mercoledì 3 marzo 2010

Bilancio di un'epoca: 1969-2010


Latte, burro e uova

1969: Vai a prendere il latte dal lattaio, che ti saluta, con in mano il bidone in alluminio; prendi il burro fatto con latte di mucca, tagliato a panetti. Poi chiedi una dozzina di uova che sono messe in un vaso di vetro. Paghi con il sorriso della lattaia ed esci sotto il sole splendente. Il tutto ha richiesto 10 minuti di tempo.

2010: Prendi un carrello del cavolo, che ha una ruota bloccata, che lo fa andare in tutti i sensi salvo in quello che tu vorresti, passi per la porta che dovrebbe girare, ma che è bloccata perché un cretino l'ha spinta; poi cerchi il settore latticini, dove normalmente ti ghiacci e cerchi di scegliere fra 12 marche di burro, che dovrebbe essere fatto a base di latte comunitario. E controlli la data di scadenza... Per il latte: devi scegliere fra vitaminico, intero, scremato, nutriente, per bambini, per malati o magari in promozione, ma con la data di scadenza ed i componenti... Lasciamo perdere!
Per le uova: cerchi la data di deposizione, il nome della ditta e soprattutto verifichi che nessun uovo sia incrinato o rotto e, accidenti!!!
Ti ritrovi i pantaloni sporchi di giallo!
Fai la coda alla cassa, ma la cicciona davanti a te ha preso un articolo in promozione che non ha il codice... allora aspetti e aspetti... Poi, sempre con questo carrello del cavolo, esci per prendere la tua auto sotto la pioggia, ma non la trovi perché hai dimenticato il numero della corsia...
Infine, dopo aver caricato l'auto, bisogna riportare l'arnese rotto e solo in quel momento ti accorgi che è impossibile recuperare la moneta.... Torni alla tua auto sotto la pioggia che è raddoppiata nel frattempo...
E' più di un'ora che sei uscito.

Fare un viaggio in aereo

1969: Viaggi con Alitalia, ti danno da mangiare e ti invitano a bere quello che vuoi, il tutto servito da bellissime hostess: il tuo sedile è talmente largo che ci si può stare in due.

2010: Entri in aereo continuando ad impigliarti con la cintura, che ti hanno fatto togliere in dogana per passare il controllo.
Ti siedi sul tuo sedile e se respiri un po' forte dai una botta con il gomito allo schienale del vicino. Se hai sete lo stewart ti porta la lista e i prezzi sono stratosferici.

Michele vuole andare nel bosco all'uscita da scuola. Mostra il suo coltellino a Giovanni, con il quale pensa di fabbricarsi una fionda.

1969: Il direttore scolastico vede il suo coltello e gli domanda dove l'ha comprato, per andarsene a comprare uno uguale.

2010: La scuola chiude, si chiama la polizia, che porta Michele in commissariato.
Il TG1 presenta il caso durante il telegiornale in diretta dalla porta della scuola.

Disciplina scolastica

1969: Fai il bullo in classe. Il professore ti molla una sberla. Quando arrivi a casa tuo padre te ne molla un altro paio.

2010: Fai il bullo. Il professore ti domanda scusa. Tuo padre ti compra una moto e vai a spaccare la faccia al prof!

Franco e Marco litigano. Si mollano qualche pugno dopo la scuola.

1969: Gli altri seguono lo scontro. Marco vince. I due si stringono la mano e sono amici per tutta la vita.

2010: La scuola chiude. Il TG1 denuncia la violenza scolastica. Il Corriere della Sera mette la notizia in prima pagina su 5 colonne.

Enrico rompe il parabrezza di un auto nel quartiere. Suo padre sfila la cintura e gli fa capire come va la vita.

1969: Enrico farà più attenzione la prossima volta, diventa grande normalmente, fa degli studi, va all'università e diventa una bravo professionista.

2010: La polizia arresta il padre di Enrico per maltrattamenti sui minori. Enrico si unisce ad una banda di delinquenti. Lo psicologo arriva a convincere sua sorella che il padre abusava di lei e lo fa mettere in prigione.

Giovanni cade dopo una corsa a piedi. Si ferisce il ginocchio e piange. La professoressa lo raggiunge, lo prende in braccio per confortarlo.

1969: In due minuti Giovanni sta meglio e continua la corsa.

2010: La prof è accusata di perversione su minori e si ritrova disoccupata, si becca 3 anni di prigione con la condizionale.
Giovanni va in terapia per 5 anni. I suoi genitori chiedono i danni e gli interessi alla scuola per negligenza nella sorveglianza e alla professoressa per trauma emotivo. Vincono tutti i processi. La prof disoccupata è interdetta e si suicida gettandosi da un palazzo. Più tardi Giovanni morirà per overdose in una casa occupata.

