lunedì 11 gennaio 2010

Vecchiaia e favole

Roby


Le favole, si sa, sono roba da bambini. Sarà per questo che -nella maggior parte di esse- i personaggi principali sono giovani, spesso giovanissimi, a volte appena usciti dall'infanzia? Biancaneve non dimostra più di 12 - 13 anni, tanto che il principe suo risvegliatore rischia, baciandola sulla bocca, di incorrere nel reato di pedofilia; ed anche Cenerentola appare una comune ragazzina priva di forme, almeno finchè non indossa lo sfarzoso abito da ballo con accessori di fragilissimo, tagliente cristallo (ma la legislazione di quel regno, dico io, non prevedeva nulla di simile alla nostra 626???).
Alle figure più attempate è riservato talvolta il ruolo di saggi tutors, magari con qualche dimestichezza nelle arti magiche benefiche, che possano tornar utili per cavare d'impiccio gli imberbi protetti: ecco dunque le Fate Madrine di Cenerentola e della Bella Addormentata, ed il Mago Merlino (lo vedete qui accanto in una miniatura francese del XIII secolo) consigliere di Artù fin dalla più tenera età.
Talaltra, invece, pare che nelle fiabe vecchio faccia rima con cattivo, anzi, con cattiva: la matrigna di Biancaneve e quella di Cenerentola ne sono fulgidi esempi, per tacere della (anziana) fata malvagia che lancia sulla povera piccola Aurora l'incantesimo che la costringerà a dormire cent'anni, prima di poter convolare a nozze con il solito, biondo, bellissimo e giovane nobile azzurrovestito.
Ora, io mi chiedo: se è vero che la stragrande maggioranza delle fiabe termina con la fatidica frase "e vissero per sempre felici e contenti", e se è assodato che quel "sempre" va riferito alla normale durata di una vita umana lunga e serena, si può o no dedurre da tutto ciò che anche Cenerentola, prima o poi, sia diventata nonna? E che il Principe Azzurro, tra i 60 e i 70 anni, abbia iniziato a soffrire di prostata? Pollicino, dopo aver assistito sino all'ultimo i genitori, dimèntico del brutto scherzo da loro giocatogli nel bosco, avrà infine trascorso una tranquilla pensione nello chalet espropriato all'orco cattivo? Chissà come avrà reagito la ex Bella Addormentata, scoprendo un brutto giorno che il lungo sonno non ha -ahimè- preservato il suo contorno occhi dalla comparsa di orribili zampe di gallina... E chi può dire che Biancaneve, giunta alla stessa età della matrigna, non abbia rispolverato lo specchio magico, confinato in soffitta, recitando sottovoce la ben nota formula: "Specchio specchio delle mie brame / chi è la più bella del reame?"... per riceverne la ferale notizia che da qualche parte, nel suo vasto dominio, una rivale adolescente ha appena sfoggiato in società il suo primo reggiseno wonderbra!!!

Non meno patetica la vecchiaia di Aladino, un tempo caprioleggiante nei cieli sopra Bagdad a bordo del suo fluttuante tappeto incantato. Ve lo immaginate, con i reumatismi ed un accenno di gotta, tentare di mantenersi in equilibrio sull'instabile tessuto volante? Mentre a palazzo l'incanutita Jasmine sfrega inutilmente -con dita deformate dall'artrite- una lampada magica ormai consunta, entro la quale il Genio vive i suoi ultimi giorni, accudito da un'amorevole, giovane e graziosa badante rumena...



14 commenti:

Barbara Cerquetti ha detto...

Cara Roby,
quando si tratta dell'argomento "favole" mi scatta sempre un campanello, perchè è uno dei miei preferiti.
Un po' come l'arte per Solimano, o la matematica per Maz.
Il tuo post mette il dito sulla piaga, anzi, su due piaghe.
La vecchiaia è vista proprio nel modo in cui la descrivi tu, e questa cosa non mi è mai andata giù più di tanto. Non solo: spesso e volentieri i genitori e gli adulti sono assenti o antagonisti, e mentre questa cosa riuscivo a capirla in un contesto di fiabe classiche ottocentesche proprio non mi spiego perchè anche gli autori contemporanei debbano incaponirsi con queste storie di orfani o con questi genitori-nemici. Possibile che sia l'unica strada per creare pathos? Boh!
Stavo scrivendo proprio ieri a Solimano che in questi giorni sono poco ispirata, ma ti devo ringraziare Roby, perchè il tuo post ha vinto la mia apatia e se ci riesco (spero) voglio scrivere una cosa su AEP riguardo uno dei pochi cartoni che spezza questo clichè (ma si scrive così cliscè, cliscié, clickshhhe...boh?).
L'altra piaga è questa: io leggo ai gruppi di bambini libri e favole in media una o due volte a settimana. Per ora (ho 35 anni) sono ancora abbastanza piacevole e credibile e mi diverto tantissimo. Ma mi sorge un dubbio: come farò tra una trentina d'anni? Non è che quando sarò vecchia i pargoli non vorrano più ascoltarmi perchè mi associeranno alla strega di biancaneve e a tutti quegli altri personaggi che giustamente ricordi? Dovrò inventarmi qualcosa....

