martedì 9 febbraio 2010

"Diario carissimo..."

Roby


Telemaco Signorini, Bambina che scrive


Nei commenti al bellissimo Vestiti di Zena Solimano ha incautamente espresso un desiderio, e dato che per me ogni sua parola è (quasi) legge... ecco qua: scovato in soffitta, copiato e postato!


4 giugno 1964


Diario carissimo, ciao. Non puoi immaginare di certo quanto io sia stata felice quando ho sentito dalla mamma queste parole: "Se giovedì la maestra mi dice che hai fatto bene in questi giorni, ti compro un diario." Mi sono subito messa di lena e sono riuscita, facendo bene gli ultimi tre giorni (forse erano due o quattro invece di tre) a rimediare alle altre cose e cosette degli altri giorni. Sì, è vero che ho fatto un i piccolo invece di un i grande e altre cosettine, ma comunque mi sono meritata te, diario caro. Ora cominciamo un po' a scrivere qualche cosa. Vediamo, vediamo... ah sì. Dunque, il 2 giugno sono andata al mare e, siccome a un certo punto ero non troppo educata, lo zio Ghigo, che era con le zie e la nonna, invece di dirmi : "Vai via!" o "Vattene!", mi ha detto "Oh cretina, non cominciare a far la stupida!" Ora, dico io, stupida l'avrei anche sopportato (sebbene a malincuore)* ma che bisogno c'era di aggiungerci cretina? E pensare che, essendo bimba, non mi devo e non posso offendermi! Che ingiustizia! Meno male che ci sei tu, diario caro, che mi capisci e mi intendi a puntino! Ciao, diario, ti saluto e vado a fare i miei compiti.

(segue la firma della soprascritta, con tanto di civettuolo svolazzo)

*N.d.R.: la frase sebbene a malincuore risulta riscritta sulla precedente versione perchè me lo dicono spesso (sic!)


Pompei - Ragazza con lo stilo

7 commenti:

Solimano ha detto...

Il nome Ghigo l'ha utilizzato Mario Monicelli in uno dei suoi ultimi film: "Speriamo che sia femmina".
Lo zio Ghigo è Bernard Blier, un po' balengo, ma che, forse proprio per questo, è l'unico personaggio maschile che esce bene dal film. Roby, il tuo zio Ghigo la metteva giù dura, ma tu, già esperta oltre che di scrittura anche di editing, hai girato splendidamente la frittata col sebbene a malincuore.
E qui si pone la domanda: "Ma come facevi a 9 anni a scrivere così bene?" Cercherò di non trovare i miei quaderni di quell'età (anche dopo, dopo, dopo...). Ne uscirei troppo male. Splendida trovata Roby, ma... i diari di te sedicenne ci sono ancora? Dico così per dire...

cari saluti, gemellina
Il gemellone Solimano

zena ha detto...

Eh ma che bello trovare la Roby bambina....

Solimano: toglimi dalle ambasce, ché qui ne va dell'orgoglio della memoria superstite, la più restia a volersene andare nonostante i giorni contati...
Non si chiama Gugo il mitico dolcissimo zione sciroccato di 'Speriamo che sia femmina'?
E' un film di cui amo persino la protesi dentaria di Giuliano Gemma...

Solimano ha detto...

Oh sì, Gugo! Lapsus clamoroso... mi succedono più di una volta 'sti lapsus, chissà perché... mbah...
Sì, Zena, il film è bello, salvo un fatto: possibile che fra tutti i personaggi maschili l'unico potabile sia Gugo, lo zio balengo?
Questo va detto, perché ci sono due principi incisi nella pietra:

1. Gli uomini sono peggio delle donne.
2. Le donne sono peggio degli uomini.

Quindi, accuso di khomeinismo rovesciato questo film, che in casa mia vien proiettato molto di frequente (indovina il perché...).
A parte le due signore Ullmann e Deneuve, ricordo con molto piacere Giuliana De Sio, Lucrezia Lante della Rovere e sì, ebbene sì, Stefania Sandrelli, in una parte patetica e comica.

grazie Zena!
Solimano
P.S. Com'è bella oggi l'apertura della Home page di Stanze all'aria con tre signorine scriventi: una nella Parigi del Settecento, una nella Toscana dell'Ottocento ed una antica, antica... ma modernissima (speremm).

Roby ha detto...

Non mi ricordavo il nome dello zio di Monicelli, ma era comunque molto diverso dal mio -pace all'anima sua!- buonissimo ma burberrimo!!!!

Solimano, il 4 giugno 1964 avevo OTTO anni, 2 mesi e 1 giorno, oltre alle idee ancora molto confuse su come si dovesse tenere un diario e su cosa si potesse scriverci dentro. Il mio primo diario (ne ho altri tre, fino al 1970 circa) era chiuso da una linguetta con la chiave, e sulla copertina di plastica imbottita ballonzolavano Paperino e Qui Quo Qua...

Zena, ti ho già detto quanto mi piace il tuo stile di scrittura? Sì? No? Vabbe', te lo ripeto adesso!

Sbaciottissimi à tout le monde!

R.

zena ha detto...

Questo post mi mette di buon umore perché mi fa pensare alla ziitudine, categoria di cui mi sento orgogliosa esponente, anche se esposta all'orticaria.

Son venuta per lasciarvi un saluto, un sorriso e la buona notte:)

Solimano ha detto...

Bugiardissima Roby, non ci credo manco pe' gnente che tu il 4 giugno 1964 quando avevi OTTO anni, 2 mesi e 1 giorno, scrivessi in tal modo, perché, se ci credessi, dovrei mettermi a leggere tutta la tua Opera Omnia dagli otto ai dodici anni (dopo, hai cominciato a guardare i maschietti con intenzioni bellicose e hai smesso di scrivere).
Esplicito il mio secreto pensiero: dotati per lo scrivere ci si nasce, dopo, è tutto un taglia/cuci/modifica/aggiusta. Traspirazione, insomma. Perché chi è nato per scrivere lo sa dentro com'è la faccenda: prima c'è la COSA. Poi le parole organizzano un loro codazzo e seguono la COSA. Mi raccomando però: codazzo, non cosazzo, suonerebbe male. Felicità di chi scrive = felicità di chi legge.

A proposito. Qui in casa stiamo discutendo su qual è il plurale di strascico, perché quelli del codazzo debbono reggerlo, lo stascico. Strasici? Strasichi? Boh!

buon pomeriggio, gemellina Roby
L'invido gemellone Solimano

Gauss ha detto...

Solimano, il mio dizionario enciclopedico Treccani dice strascichi.
Roby, io ci credo, e mi complimento, proprio per quel che dice Solimano, che c'è chi ci nasce e tu, come direbbe Totò modestamente lo nascesti.
Lo dice uno cui, invece del codazzo e del cosazzo, riesce bene il casaccio.

Gauss