Arriva il 25 ottobre

1969: Non succede nulla.

2010: E' il giorno del cambio dell'ora legale: le persone soffrono d'insonnia e di depressione.

La fine delle vacanze

1969: Dopo aver passato 15 giorni di vacanza con la famiglia, nella roulotte trainata da una Fiat 125, le vacanze terminano.
Il giorno dopo si ritorna al lavoro freschi e riposati.

2010: Dopo 2 settimane alle Seychelles, ottenute a buon mercato grazie ai "buoni vacanze" ditta, rientri stanco ed esasperato a causa di 4 ore di attesa all'aeroporto, seguite da 12 ore di volo.
Al lavoro ti ci vuole una settimana per riprenderti dal fuso orario.

Come si dice: viviamo in un'epoca davvero formidabile!

P.S. Un'amica mi ha spedito questo testo di provenienza misteriosa. Dopo un lieve editing ho deciso di pubblicarlo. Stiamo solertemente indagando per individuare l'autore. I sospetti si addensano su un anziano matematico rimasto un po' goliardo.
E le immagini delle copertine e contro-copertine di Linus perché? Sono del 1969: febbraio, aprile, maggio! Le ho ottenute con lo scanner dalla mia collezione. (s)


14 commenti:

Nadia ha detto...

Nel 1969 Charles Monroe Schulz era vivo.
Nel 2010 no.

Solimano ha detto...

Nadia, Schulz, come persona fisica non c'è più. Anche le rivista mensile Linus non è più in edicola.
A mio avviso occorre uscire da una falsa alternativa: nuovismo bieco da una parte, bieca nostalgia dall'altra.
Nel nostro qui e ora di questo momento, l'autore Schulz e la rivista Linus ci sono, vivi, perché noi, vivi, li percepiamo.
Basta accorgersi della finezza del "Rivoglio la mia copertina!" che allude sia al tormentone usuale del personaggio Linus, sia al tormentone editoriale mensile delle copertine e delle controcopertine della rivista Linus (che avevano una forte influenza sulle vendite).

grazie Nadia e saluti
Solimano

annalisa6604 ha detto...

Confesso....l'amica che ha spedito questo testo a Solimano sono io...ma la provenienza rimane misteriosa anche se sto solertemente indagando per individuare l'autore che, ne sono sicura, non è l'anziano matematico (se ci sente che gli abbiamo dato dell'anziano ci incenerisce!!!!) rimasto un po' goliardo. Il tuo non è stato solo un lieve editing, l'hai trasformato rendendolo davvero accattivante con le bellissime immagini datate e sicuramente molto appropriate.....come tuo solito d'altronde!!!!! Adesso, invece di far girare il file, farò girare il link al tuo post!
Bello!!!! Solimano
annalisa6604

Anonimo ha detto...

io parlo per sentito dire, naturalmente,
perché all'epoca oggetto del corale rimpianto
non ero ancora nato,
ma quando li sento definire favolosi,
o mitici o ruggenti,
penso che qualcuno stia barando.

è vero che da allora l'entropia dell'universo
è considerevolmente aumentata,
e che qualcuno ha pensato inopinatamente
di scendere in campo, ma ha ragione Solimano,
qualche limite andrebbe posto
alle nostalgie troppo sciroppose.

una prece per i '60
a

Solimano ha detto...

Grazie a te Annalisa. Riguardo all'anziano, beh, secondo me ha già compiuto i ventinove anni, quindi per anziano è anziano, senza remissione.
Chiamarlo maturo o stagionato, mi sembrava peggio.
Però, malgrado l'età non giovanissima, nell'altro brano che mi hai fatto leggere scrive assaissimo bene. Rimane intatto il mistero su chi ha scritto questo confronto epocale, che in alcune cose condivido in altre no, come è giusto che sia.
Comunque è meglio un anziano che scive bene che un giovine che scrive da cani. Eppoi, io posso dare dell'anziano a chiunque, visto che sono il più anziano di tutti!

saluti e a presto
Solimano

Solimano ha detto...

