lunedì 9 giugno 2008

L'amore nei Baci Perugina

Fragonard: L'altalena (part) 1767 Wallace Collection, Londra

Una mia amica asseriva che le lettere d'amore si scrivono alla sera e si imbucano subito, perché se si aspetta la mattina e le si rilegge, ci si vergogna di quello che si è scritto e non le si spedisce più. Facendo male, fra l'altro, perché l'amata lontana non è interessata ad una analisi psico-linguistica, ma proprio a quelle frasette zoppicanti e scoppiettanti, come un legno verde in un camino di buon tiraggio.
Ma oggi, la disponibilità della rete permette delle indagini approfondite. Una delle fonti più importanti è la collazione dei messaggi dei Baci Perugina. Esistono diversi siti che contengono abstracts o addirittura l'opera omnia, con varianti, lectio facilior, nuove proposte ed il doveroso armamentario critico.Per i miei scopi, è bastato estrarre alcune decine di questi messaggi, perché la ripetitività e la ridondanza sono notevoli, ma anche perché ho grigliato del tutto (o quasi) gli anonimi. Mi viene infatti il sospetto che molti dei messaggi cosiddetti anonimi siano stati lì per lì inventati dal grafico o dall'imballatore in funzione della particolare situazione di quel loro giorno d'amore. Io, almeno, avrei fatto così: una specie di messaggio nella bottiglia che da qualche parte comunque arriva, ed arriva a segno: è più probabile che venga letto il messaggio che mangiato il cioccolatino. Difatti, tutti li leggiamo.

Fragonard: La lettera d'amore (part) 1770 Metropolitan, New York

Una prima categoria è quella del sublime generico:


Nulla è difficile per chi ama. (Cicerone)
Il tuo amore è per me come le stelle del mattino e della sera, tramonta dopo il sole e prima del sole risorge. (Goethe)
Un mondo senz'amore, che sarebbe per il nostro cuore? La stessa cosa che una lanterna magica senza luce. (Goethe)
Amore! Ecco un volume in una parola, un oceano in una lacrima, un turbine in un sospiro, un millennio in un secondo. (Tupper)
Ma vederla fu amarla, amare solo lei, e amare per sempre. (R.Burns)
Non esiste rimedio all'amore se non amare di più. (Henry D.Thoreau)
Coloro che vivono d'amore vivono d'eterno. (Emile Verhaeren)

Chi sia Tupper, non lo so, forse un finanziere della Nuova Scozia; certamente, dal tono, era uno che coi soldi aveva a che fare. Il sublime generico trova però la sua migliore espressione in Victor Hugo, che, esule a Guernesey, scriveva tre lettere al giorno all'amata Juliette, che abitava al piano di sopra o, più probabilmente, al piano di sotto. Forse Juliette lo chiamava ogni tanto nella tromba delle scale, e Victor rispondeva: “Non posso! Ti sto scrivendo”. Ma le frasi di Hugo hanno un'ampiezza che si presta meglio alla scatola intera che al singolo cioccolatino. Nei “Demoni” di Dostoevskij, c'è lo strano rapporto fra Varvara Petrovna e Stepàn Trofimovic in cui succede qualcosa di analogo, raccontato per molte pagine da Dostoevskij con la finezza umoristica (sì, proprio umoristica) di cui ci si è finalmente accorti, e che non manca neppure in “Delitto e Castigo” e nei “Fratelli Karamazow”. Solo che Stepàn scrive per timore: non osa affrontare Varvara, che “era una donna classica, una donna-mecenate, che agiva unicamente in vista di considerazioni superiori”. Succede anche negli affari, questo nascondersi dietro lo scritto per evitare l'orale. Il sublime generico è la scorciatoia verso l'assoluto, che sta dalle parti dell'eterno, del più e dell'alto, senza pagare dazio alla persona concreta ed alla quotidianità dei fatterelli. Non esistono giorni comuni: sono tutti anniversari. Questa categoria è largamente presente nella collazione dei baci: piace genericamente a tutti e non crea grattacapi.

Fragonard: L'amante incoronato (part) 1771 Frick Collection, New York

Poi c'è la categoria che si potrebbe chiamare l'amour, mode d'emploi:


Amore è credula creatura. (Ovidio)
Amore e tosse non si possono nascondere. (Ovidio)
Che diano o che rifiutino, godono tuttavia d'esser richieste. (Ovidio)
Giove, dall'alto, ride dei falsi giuramenti degli amanti. (Ovidio)
Sii amabile, se vuoi essere amato. (Ovidio)
Amare è scegliere, baciare è la sigla della scelta. (Anonimo)
L'amore è un potere troppo forte perché lo si possa vincere altrimenti che con la fuga. (Cervantes)
Il colpo di fulmine è la cosa che fa guadagnare più tempo. (Arnoul)
La felicità in amore è come una palla che noi rincorriamo quando rotola, e che spingiamo via col piede quando si ferma. (Madame de Puissieux)
Bisogna scegliere tra amare le donne e conoscerle: non c'è via di mezzo. (Chamfort)
La luna e l'amore, quando non crescono calano. (Proverbio cinese)
Un bacio è come bere acqua salata: bevi e la tua sete aumenterà. (Proverbio cinese)
Noi mettiamo l'infinito nell'amore: le donne non fanno questo sbaglio. (Anatole France)
Un bacio legittimo non vale mai un bacio rubato. (Maupassant)

