani che di questa deriva "sfascista" non sentono proprio bisogno. Una parte forse minoritaria, ma non tanto, e molto vitale.
Lo ha mostrato in queste settimane il movimento cresciuto sui temi di scuola e ricerca. Colpisce l'apparente unanimità tra gli studenti e i ricercatori di fisica nell'opporsi ai tagli alla ricerca: non gli studenti di Scienze Politiche, sempre pronti a far casino, o quelli del DAMS, alla ricerca dell'occasione "situazionista"; ma i fisici, quelli che più di ogni altra categoria di ricercatori incarnano -nel bene e nel male- l'élite (magari precaria, magari sottopagata) della moderna società tecno-scientifica.
Fa male il primo ministro a scherzare sull'adesione non oceanica alla manifestazione di ieri, perchè anche solo l'adesione di qualche centinaio di studenti di fisica dovrebbe essere preso come un segno di pericoloso scollamento tra il governo e il futuro del paese.
Del resto, è proprio guardando ai fisici, quelli giovani e quelli maturi, che si coglie l'inconsistenza del mantra così spesso ripetuto da destra, quello dell'"invidia sociale". "Invidiosi sarete voi," sento già mormorare i fisici. "Anzi, siete troppo ignoranti per poter essere invidiosi, non siete nemmeno in grado di rimpiangere quello che non sapete. Invidiosi di noi sono i nostri fratelli minori, i matematici."

5 commenti:

Giuliano ha detto...

A proposito, dovresti fare un commento sull'ultima uscita della Gelmini, che lei è contraria alla "cultura del 18".
Queste storie del 18 politico erano già vecchie nel 1974, quando io ne sentivo parlare come di cose del passato. Più tardi, ho trovato amici e amiche che mi hanno raccontato cose strane nell'Università, tipo esami fatti con l'amico dell'amico, o con un professore solo invece dei tre obbligatori, e via elencando fino alle scoperte dei Carabinieri che ben sai (lauree comperate per sesso e per denaro, parenti compiacenti, eccetera).
Invece qui sembra che la colpa sia sempre di quattro scemi del 1968: ma si sono accorti che dal 1968 sono passati quarant'anni?

mazapegul ha detto...

Giuliano,
dal '68 in poi la situazione delle facoltà scientifiche italiane è migliorata, non peggiorata. Non è detto che sia merito del '68, ma il dato di fatto rimane.
Quello del '68 che avrebbe svaccato tutto è un mantra, forse giustificato dalla situazione di alcune facoltà umanistiche di alcune università, ma non certo dai dipartimenti di fisica o di matematica. Sarà un caso che lo svacco clientelar-nipotistico di cui giustamente si scandalizzano i giornali sia in luoghi in cui il '68 non passò affatto?

Anonimo ha detto...

Le uniche insegnanti che ancora hanno voglia (ormai rare) di insegnare, di relazionarsi ai ragazzi arrivano tutte dal '68, io compresa. Una voltaho rincontrato dei miei allievi ormai all'università e uno di loro ha detto all'altro: "Quanti di noi hanno avuto la fortuna di incontrare un'insegnante sessantottina?"...
Gli ho chiesto chi era e lui mi ha risposto "lei, no?". Come aveva fatto a capirlo?

Solimano ha detto...

Bella la storia di quelli che sono talmente ignoranti da non poter essere invidiosi! E' proprio così che succede. Ma c'è una cosa ancora peggiore, e molto diffusa: appena si accorgono che una cosa non la sanno, saltano alla conclusione: a me non serve ed è comunque una stupidata.
Non sapevo però che voi matematici foste invidi dei fisici, credevo il contrario: che i fisici vi ritenessero tutti dei gatti sotto l'armadio.

grazie Màz e saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Per rimanere in argomento, e riprendere l'inizio del tuo pensiero, questa storia del "se vado lì sfascio tutto" mi ricorda quella del "gliele ha cantate chiare!", magari riferite a Pippo Franco e Oreste Lionello.
Tutte strade che non portano a niente, ma quante volte ci tocca di ascoltare commenti come questi.