Giovinetto Alberto, io non sono un sessantottino, perché negli anni Sessanta il mio tempo fu assorbito quasi completamente da una filiera prioritaria: laurea-lavoro-matrimonio-traslochi, proseguita negli anni Settanta con figli-casa-mutuo. Il poco tempo libero me lo prendevano i libri, non Sartre, Marcuse e altre robe del genere, ma i classici.
Ciò detto, sono contentissimo di non essere un ex-sessantotino, quindi il confronte 1969-2010 (spiritoso e discutibile) lo condisco con una serie di sì-sì no-no. Salvo una cosa, che purtroppo fa la differenza: il crollo (inevitabile) del mito del lavoro come autorealizzazione. Oggi il lavoro manca, se c'è è precario e generalmente dequalificato e/o dequalificante. Non è una differenza da poco: è un tunnel di cui non si vede l'uscita, proprio perché non si vuole vedere il tunnel, fingendo che sia una temporanea congiuntura economica Gli anni Sessanta, dal punto di vista del lavoro, erano ad opportunità crescenti, i tempi attuali no.

grazie Alberto e saluti
Solimano

Silvia ha detto...

Chissà perchè sono sempre le ciccione che fanno perdere tempo alle casse dei supermercati. Nel '69 avevo nove anni e andavo a fare la spesa dalla Vanda la droghiera, che poi è entrata dentro una grande Coop. Ci stavo bene dalla Vanda, ma non ci mettevo mai meno di mezz'ora anche se dovevo comprare un pacchetto di zucchero, lei voleva sapere vita, morte e miracoli di tutti per poi elargire le informazioni a destra e a manca. Era ancora in là da venire la legge sulla privacy. Alla Coop la vidi poi, un po' più triste e silenziosa. Almeno per me, e se non fosse che faccio file chilometriche alle cassse, sarà per via delle ciccione, io faccio spese settimanali in meno di mezz'ora. Non oso pensare dalla Vnda quanto impiegherei.
Un mio amico portò un coltellino a scuola un giorno. Filò dritto dalla preside e chiamarono i genitori. Poi l'insegnante ci fece la ramanzina perchè non ne portassimo più a scuola, di quelle che sono considerabili armi a tutti gli effetti. Vuoi vedere che alla fine lo tenne lei? Mannaggia come eravam ingenui allora! Ho sentito ieri, mi pare, che in una scuola ligure, se arrivano in ritardo, marcati col codice a barre, vanno a fare volontariato alla Caritas alla sera. Le assenze sono diminuite, vistosamente. Brunetta aleggia ovunque ormai. Era già nato nel '69?
E poi c'era una gran bella musica nel 1969 oltre al femminismo, la rivoluzione sessuale, l'utopia e tutte quelle robe lì che non frega più niente a nessuno, anzi tutti a demonizzare e dare addosso perchè non sono stati gestiti a dovere gli anni a seguire. Concordo, ma certe letture, così, mi stanno un po' su. Se abbiamo aborto e divorzio, che ci piacciano o no, li abbiamo anche per quei momenti di lotta.
Mio nonno si ammalò nel '69 di un tumore che non riuscirono a diagnosticare in tempo.
Concordo con Nadia, adesso, purtroppo per noi, Schulz, l'adorabile e insuperabile Schulz non c'è più. In compenso abbiamo internet che ha rivoluzionato il sistema degli scambi e delle informazioni a livello mondiale.
Sono passati 41 anni, facciamocene una ragione. Di acqua sotto i ponti ne è passata un bel po'e non sempre limpida, anzi. Che di dissesti idrogeologici, in questo paese, d'ora in poi, ne vedremo sempre di più.

Solimano ha detto...

Silvia, sulle donne ciccione va ricordato che spesso hanno un carattere migliore di quelle secche e che in certe lingue africane c'è un aggettivo che ha un doppio significato: bello e grasso. Il motivo è evidente: la fame come primo e determinante problema.

Coltellino. Alla scuola media inferiore a duecento metri da casa nostra sono più avanti, il coltello è preistoria. Cinque anni fa è comparsa una pistola e i ragazzetti se la passavano di mano in mano incuriositi. Era di un genitore, di cui ignoro l'esatto mestiere (ufficiale o ufficioso). I ragazzetti (quattordici anni al massimo) si passano i preservativi come scambiarsi figurine, e non riesco a capire se sia un buon segno o un cattivo segno.

Referendum sul divorzio e sull'aborto. Hai tutte le ragioni di questo mondo: ho sbagliato a dire che io non ho fatto il Sessantotto. Per i diritti civili gli anni Sessanta furono importanti, come lo furono per la liberazione della donna: le cose cambiarono da così a cosà (ma da cambiare ce n'è ancora).
Il Sessantotto che non mi piaceva allora e men che meno mi piace adesso è quello utopico delle parole in libertà, facevano a chi le sparava più grosse, con alle spalle dei pessimi maestri. Adesso, quasi tutti quelli che le sparavano così grosse stanno con Berlusconi, non perché si sono pentiti, ma per coerenza di fondo.