Solimano ha detto...

Nella prima pagina di Anna Karenina, Tolstoi descrive Dolly, la cognata di Anna, e la definisce "una sfiorita donna di trent'anni". Non mi ricordo se Dolly di figli ne ha cinque o sei.

Vi do una buona notizia, siore e siori: si invecchia! Così si è ancora vivi, altrimenti no.

Per una serie di motivi, ritengo che la mia generazione sia stata molto fortunata, sicuramente più della precedente e quasi sicuramente di quella successiva: vedo molti cinquantenni (e molte cinquantenni) in difficoltà, oggi.
Se ne facciano una ragione, magari gli tocca vivere altri quarant'anni. Ahi, che dolor!

E il sesso? Beh, si può.

saluti, Roby e Barbara
Il vegliardo scrivente Solimano

Silvia ha detto...

Ma non sono le nonne che leggono le favole? Sono rimasta indietro:)
Forse perchè bisogna acchiapparle tra una crociera e l'altra, un concerto e l'altro, un Casadei e l'altro. Hai ragione, non ci avevo pensato.
E' vero che del doman non v'è certezza, ma io Barbara dormirei tra due guanciali se fossi in te. Hai presente la strega di Biancaneve?
Bè, non credo proprio che sarai così in età matura.

Anche in tenerissima età mi sono sempre chiesta come facesse Cenerentola a ballare con le scarpette di cristallo, quando io facevo una fatica boia a camminare con gli scarponicini di cuoio un po' duretti. Vabbè, se c'erano pure la strega e anche la fata che trasformava una zucca in carrozza è evidente che aveva trasformato anche i piedi di Cenerentola in quelli da Wonder womem che ancora non sapevo chi fosse, ma che poi si è rivelata una tosta.
Ma la matrigna di Biancaneve in realtà non è una donna malvagia sì ma non anziana? Tanto che chiede chi è la più bella del reame convinta di essere lei? E la matrigna di Cenerentola avrà sì e no la mia età: ROBY NON SONO VECCHIA!!! E' antipatica questo sì, bruttina come le sorellastre, ma non l'ho mai considerata vecchia, nemmeno quando avevo 5 anni, età in cui può apparire vecchia anche la vicina di casa di 35 anni. Barbara:)

Io invece più che l'età, la discriminante la ravviso nel binomio bello/brutto.
Tutti i bravi e buoni sono belli, anche se versano in condizioni pessime, anche le fate anziane sono dolci e graziose anche prive mi memoria:) Gli antipatici sono di norma bruttini ma soprattutto ridicoli e i cattivi sono bruttissimi, molto.
I belli, diventati brutti o "strani" vedi rospo o sirenetta è perchè sono sotto incantesimo. Per natura sarebbero tutti figoni mai visti.
Messaggio deleterio.

Ho letto in giro varie elaborazioni delle presunte vite dei nostri eroi. Alcune spiritose ma tutte molto prevedibili. Per forza, che senso ha rapportare una favola alla vita reale? Io rimarrei sul E vissero felici e contenti per tutta la vita. Quale vita? Ma quella di chi legge no? E così fino alla fine dei giorni. Tanto se mai si dovessero fare una plastica, a questi qui manco la cicatrice rimarrebbe, c'è la Fata Smemorina:)

Roby ha detto...

Barbara cara, sono felice di averti così opportunamente ispirato!!!! E in effetti devo convenire che sì, 35 anni cominciano ad essere un'età ESAGERATA per leggere fiabe ai bambini, checchè ne pensi Silvia (CIAO, SILVIAAAAAAA!!!!!!!!!!! Lo so, lo so che non sei VECCHIA!!!!)

