lunedì 13 ottobre 2008

Il portiere del Milan

Giuliano
« ... il portiere del Milan...»
Passando da un locale all’altro, nella libreria Feltrinelli in Galleria, mi trovo proprio in mezzo a due commessi che stanno parlando fra di loro. Uno dei due ha fatto una breve ricerca per un cliente, l’altra sta rovistando negli scaffali, a una decina di metri di distanza; io mi trovo proprio in mezzo e lì per lì non capisco. Poi mi viene in mente, quella cosa lì l’ho letta anch’io. « C’è un sacco di roba sul portiere del Milan, in rete.» sorride il ragazzo, davanti all’espressione perplessa della sua collega. « Adesso dobbiamo preoccuparci anche di cosa dice il portiere del Milan...» sorridono insieme, ma io sono già al reparto dei tascabili: loro erano in quello dei libri di Storia, e l’argomento era il fascismo.
Il portiere del Milan si chiama Christian Abbiati, ha giocato anche nella Juve e in Nazionale, ed ha poco più di trent’anni: se non sbaglio, è nato nel 1977. La settimana scorsa ha dichiarato pubblicamente la sua fede fascista: è sicuro che il fascismo era un’ottima cosa, tranne che per le leggi razziali e l’entrata in guerra. Che è un po’ come dire “Mi piacciono molto le banane, però butto via la buccia e tutta quella polpa bianchiccia che c’è in mezzo.»
E’ una dichiarazione che purtroppo abbiamo sentito fare molte volte: l’Ordine, la Patria, la Famiglia, la Religione, tutte maiuscole, e poi, ma sì, è vero, le leggi razziali e l’entrata in guerra, come se fossero due bazzecole. E mai nessuno che gli ricordi la Corruzione (causa prima per il delitto Matteotti, anno primo E.F.), il Tradimento e lo Sfacelo (chi c’era al governo quando si arrivò alla “morte della Patria”, l’8 settembre 1943?), eccetera eccetera. Mai nessuno che ricordi che gli Ebrei erano anche loro cittadini italiani, spesso patrioti (gli Ebrei erano già italiani duemila anni fa), a volte perfino fascisti (alcuni ebrei fascisti sono stati buttati nelle Fosse Ardeatine). Ed erano italiani anche i fanti e gli alpini mandati a sicura ed inutile morte da Mussolini in Russia, in Grecia, in Albania, ad El Alamein; ed erano italiani anche i fiumani e gli istriani, costretti a fuggire dalle loro case per gli esiti di quella rovinosa guerra fascista. Ma se faccio tutta la lista delle cialtronerie e dei tradimenti fascisti, questo post rischia di non finire più.
Quello che vorrei sottolineare è questo: che il parere del portiere del Milan conta, eccome se conta. Il portiere del Milan, o il centrocampista della Lazio, hanno più voce in capitolo di chiunque altro, in questo disgraziato inizio di millennio. Sono loro che influenzano i giovani, soprattutto quelli più giovani. E tutto questo nel silenzio totale: non dico che ci si scandalizzi, ma quantomeno dire le cose come stanno sarebbe già qualcosa. Invece, anche l’articolo su Repubblica (quello che ho letto io) si limitava a riportare le dichiarazioni di Abbiati senza alcun commento o rettifica.
Il giorno che il portiere del Milan si dichiarerà omosessuale, saranno tempi duri per le ragazze.

8 commenti:

Dario ha detto...

Purtroppo nulla è casuale e privo di conseguenze, si scivola credendo non arrivi mai il baratro.

Ciao, Dario.

Solimano ha detto...

Giuliano, vorrei proprio darti contro (perché sono contrario alla legge che vieta la ricostituzione del partito fascista), ma purtroppo hai ragione: basta un Christian Abbiati qualsiasi a sdoganare ogni stupidata, grave o lieve che sia. Hai sentito di Corona, quello con le mani in pasta fra attricette disponibili, scoop e intercettazioni? Gli chiedono l'autografo per strada...

saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Io penso che a scuola bisognerebbe insegnare due cose:
1) che tutte le teorie economiche e sociali vanno sempre verificate stando sul pratico. Sulla carta, il comunismo è perfetto. Sulla carta, il liberismo e il capitalismo sono ottimi. Sulla carta, perfino il fascismo ha delle buone cose da proporre: ma la realtà non è sulla carta, la realtà è verifica continua.
Un buon esempio: io parto da Milano e fra tre ore sono a Rimini: in teoria è così, in pratica è tutta da vedere. E se c'è un ingorgo e si va a passo d'uomo?
2) bisogna imparare a dire LE DITTATURE. Non basta più dire il fascismo. Le dittature, uno solo o pochi che comandano, questo è il male. Magari far leggere Orwell spiegando che non riguarda mica solo Stalin.
Però poi basta uno che fa un rutto, come diceva - mi pare -Umberto Eco, e anche Kant viene distrutto completamente. Davanti a un rutto (e chiedo scusa per il paragone, ma serve) siamo tutti indifesi.
Penso che Dario queste cose le sappia bene..
(a proposito, benvenuto: però, lo sai che in Stanze all'aria sei ancora un clandestino?)

Solimano ha detto...

La faccenda del rutto è verissima, succede proprio così, e contro il rutto non ci sono argomenti, se non sapere che siamo sempre a richio rutto.
Il punto è che la democrazia è sempre a rischio, perché frutto di cultura, non di natura, e dove esiste il monopolismo di qualsiasi genere (economico, culturale, religioso, ideologico etc)la democrazia è di pura facciata.
Riguardo a Dario, sarà un clandestino, ma a me fa piacere che ci sia, per tanti motivi.

saludos
Solimano

Habanera ha detto...

"Non si può equiparare chi combatteva per una causa giusta di uguaglianza e libertà e chi, fatta salva la buona fede, combatteva per la parte sbagliata".

Lo ha detto Gianfranco Fini, un mese fa, e quasi non credevo alle mie orecchie.
Giuliano, voglio sperare che sia una svolta decisiva per la destra italiana.
Ho bisogno di credeci.
H.

Giuliano ha detto...

In questi giorni ho visto arrivare dei buoni segnali, dal mondo del calcio: le dichiarazioni di Marcello Lippi, di Cannavaro. Speriamo in bene, non tutti sono stupidi.

Roby ha detto...

Commento lapidario di mia figlia (pur di fede milanista): "Quello è un cretino. E comunque non gioca in nazionale".

Che dite, si può ancora sperare in questa gioventù?

Roby

Giuliano ha detto...

Complimenti alla ragazza: però vedi come siamo ridotti? Ormai allo stadio (e non da oggi) ci vanno solo gli idioti e gli esaltati. Tabula rasa, o quasi, per i papà col bambino: e se ci vanno ci vuole un bel coraggio.
Sono orgoglioso di aver votato per il primo governo (Prodi & Padoa Schioppa) che ha osato fermare questa macchina d'immondizia: sono un tifoso appassionato di calcio, ma c'è un limite a tutto.