martedì 5 gennaio 2010

La geografia di Teofilo Folengo (1)

Solimano

Baldus Libro II, 96-128


Dat multam lanam pegoris Verona tosatis,
montibus ex altis evangat Brixia ferrum,
bergamasca viros generat montagna gosutos,
de porris saturat verzisque Pavia Milanum,
implet formaio cunctos Piasenza paësos,
Parma facit grossas scocias grossosque melones,
trottant resano cuncti sperone cavalli,
Mantua brettaros fangoso bulbare pascit,
si mangiare cupis fasolos vade Cremonam,
vade Cremam si vis denaros spendere falsos,
ingrassat Bologna boves, Ferraria gambas,
non modenesus erit cui non fantastica testa,
quot moschae in Puia tot habet Vegnesia barcas,
mille stryas brusat regio Piamonta quotannis,
villanos generat tellus padoana diablos,
saltantes generat bellax Vincentia gattos,
congruit ad forcam plus quam chiozottus ad orzam,
antiquas Ravenna casas habet atque muraias,
innumerosque salat per mundum Cervia porcos,
sulphure non pocum facis, o Caesena, guadagnum,
nulla faventinas vincit pictura scudellas,
dat mioramentos vallis Commacchia salatos,
intra ceretanos portat Florentia vantum,
non nisi leccardos vestigat Roma bocones,
quantos per Napolim fallitos cerno barones,
tantos huic famulos dat ladra Calabria ladros,
Gennua dum generat, testas commater aguzzat,
semper formosas produxit Senna puellas,
Millanus tich toch resonat cantone sub omni,
dum ferrant stringas, faciuntque foramina gucchis;
qui ponunt scarpis punctos, sparamenta zavattis,
quive casas cuppis coprunt spazzantve caminos,
vel sunt commaschi vel sunt de plebe Novarae.

Dà molta lana Verona tosando le pecore, Brescia dalle sue alte montagne vanga fuori del ferro, i monti del bergamasco generano gente gozzuta, Pavia di porri e di verze sazia Milano, di formaggio Piacenza riempie tutti i paesi, Parma produce grosse zucche e grossi meloni, trottano tutti i cavalli sotto speroni reggiani, Mantova i suoi berrettai sfama con carpe fangose, se vuoi mangiare fagioli prendi su e vai a Cremona, vai a Crema se vuoi spendere soldi falsi, Bologna ingrassa buoi, Ferrara prosciutti, non ci sarà un modenese senza mattana in testa, tante mosche ha la Puglia quante barche Venezia, mille streghe brucia ogni anno il Piemonte, la terra padovana genera villani che sono tanti diavoli, e Vicenza bellicosa genera gatti che saltano come fulmini, il chioggiotto è nato più per la forca che per manovrare l'orza, antiche case e muraglie ha Ravenna, innumeri porci sala Cervia da spedire per tutto il mondo, non poco guadagno fai, o Cesena, con lo zolfo del tuo sottosuolo, nessuna pittura vince le scodelle faentine, la valle di Comacchio anguille ci dà, salate, tra i cerretani porta Firenze gran vanto, e Roma non cerca se non golosi bocconi. Quanti baroni vedo falliti aggirarsi a Napoli! tanti sono i ladri che la ladra Calabria manda qui per famigli. Appena Genova mette al mondo figlioli, la comare dà alle teste forma puntuta; sempre belle figliole ha generato Siena; Milano, tic-toc, risuona da ogni cantone, mentre si ferrano cinghie con fibbie, si fanno buchi agli aghi; c'è chi dà punti alle scarpe, chi fodera ciabatte, chi copre il tetto delle case coi coppi, chi spazza con fasci di spine i camini: o son comaschi o son della plebe di Novara.

P.S. Ringrazio un grande libro: "I luoghi letterari" di Giampaolo Dossena Sugar editore, 1972.
Le immagini sono silografie dell'edizione veneziana del 1521. E' meglio ampliarle.
In quella a fianco del testo di Folengo, Merlin Cocai fra le due Muse Macaroniche, Zana e Togna. Zana, con un forchettone, sta mettendo in bocca al poeta un grosso macarone, cioè uno gnocco.
In quella in fondo a sinistra, due personaggi del Baldus: Zambello e Tognazzo.
In quella in fondo a destra, due contadini.





















4 commenti:

mazapegul ha detto...

Solimano, mio padre ci leggeva a volte dei pezzi del Folengo, quando eravamo ragazzini. Non credo che ne abbia letto molto, ma quel poco gli era piaciuto molto. Mio padre viene da un paese che era diviso sino a una generazione fa tra salinari, pescatori e contadini:

"innumerosque salat per mundum Cervia porcos".

Al Folengo erano rimasti evidentemente impressi i contadini; anzi, i norcini. (Forse l'abbondanza di sale aiutava quell'industria particolare).

Ciao e grazie,
Maz

PS Sulle streghe piemontesi tornerò presto: ho (ri)fatto qualche utile lettura ultimamente.

Solimano ha detto...

Màz, Teofilo Folengo è, senza magari volerlo, l'inventore di un importante genere letterario (e poi cinematografico): il picaresco.
Rabelais imparò molto da lui.
A questo si aggiunge che è un grande scrittore dantesco, non petrarchesco. Per questo mi è particolarmente caro. Infine, molti suoi versi mi fanno ridere quasi follemente: mi sembra un impasto fra Cosimo di Piovasco di Rondò e Gurdulù (niente Cavaliere Inesistente). Ci scriverò un secondo post, proprio sulla geografia: le plaghe emiliane e romagnole (e in genere padane) le conosceva benissimo. E magari... non sono molto cambiate, dai suoi tempi.

grazie Màz e saluti
Solimano

mazapegul ha detto...

A casa ho la secchia rapita: molto minore, mancando di ricerca linguistica vera a propria, ma pur sempre godibile. (E' un'edizione secentesca, lasciatami da una vecchia zia).
Maz

Solimano ha detto...

Ho letto "La secchia rapita" di Alessandro Tassoni. Non è un grande libro, però l'ho trovato divertente e molto malizioso (soprattutto nel racconto degli amori di Venere e Marte e nelle sventure coniugali del Conte di Culagna).

saluti Màz
Solimano