[:->>>]

E' interessante quello che dici sui genitori-antagonisti, anche nelle favole "moderne", ed è verissima l'osservazione di Silvia (ri-CIAO, SILVIAAAAAA!!!!!!!!!) sull'opposizione belli-brutti: l'anatroccolo, per essere "accettato", deve diventare un bel cigno.... Pelle d'Asino deve dismettere la sua pelliccia asinina per conquistare -se non erro- l'ennesimo principe... il simpatico ma brutto Riccardin dal ciuffo (ma da dove attingo tutti 'sti riocordi?? BOH!!) è trasformato in bel giovane dall'amore di una fanciulla... e poi, ovviamente, c'è il ROSPO-PRINCIPE, eroe di innumerevoli storie (l'ultimo Disney docet).

Solimano, che bella notizia: invecchiare vuol dire essere ancora vivi!!!!! E sul sesso... sono d'accordo!!!!

[;->>>]

Roby (che visse per sempre felice e contenta, ecc. ecc.)

PS: giusto, Silvia: la matrigna di Biancaneve non è anziana, ma la megera in cui si trasforma per offrirle la mela sì...

Solimano ha detto...

C'è una grande differenza fra le Favole Moderne e le Favole Antiche (soprattutto la mitologia greca).

Le Favole Moderne hanno tutte il lieto fine obbligatorio, mentre per le Favole Antiche non è così, per questo spesso assurgono a Mito, mentre le Favole Moderne sanno a volte di lecca lecca consolatorio: ci saranno 500 versioni di Cenerentola, trovarne una in cui continua a fare la serva. Fino al Settecento non era così, è stato, come al solito, il Romanticismo, che ci ha fregato. Romanticismo deriva da romance...

Mitologia Greca e pitture sui Miti dal Quattrocento al Settecento compresi, ecco quello che ci vorrebbe per capirci meglio.

saluti
Solimano

Anonimo ha detto...

Nella fiaba è vero c'è "e vissero tutti felici e contenti", ma del resto cosa raccontare, la verità? Quale bambino a quel punto comincerebbe a vivere. Rodari diceva che le storie danno il lieto fine per aiutare i bambini ad affrontare le difficoltà della vita.
Ma per il resto le difficoltà non mancano: le carte di Propp sulla struttura della fiaba ha molto da dire. Gli antagonisti dove li mettiamo? gli ostacoli, gli aiutanti, la magia... Quanto della vita vera ci può essere nella fiaba.
Poi, cara Silvia, sapessi come mi sono sentita male quando la sorellastra non riusciva a calzare la scarpetta di cristallo. Io avevo ed ho (perchè il piede nel frattempo non si è accorciato) 40 di scarpe ed allora come potevo identificarmi con Cenerentola, quando mai avrei potuto conquistare con il mio piedone un primcipe azzurro??? Un tormento...
Quante domande di fronte a queste fiabe che hanno accompagnato la nostra giovinezza.
E quel lupo che ingoiava intera una nonna, che poi viene squarciato... Veri mini-film horror.

Un caro saluto a tutti

Silvia ha detto...

Guarda Roby, CIAOOOOOOOOOOOOOOOOO ROBYYYYYYYYYYYYYY,:) da quando mi dissero che i funghetti del bosco dei sette nani nella realtà sono i più velenosi, io ho cominciato a guardare alle favole come delle grandi bugie:))

Che poi fin da piccoletta, non ho mai pensato che questa Cenerentola avesse un piede così particolare. Era la scarpa che era fatata... Allora ditelo subito no?! Che la facessero anche volante e che si andasse a cercare il suo piede da sola!:)

Giulia non prendertela. Anche se comprendo il tuo scoramento Perrault non poteva supporre che da lì a poco sarebbe scoppiata l'alta moda,con passerelle e modelle dai piedi chilometrici. Che poi è W.D., sempre quello dei funghetti velenosi che ha dato volto noto alla nostra eroina. Che si sia ispirato a Kim Novak?

un baciotto a tutte, squaw delle tribù dei piedi corti e/o lunghi.

Roby ha detto...

Per BARBARA: ehi, dico, Barrrrrbara, non crederai mica che dicessi sul serio riguardo ai tuoi 35 POCHISSIMI anni?????? Ascoltarti leggere le favole dev'essere una vera goduria, non solo per i piccoli ma anche per i grandi!!!!