Ho visto stamattina un libro edito da Mondadori nella vetrina della giornaleria: "L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio". L'autore è naturalmente Silvio Berlusconi. A questo punto, siccome sono fra i pochissimi invidiosi sono preoccupato, anche perché ogni tanto provo e proverò il sentimento dell'odio. Noi invidiosi è facile sconfiggerci: siamo quattro gatti!
Ma me lo spiegate, una buona volta, il significato vero della parola amore? Ma che cos'è quest'amore? Ah, saperlo!
Poi, una volta spiegata la parola, la metteremo nella Costituzione Italiana, com'è giusto:
chi non ama con me peste lo colga
che è pure un endecasillabo come ci ha spiegato il Dottor Gauss.

grazie Silvia e saluti
Solimano
P.S. Serviranno anche i termometri, per misurare la presenza dell'amore mediante msurazione della relativa febbre d'amore. Termometri boccali, ascellari, anali, a scelta del termometrizzato.
I termometri saranno distribuiti presso le ASL di competenza. Poi ci sarò una snella procedura per gli adempimenti burocratici ed i certificati. Così finalmente - e definitivamente -lo sapremo chi ama oppure no. Sia fatta chiarezza!

Emilia ha detto...

Non hanno senso le nostalgie, nè le demonizzazioni per quello che riguarda il '68. Non mi sono mai piaciuti i ragionamenti che vedono il bianco o nero e non ciò che ci sta in mezzo. In quel periodo sono successe tantissime cose e alcune erano buone altre no.
Ma certamente non si può passarci sopra come se fosse solo negativo o positivo. Silvia ha fatto alcuni esempi. Io ne farò uno che passa sempre inosservato e che riguarda la lotta contro la istituzionalizzazione e i suoi effetti devastanti per chi l'ha subita. Io posso parlare per quanto riguarda i bambini e i portatori di handicap. Alcuni bambini passavano la loro infanzia in istituti terribili, ed io ho avuto la gioia di lavoare con movimenti nati ad hoc per la loro chiusura. E così i portatori di handicap: ho raccolto esperienze racapriccianti. Oggi c'è ancora molto da fare, anzi si sta tornando indietro alla grande. Aprire porte non vuol dire aver già tracciato tutto un percorso, questo tocca a tutti noi, ieri come oggi e forse bisognerebbe parlarne di più.
L'ideologia non mi è mai piaciuta neanche allora che era tanto di moda, ma mi è sempre piaciuta quel modo di pensare che sa a vedere al di là, che sa dare gambe ad idee nuove, che ha poi il coraggio della verifica. Mio figlio non sarebbe quello che è oggi se non ci fosse stato chi ha avuto il coraggio di vedere oltre quello che "c'era" e guardare oltre ciò che allora sembrava "impossibile". E come mio figlio tante altre persone che persone a quel tempo non erano considerate.
Grazie e saluti a tutti

annalisa6604 ha detto...

Vorrei rispondere brevemente al commento di Solimano riguardo al libro da lui scovato nella vetrina della giornaleria....mi sono ricordata di una domanda di Nietzche riportata nel libro del mio prediletto Umberto Galimberti "Le cose dell'amore" che dice: "Il nostro amore per il prossimo non è un anelito verso una nuova proprietà?" dato l'autore del suddetto libretto la trovo calzantissima!!!!
un salutone annalisa

Solimano ha detto...

Annalisa, noi ci ridiamo su, e ridere ci fa bene. E il richiama che Umberto Galimberti fa a Nietzche è perfetto.
Ma ci sarebbe poco da ridere, basta andarsi a leggere quello che scriveva lo scienziato (neurologo) Henry Laborit alcuni decenni fa, riguardo la parola "amore". Le sue considerazioni sembrano un vestito su misura a quello che sta facendo Berlusconi. Le ho già riportate nel blog e le copincollo qui sotto:

