martedì 1 luglio 2008

Umidità

La vedova del piano di sopra.
Glielo avevo detto non so più quante volte che quella chiazza sul soffitto mi preoccupava.
L’avrei presa con maggior filosofia in bagno, in cucina, in camera da letto. In biblioteca, no. Io non ho un salotto o una sala da pranzo. Ho una biblioteca.
La vedova mi aveva assicurato che suo figlio sarebbe venuto stamattina presto a controllare.
È venuto, è vero, ma mi ha fatto fare tardi e ho perso il tram, così sono tornato a prendere la macchina, che non è partita.
Ho cercato un taxì e sono arrivato proprio mentre il capo guardava con occhio belluino la mia scrivania vuota. Le pratiche erano tutte della massima urgenza; il distributore automatico mi ha preso due volte i soldi senza darmi il caffè e a mensa il mio posto era occupato da tre oche giulive che si ammiravano a vicenda la French appena fatta.
Mentre un cliente importante si lamentava, ha chiamato mia madre per sapere che cosa avevo mangiato a pranzo.
Gabriella ha stigmatizzato via sms la mia discutibile tendenza a temporeggiare su questioni fondamentali, tipo il posto per le vacanze o la sera in cui invitare a cena sua sorella, suggerendo una pausa di riflessione sul nostro rapporto.
All'uscita pioveva e mi sono infilato per un pelo nel tram, fra una donnona sudata, carica di borse della spesa, e un ragazzetto brufoloso con l’IPod a palla.
Sono dovuto scendere un paio di fermate prima della mia, perché i Vigili del Fuoco avevano bloccato la strada.
Un fumo nero e denso sgusciava dalle finestre sotto le mie, finestre che la giovane coppia arrivata da poco nel condominio guardava con desolazione e spavento.
Mi sono fatto il marciapiede di corsa, gli occhi incollati sulla cisterna che inondava d'acqua il palazzo.
La vedova del piano di sopra accarezzava il gatto obeso e io guardavo, con desolazione e spavento, l'unica finestra aperta di casa mia. Quella della biblioteca.
"E lei che si preoccupava per una chiazzetta di umidità..."



4 commenti:

Solimano ha detto...

Annarita, questo esempio viene proprio al momento giusto, per capire le modalità di caricamento ed utilizzo della biblioteca, che ognuno di noi può costruirsi nel blog.
Infatti, correttamente, hai messo l'etichetta "Annarita - Storielle così" e non le etichette "Annarita, Il diario in rete", che avresti messo se appartenesse a Il diario in rete, e così difatti figura nella lista "Libricini, libretti, libroni e diario" all'inizio del blog. Si tratterà poi di agire sulle Opzioni (data e ora) in modo tecnicamente strumentale, così che tutte le Storielle così siano fra loro contigue nel blog e non mischiate con altri libri e col diario e siano nell'ordine naturale di lettura che tu desideri. La possibilità di agire sulle opzioni ce l'ha sia l'admin che il guest ed è una operazione facile. Per fare un esempio già esistente nel blog e che mostra come si fa, basta guardare le Novellette degli odori che ho cominciato a caricare (ne ho inserito 14 su un totale di 54) e guardare le date e le ore di caricamento di due Novellette contigue: la data è la stessa, le ore sono diverse per cinque minuti, e così via. In questa modalità, che non è di data reale, come per il diario in rete, ma di data fittizia, c'è un ulteriore vantaggio: che sono possibili gli inserimenti (introduzione, indice, sigoli post etc). Basta scegliere l'ora fittizia più opportuna nelle opzioni. Abbiamo imparato che la cosa più semplice da fare è quella di scegliersi un mese o una decade e che gli altri lo sappiano, in modo che scelgano mesi e decadi diverse. Sembra complicato ma è operativamente facile. La conclusione è che nel blog, come è giusto, Il diario in rete appare dall'ultimo post inserito e si va indietro (come succede normalmente nei blog), mentre i libricini, libretti e libroni hanno l'ordine naturale di lettura a cui siamo abituati con i libri stampati.
Il che non toglie che nel testo del post si possa indicare la data in cui quel post, paragrafo, capitolo, chiamiamolo come vogliamo, è stato scritto nella vita reale. Ci accorderemo via email fra di noi sul mese o decade a tua disposizione e alla fine questo post avrà la sua data ed ora fittizia. Però adesso lo lascio qui perché è un esempio pratico di come ci si può costruire un libro nel blog simile ad un libro stampato, e non rovesciato. E' un po' un uovo di Colombo. Un altro vantaggio è che non ci sarà un continuo gioco di link per passare da un capitolo all'altro delle "Storielle così", ma appariranno una di seguito all'altra e la lettura sarà più distesa e meno frenetica. Anche la scelta del formato largo del blog è fatto per questo motivo: non ci sono colonne affiancate che tolgono spazio al testo, che ha meno righe ma più lunghe. Proprio una biblioteca! Ci mettiamo d'accordo via email fra un giorno o due.

grazie Annarita e saludos
Solimano

Roby ha detto...

Annarita, ho i brividi!!!! Un po' per l'acqua gelata, un po' per tutti quei libri affogati... brrrr!!!! Ma secondo te, stenderli al sole basterà???

Baciottoni

Roby

Anonimo ha detto...

Mi hai fatto tornare alla mente una storia analoga che mi capitò secoli fa alle Cinque terre, Monterosso per la precisione. Un incubo.
Ciao carissima ti leggo sempre volentieri. Bacioni.

mazapegul ha detto...

Amarissima storia! Complimenti! (Sperando che sia tutta fiction!)