mercoledì 29 ottobre 2008

Concorso di poesia

Annarita

Alcune settimane fa ho partecipato ad un concorso di poesia organizzato da una nota casa di abbigliamento intimo. Perché l'ho fatto? Perché la poesia che avevo, tra altre nel cassetto, mi sembrava molto adatta al tema, e soprattutto perché volevo un confronto.
Non ho la pretesa di saper scrivere poesie, mi accontento di mettere nero su bianco frammenti si emozioni, di riflessioni, di sentimenti.
Ma non è questo il punto, il nocciolo del discorso.
Non sono rimasta stupita dalla grandissima quantità di poesie partecipanti quanto da un altro fatto, molto inquietante.
L'organizzazione del concorso ha dovuto ben presto mettere mano al conteggio dei voti per porre un freno alla slealtà di un buon numero di concorrenti: i suddetti si registravano di volta in volta con nickname diversi per attribuire il punteggio minimo alle poesie meglio piazzate in classifica e il punteggio massimo alla propria.
Pensateci un po', che dispendio di tempo e di energie per raggiungere in modo tanto scorretto il vertice della classifica.
Ma che gusto ci sarà a cercare di vincere così persino un concorso di poesia?
Possibile che qualcuno voglia sempre mettersi in mostra e arrivare primo calpestando le più elementari regole dell'educazione e della correttezza?

5 commenti:

Massimo Marnetto ha detto...

Sarà stato il solito 'grigio pirla'

Non te la prendere, cara Annarita
Ciao

Anonimo ha detto...

Mi pare normale Annarita purtroppo ai giorni nostri. Credo che siano persone che soprattutto non hanno rispetto di se stesse.

mazapegul ha detto...

Diabolico! Le bolle speculative e le manovre al ribasso hanno contaminato anche l'agone poetico!
O tempora, o mores!
Màz

Solimano ha detto...

"Oh! Questa vita sterile, di sogno!
Meglio la vita ruvida concreta
del buon mercante inteso alla moneta,
meglio andare sferzati dal bisogno,
ma vivere di vita! Io mi vergogno,
si', mi vergogno d'essere un poeta!"


Adesso ho capito perché Gozzano si vergognava: fanno i ballottini, i Signori Poeti (anche certe Signore Poetesse, di sicuro).
Hai fatto benissimo, Annarita. Un'altra volta parliamo degli editori che vivono sulla pelle delle decine di migliaia di ambiziosi che aspirano alla pubblicazione e sono disposti a tutto pur di ottenerla. Umberto Eco ci scrisse su delle pagine bellissime nel Pendolo di Foucault.
Però... però... potremmo fare una gara di poesia fra di noi, ma senza ballottini, prendendo le impronte digitali ai nickname.

grazie Annarita e saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Cara Annarita, dev'essere la stessa gente che va furtivamente nei negozi a staccare i punti dei concorsi premi e poi rimette sugli scaffali le scatole rotte e i barattoli senza etichetta...