"Con questa parola si spiega tutto, si perdona tutto, si accetta tutto, perché non si cerca mai di conoscerne il contenuto. E’ la parola d’ordine che apre i cuori, i sessi, le sacrestie e le comunità umane. Copre con un velo falsamente disinteressato, persino trascendente, la ricerca della dominanza e il cosidetto istinto di proprietà. E’ una parola che mente continuamente e questa parola viene accettata con le lacrime agli occhi, senza discutere, da tutti gli uomini. Procura una veste onorata all’assassino, alla madre di famiglia, al prete, ai militari, ai carnefici, agli inquisitori, agli uomini politici.
Chi osasse spogliarla, denudarla fino in fondo dei pregiudizi che la ricoprono, non sarebbe ritenuto lucido, ma cinico. Dà tranquillità di coscienza, senza grossi sforzi, né grossi rischi, a tutto l’inconscio biologico. Decolpevolizza: infatti, perché i gruppi sociali sopravvivano, cioè mantengano le strutture gerarchiche, le regole della dominanza, occorre che le motivazioni profonde di tutti gli atti umani vengano ignorate. Conoscerle, metterle a nudo, porterebbe alla rivolta dei dominati, alla contestazione delle strutture gerarchiche.
La parola amore è lì, pronta per motivare la sottomissione, per trasfigurare il principio di piacere, l’appagamento della dominanza. Vorrei tentare di scoprire cosa c’è dietro questa pericolosa parola, che cosa nasconde sotto la sua apparenza melliflua, quali sono le ragioni millenarie della sua fortuna"
.

Ora, da piccoli credevamo alla Befana, e vabbè. Poi abbiamosmeso di crederci.
Possibile che si faccia di tutto per distogliere lo sguardo e la mente da questo argomento? Lo si fa per furberia, perché non fa comodo, e fanno comodo poeti, chansonnier, cantautori. Mentitori intemerati, spacciatori di moneta falsa. Nel nostro cervello c'è il punto del piacere ed il punto del dolore (parole pulite). Il punto dell'amore semplicemente non c'è: ci fa comodo fingere che ci sia per dominare, soffrire (autolesionismo) e far soffrire (sadismo).
Che fare, allora? Ricominciare a credere alla Befana, è più innocua (e porta i doni ai bimbi buoni...)

saluti, Annalisa
Solimano

Solimano ha detto...

E' vero, Giulia, c'era la rimozione del problema ghettizzandolo. Si faceva così perché era un modo per fare finta che il problema non ci fosse. E invece era necessario sbattergli contro il grugno, che era il primo e necessario passo per l'accettazione delle diversità. Da questo punto di vista, fu meritorio quello che fece - in altro contesto - Basaglia. Però il problema, più che risolversi, si spostò. Perché, come dici tu, occorre dare gambe alle idee, e le gambe furono generalmente solo quelle delle famiglie.

Ma ci furono anche idee che non meritavano gambe, perché erano idee che non potevano andare da nessuna parte. E le conseguenze ci sono ancor oggi. Mentre, come assistenza ai diversamente abili il progresso c'è stato, perché c'è stata l'accettazione. Questo, almeno qui, lo vedo: una specie di pietas lucida ed efficiente a cui credo di più che a certi sentimentalismi parolai che non spostano un sasso. Il volontariato non è un campo di buone e commosse intenzioni, ma di azioni fattive e organizzate per masse critiche giuste. Discorso che ho già fatto e su cui tornerò.

grazie Giulia e saluti
Solimano

Clarius ha detto...

Barbara

Riguardo al latte:
non so come stessero le cose nel 69, ma oggi è un bell'ammattimento. Quando vado alla coop metà del carrello è occupato da latte normale (per noi), latte sviluppo con vitamine e ferro (per la primogenita), latte crescita 1-3 anni alla soya per intollerranza al lattosio (per il piccolo, momentaneamente in fase di sciolta, ma presto torneremo al latte crescita 1-3 anni "normale"!!!). Lo guardo e mentre faccio la fila alla cassa mi distraggo chiedendomi quanto davvero servano tutti questi latti e faccio perdere tempo a chi mi sta dietro. Mi sorge un dubbio: non sarò mica cicciona?

Tutte le altre...bof...mi sembrano un po' esagerate, ma ad onor del vero non ho mai preso l'Alitalia, non ho mai portato coltelli a scuola, se non quello per tagliare la crostata del compleanno.

Su una cosa do ragionissima a Silvia: la musica!
Cito velocemente alcune cosucce del 69:
Abbey Road
Woodstock
Ummagumma
Tommy (non bellissimo di per se, ma è pur sempre la prima rock opera)
Lucio Battisti (non la persona, il disco: 29 settembre,nel cuore nell'anima, la mia canzone per Maria, non è Francesca, Balla Linda)

2010:
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Vabbè ragazzi, un saluto notturno da

Barbara

Solimano ha detto...

Uffa! Stanotte non sono stato bene, e abbiamo dovuto chiamare a casa la guardia medica. Oggi siamo in attesa del medico di base, che verrà nel pomeriggio.
Avevo in mente di scrivere un post corposo, ma forse non ce la faccio. Però una soluzione l'ho trovata, visto che si è parlato di Umberto Galimberti e forse pubblicherò in giornata.

saluti a tutti e grazie
Solimano