Per GIULIA e SILVIA: Giuliettina e Silvietta care, ma lo sapete che io,di piede, ho ben il 41???? Il valletto del principe, per trasportare la mia scarpina, avrebbe avuto bisogno di un tir!!!!

Per SOLIMANO: ah, la mitologia... un'altra delle mie passioni giovanili...


R.

Anonimo ha detto...

La più grande narratrice di fiabe che ho conosciuto è stata la Dina mianonna: lei mi ha insegnato lo stupore, perchè attraverso le sue parole mi arrivava un mondo alla rovescia, che non mi ha mai lasciato.
Si è credibili ad ogni età, se si narrano le fiabe, anche se sono abitate da un'umanità bambina e ai vecchi e agli adulti è riservato un compito talvolta ingrato...

Quando mio marito racconta alla piccola Irene o legge per lei ( io, egoista, mi ritaglio il piacere di guardarli a distanza, per vedere come sono belli, tutti e due), vedo la bambina accorciare le distanze e 'fare il pane' come una gattina contro il suo maglione...
Trop bel.
zena

Solimano ha detto...

Ho riletto con attenzione questa conversazione, che basterebbe da sola a dimostrare come l'obiettivo della conversazione -non solo del commento- in Stanze all'aria è del tutto praticabile e gratificante. Ma di casi del genere qui ce ne sono stati altri, non pochi.

La conversazione mi è servita per capire l'entusiasmo con cui, in AEP, ho scritto una serie di post su due film: Gli Argonauti di Don Chaffey (1963) e L'Odissea di Franco Rossi (1968). Il secondo, nacque per la TV e dura 446 minuti (GASP!)
E l'entusiasmo di me adolescente nel leggere due libri. Di uno, abbiamo già parlato: l'Orlando Furioso, l'altro è Erodoto, con le Strie. Poi ci si è aggiunta (molto più tardi) una grande favola nata come contro-favola: il Don Chsciotte. Favole tanto più vere quanto più false, le verità e le bugie si sostengono a vicenda perché un'altra fiaba, una canzone, partiva col piede giusto: "La vita è un paradiso di bugie" (Calcagno - Oliviero) 1956

E' passato un giorno intero
E non hai mentito ancora
Che cos'è questo mistero
Mi smarrisce, m'addolora
D'ogni strana tua invenzione
Ho bisogno un po' crudele
Voglio chiavi interminabili
Saporose come il miele
La vita è un paradiso di bugie
Quelle tue, quelle mie
Che ci danno una calda ansietà
Son stelle risplendenti
Sulle vie profumate
Che cantate, e lontane dalla buia realtà
Amo soltanto te
Io non ti lasciò più
Ma se mi manchi tu
Tutto è finito per me
La vita è un paradiso di bugie
Caravelle colorate
Dondolanti nella felicità
Amo soltanto te
Io non ti lasciò più
Ma se mi manchi tu
Tutto è finito per me
La vita è un paradiso di bugie
Caravelle colorate
Dondolanti nella felicità
Un dolce firmamento di bugie
Sulle vie dell'amore
Sempre scie accenderò.


saluti
Solimano
P.S. Le bugie sono bellissime, a patto di sapere anche che sono bugie: crederci del tutto... e non credergli per niente.

Barbara Cerquetti ha detto...

Roby: prendermela? di cosa? perchè?

Solimano: mi hai dato due ottime notizie, che quando si invecchia si è ancora vivi e che si può ancora fare quella cosa là...sì...insomma...le partite a scacchi. Ora mi sento molto ottimista per il futuro :-)

Riguardo alle favole, non so perchè,ma spesso e volentieri sento dire che sono tutte uguali, e il lieto fine qua, e gli stereotipi di la e bla bla bla ... tranne ovviamente quelle che piacevano a noi da piccoli. Quelle lì sono sempre l'eccezione a qualsiasi distinguo.
;-)

Solimano ha detto...

Barbara, il gioco degli scacchi, per la varietà dei pezzi e delle mosse, è un'ottima metafora di quella cosa là, mentre il gioco della dama ha qualche controindicazione.
Ugualmente, sempre con riferimento a quella cosa là, meglio, come metafora, la briscola chiamata, che il silente scopone sc... sc... scientifico.

saluti
Solimano

Solimano ha detto...

Proverbio pellerossa (tribù dei piedi neri): LE SQUAW DAI PIEDI GRANDI RENDONO STABILE LA TENDA.

Solimano

Silvia ha detto...

Quelle dai piedi piccoli fungono da picchetto. Non fa una grinza:)