Ovidio, il suo mode d'emploi, l'ha pagato caro, ed anche Cervantes e Maupassant. Di Madame de Puissieux so che compare abbastanza in Google, sempre al seguito della sua geniale metafora calcistica. I cinesi confermano la praticità confuciana: sembra che parlino dell'andamento dei titoli in borsa. Anatole France dà voce aforistica ad un millenario luogo comune.

Fragonard: Il catenaccio (part) 1776-79 Louvre, Parigi

Seguono i permissivi:


Ama e fai quel che vuoi. (Sant' Agostino)
Amate, amate, tutto il resto è nulla. (La Fontaine)
I ragazzi che si amano si baciano in piedi...nell'abbagliante chiarezza del loro primo amore. (Prevert)
Eravamo insieme, tutto il resto del tempo l'ho scordato. (Walt Whitman)

Sono pochissimi, i permissivi, nei messaggi dei baci. E sia su Agostino che su Whitman si può osservare che è un permissivisimo che tende al sublime generico. Ma se riusciamo a stare coi piedi per terra senza involarci verso il di più, l'alto e l'eterno, il fai quello che vuoi ci soddisfa. Però devi amare, se no nisba. Perché così poca permissività, nei baci? Forse è l'occasione in cui vengono regalati che li rende così poco propensi ad una sia pur vaga istigazione a delinquere. Sono baci generalmente non adulterini, dati davanti a Dio ed alle donne.

Gli statistici:


Tutti gli amori dell'uomo, ancorchè diversi, hanno lo stesso motore. (Vittorio Alfieri)
Vorrei sapere quanti baci fur dati dal dì che i baci furono inventati. (Iginio Ugo Tarchetti)
"Che cosa sarebbe l'umanità, signore, senza la donna?" "Sarebbe scarsa, signore, terribilmente scarsa". (Mark Twain)
Non c'è amore sprecato. (Cervantes)

Vittorio Alfieri era piemontese, per chi l'avesse scordato. Mentre Tarchetti soffre di curiosità impropria. Me lo vedo, proprio sul più bello, uscirsene con una frase del genere. Cervantes, nella frase precedente tentava la fuga, ma evidentemente si faceva riacchiappare. Il catalogo di Don Giovanni che Leporello mostra alla affranta Donna Elvira è il risvolto contabile di questo approccio: 640 in Italia, 231 in Lamagna, 100 in Francia, 91 in Turchia, 1003 in Ispagna. Ma perché così poche in Francia? Rispetto anche alla Lamagna, ma persino rispetto alle 91 in Turchia, considerato il viaggio ed il rischio. Che si tratti del vasto harem di un pascià compiacente?

Fragonard: Il bacio rubato (part) 1787-89 Ermitage, San Pietroburgo

I narcisisti, anzi, il narcisista:


Amare se stessi è l'inizio di un idillio che dura una vita. (Oscar Wilde)
Oh... Tutti abbiamo bisogno di amici, alle volte. (Oscar Wilde)

Ma le frasi più stuzzicose di Wilde non ci sono, per il solito motivo. Occorrerebbe mutare brand: profumi al posto di cioccolatini, ad esempio.

Quelli delle gloriose cicatrici:


Amare è gioire, mentre crediamo di gioire solo se siamo amati. (Aristotele)
Il cuore non ha rughe. (Madame de Sevignè)
L'amore è lo spazio e il tempo resi sensibili al cuore. (M.Proust)
Lasciarsi, è tutto quanto sappiamo del paradiso, e quanto ci basta dell'inferno. (Emily Dickinson)
Amore, amore, che schiavitù l'amore. (La Fontaine)
Amore non è guardarsi a vicenda; è guardare insieme nella stessa direzione. (Antoine de Saint-Exupery)

A differenza di quelli del sublime generico, in questi si avverte che non dimenticano la persona, che la ritengono più importante dei loro pensamenti, che hanno accettato il rischio di essere feriti perché ne valeva la pena, comunque andasse. La Fontaine si tiene bene strette le catene della sua schiavitù, perché tutto il resto è nulla. Posso dirlo? Questi mi piacciono, e tanto. Anche Aristotele che si porta a spasso sulla schiena la trionfante e nuda Phyllis con briglia e pungolo, come in una xilografia di Hans Baldung Grien del 1513.

