giovedì 23 ottobre 2008

Tabula rasa

Roby
Il ministro Gelmini, qualche settimana fa, annunciava l'entrata in uso anche nella scuola italiana della LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) , sorta di grande monitor piatto, collegato a computer, su cui "scrivere" con il mouse, o con il dito o forse (?) semplicemente con la forza del pensiero. Strumento costosissimo e tuttavia indispensabile per l'educazione dei ragazzi in epoca di hardware software & internet, già adottato da Stati Uniti, Germania, Spagna, ecc. ecc. Volevamo forse che i nostri alunni fossero (o continuassero ad essere?) i più ciuchi d'Europa? Certo che no! E la lavagna tradizionale, con gesso e cimosa, non bastava più, che diamine. Quella elettronica sì, che apre le menti, allena i neuroni, mantiene in esercizio le cellule grigie.
Pare (incredibile a dirsi!) che in passato, sull'italico suolo, gente come Virgilio, Catullo, Dante, Petrarca, Boccaccio, Leonardo, Galileo, Leopardi, Manzoni, Marconi, Fermi e Montale sia riuscita a mettere insieme due parole di senso compiuto o quattro concetti in croce senza bisogno di ausili informatici. I più anziani, fra loro, usavano addirittura fogli di papiro come supporto scrittorio, ma solo per i testi in bella copia: per gli appunti era diffusa la tavoletta spalmata di cera, su cui s'incidevano i segni con lo stilo. Dopodichè, una bella passata con la spatola et voilà! Tabula rasa: pronta per nuovi, emozionanti equilibrismi della mente. Anche senza Access, Excell, copia-e-incolla-e-poi-dimentica: tanto, poi, ritrovi tutto nell'hard-disk.

3 commenti:

mazapegul ha detto...

Casualmente, mi ero documentato un po' di tempo fa su questo prodigio. La lavagna elettronica è un bellissimo gadget per chi lavora a distanza. Invece di impazzire a trascrivere -p.es.- i calcoli in formato latex (ore di lavoro), scannerizzare i disegni e spedire una marea di file oltre oceano, basta scrivere sulla lavagna e, in tempo quasi reale, ciò che scrivi appare al tuo interlocutore. M'ero informato perché vorrei attrezzare in dipartimeno un laboratorio a uso di quelli che hanno collaborazioni a lunga distanza.
Ovviamente, il gadget ha scarso o nullo uso in una scuola elementare, media o superiore. Si può immaginare, se gli insegnanti hanno dei progetti su come usarla, di avere una lavagna siffatta in un grande istituto superiore, non di più. I licei artistici e affini saprebbero probabilmente come farne buon uso.
Sono stato di recente sia negli USA che in Spagna e non ho visto l'ordigno da nessuna parte, non nei dipartimenti di matematica, almeno. Si tratta, per il momento almeno, d'un prodotto assai di nicchia, di cui è inutile fornirsi se non si ha un'idea di come impiegarlo.
Màz

Solimano ha detto...

Su queste opportunità io mi tengo sul valutativo: "può darsi", "dipende".
Ad esempio, in questo blog si usano pochissimi link, ma in futuro non è detto: se io vorrò fare l'indice delle 54 Novellette degli Odori, dovrò fare un post iniziale con 54 link, e così via.
Però normalmente (e l'ho visto spesso in ditta), quando esce una nuova facility ci sono gli assatanati a plotoni affiancati che la usano comunque, perché c'è. Succede anche in rete, con la storia di Anobi e le immagini tutte con la Flikkeria, mentre il problema vero non è la disponibilità delle immagini, ma la scelta della immagine appropriata.
Lo sfottò migliore a queste manie l'ho visto fare da certi giovani professori della Bocconi che venivano da noi a tenere dei corsi; c'è la lavagna luminosa? Bellissimo! Mettevano su un traparente intonso e col pennazzuolo ci disegnavano sopra degli incredibili sgorbi mentre parlavano. Mentre quelli negati a parlare in pubblico arrivavano in aula con foils bellissimi credendo di aver risolto il loro problema di scarsezza orale. Li chiamavamo: "I passatori di foils", la lezione non andava bene (c'era il feed back) e loro davano la colpa al grafico dei foils... Dicono che "link is the key", non è vero, è uno strumento utile, ma se ce ne sono troppi è peggio. Quello che mi aspetto è una tecnologia hardware veloce ed a basso costo che permetta stampe di qualità al singolo PC domestico. A quel punto vedrai che divertimento per chi fa l'editore per sé stesso. Una mia amica con l'Apple ha già fatto dei libretti incantevoli.

saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Prima di tutto bisogna insegnare a leggere, e poi a scrivere.
Poi, imparare a fare i conti...
Invece, i genitori di un tal Renzo, nell'alacre Lombardia, hanno fatto ricorso in tribunale contro la seconda bocciatura del figlio: questa sì che è coerenza, ed esempio al popolo tutto.

Io mi ricordo a scuola che insegnavano un metodo di sintesi per la formaldeide: i miei compagni sbuffavano, "ma quel metodo lì non lo usa più nessuno".
Era vero, ma per studiare e capire la chimica era un esempio perfetto.
Idem con le calcolatrici: perchè star lì a far fatica con le divisioni quando c'è la calcolatrice?
Poi si finisce tutti come nel racconto di Asimov, dove gli scienziati ascoltano e osservano stupefatti l'uomo che sapeva mettere i numeri in colonna e fare addizioni e sottrazioni, una scienza perduta e misteriosa.