Fragonard: La lezione di musica (part) 1769 Louvre, Parigi

I golosi:


Che faccenda maledettamente pazza è l'amore. (Schikaneder)
Vogliamo godere l'amore: senza di lui non possiamo vivere. (Schikaneder)
Con te conversando, dimentico ogni tempo e le stagioni e i loro mutamenti: tutte mi piacciono allo stesso modo. (Milton)

Schikaneder è l'impresario teatrale, autore del libretto del Flauto magico. Parla attraverso Papageno, che ha di fronte Papagena. Milton, anglosassone, è di una golosità più in punta di forchetta, ma che dura nel tempo. Pochini anche i golosi, come si vede. Qualche Cerbero li ha tenuti lontano. E continuerà a mancare, malgrado il diffondersi della conoscenza dell'inglese, la bandiera della golosità in amore , quella alzata all'inizio del '600 dal Reverendo John Donne:


Licence my roavings hands, and let them go,
Behind, before, above, between, below.

Fragonard: Ragazze al bagno (part) 1677 Louvre, Parigi

Quelli della tranquilla passione:


Perché l'amavo? Perché era lei; perché ero io (Montaigne)
Molti uomini vivono felici senza saperlo. (Luc de Clapiers de Vauvenargues)
Il vero amore è come l'apparizione degli spiriti: tutti ne parlano, quasi nessuno li ha visti. (Rochefoucauld)
Si perdona finchè si ama. (Rochefoucauld)
Un uomo onesto può essere innamorato come un pazzo, ma non come uno sciocco. (Rochefoucauld)
Nulla rende così amabili come il credersi amati. (Pierre Marivaux)
L'amore è la saggezza dello sciocco e la follia del saggio. (Samuel Johnson)
Le persone felici in amore hanno l'aria profondamente intenta. (Stendhal)

Sono disattaccati, non distaccati. Hanno preso le loro contromisure. Sanno sorridere, perché conoscono la follia e la sciocchezza. Ci sono passati attraverso, e forse rimpiangono l'inconsapevolezza originaria, ma non al punto da ricadere negli stessi errori. Poi c'è uno, uno solo, che ammette di non capirci niente, con uno strano tono trionfante:

Amore, impossibile a definirsi!

E' Giacomo Casanova, veneziano.

Fragonard: La mosca cieca (part) 1760 Toledo, Ohio

Conclusione. Una persona che conosco aveva un innamorato facondo che abitava in un'altra città. Quasi ogni giorno, quindi, perveniva una letterona. La persona aveva il suo daffare sul lavoro, e leggere quelle quattro facciate al giorno non aveva più il gusto della sorpresa e della novità. Però, l'amore era ricambiato, anche se con minore facondia. Ed allora, si metteva la lettera appena giunta e non ancora aperta in una tasca (esistono ancora, le tasche?). Ogni tanto, muovendosi durante il suo lavoro, avvertiva fisicamente il lieve ingombro della letterona, e le veniva da sorridere dalla contentezza. Poi, la sera, adempiva al giusto dovere di un'attenta lettura. Ma per lei il mezzo era divenuto il vero messaggio, ed in quella petite perception trovava ogni giorno la conferma di essere amata. Come il Monsieur Jourdain di Molière scriveva in prosa senza saperlo, così quella persona condivideva i "Frammenti di un discorso amoroso" di Roland Barthes prima che fossero scritti. L'episodio che racconto è del 1966.
30 maggio 2003

Fragonard: Ragazza che gioca col cagnolino (part)
1765-72 Fondazione Cailleux, Parigi

2 commenti:

Ermione ha detto...

A parte la grazia e la leggiadria dei dipinti, che rendono da soli questo post qualcosa di unico, mi sono divertita moltissimo. I bigliettini dei Baci! A volte li compravo solo per questo, per leggere i pensieri nascosti sotto la stagnola. Uno lo conservo ancora, ma chissà dove l'ho messo e di chi è: "Dolce Elena, fammi eterno con un bacio"

Solimano ha detto...

Elena, a questo mio piccolo saggio sono molto affezionato. Ha una storia strana, perché faticai un po' per costruirlo: mi procurai i testi di più di trentcento messaggini dei Baci Perugina, e non fu difficile, ci sono dei siti specializzati. Il problema fu nella scelta e nell'organizzazione, però alla fine nei fui soddisfatto e lo sono ancora.
La stranezza vera fu in due cose.
La prima fu che ci tenevo che fosse pubblicato su Golem e non successe, e il motivo vero non fu che era una cosa poco seria (Golem era a suo modo tiramentosissimo), ma che la persona (che stimo tuttora molto)che decideva della pubblicazione, aveva in mente da anni di scrivere una cosa del genere ma non l'aveva fatto.
La seconda cosa fu che mi scrisse la ditta, la Perugina, complimentandosi ed assicurando la spedizione di scatole di Baci. Le hai viste mai? Secondo me il postino se le è fottute tutte, non per i cioccolatini ma per leggersi i messaggi, mettendo così in crisi i suoi rapporti amorosi, giusta nemesi storica.

Il messaggio: "Dolce Elena, fammi eterno con un bacio", potrebbe derivare dallo Shakespeare del Sogno di una notte di mezza estate. Le due protagoniste giovani si chiamano Ermia ed Elena.

grazie Elena e saludos
Solimano