mercoledì 23 dicembre 2009

Sentirsi cattivi a Natale

Solimano


Erano i primi giorni di settembre di diversi anni fa.
Nella pensione in Val Gardena eravamo rimasti in due coppie: i temporali di fine agosto avevano fatto scappare tutti gli altri. Con l'altra coppia non ci conoscevamo, ma inevitabilmente cominciammo a parlare, anche perché stavamo non bene, ma benissimo, coccolati dall'ostessa ladina che ci trattava come i cugini del Sud.
Lui faceva l'allevatore di maiali nel reggiano, lei seguiva l'amministrazione. Bella coppia: si capiva che si volevano bene e che tutte le sere non si addormentavano subito appena a letto. Dagli occhi, si capiva. Lui si mise a parlare del suo lavoro. Quando uno ama veramente il suo lavoro, è interessantissimo sentirlo parlare.
A un certo punto disse: "Perché vede, quando un maiale si ammala...", ed io: "Ma come fa ad accorgersi che un maiale è ammalato fra le altre centinaia?" "Semplice, gli altri gli saltano addosso".
Sì, probabilmente c'erano, migliaia di anni fa, branchi di maiali che non facevano così, solo che si sono tutti estinti. E magari l'uomo di Neanderthal porgeva l'altra guancia, ma anche lui non c'è più.
Nel nostro cervello c'è la nostra storia evolutiva. Non possiamo amputare le parti arcaiche, il cervello del rettile, il comesichiama. Peggio, non possiamo far finta che non ci sia. Io cerco di guardarlo, il nazista che in me (non uso le virgolette, se parlassi di voi le userei...). Se ne sta lì, accucciato; a volte mi è pure utile, se debbo farmi rispettare. Ma in genere è un faniguttun, proprio perché lo guardo, lo vedo.
Buon Natale.

P.S. Questo brano lo scrissi il 21 dicembre 2002. Fu pubblicato da diverse parti, fra cui i blog di Claudio Sabelli Fioretti e di Pino Scaccia. Mi condivido ancora.

Albrecht Dürer: Il figliol prodigo 1497-98 Disegno a penna 217x219 mm British Museum, Londra

13 commenti:

mazapegul ha detto...

Ebbene sì, caro Solimano, camminiamo su questo stretto crinale calanchivo, di per sè franoso. Basta vedere in queste settimane il crocefisso (minuscola intenzionale, per rispetto al simbolo offeso) e il presepe agitati come simboli identitari: i simboli hanno fortissime cariche emotive e sociali ambivalenti; decontestualizzati, rimane loro solo il potere di vita e di morte (o di inclusione e esclusione, che nelle società tribali è la stessa cosa).
C'è la bellissima scena, che forse ho già citato qui di recente, nel Mestiere delle Armi di Rosi: Giovanni delle Bande Nere, per vendicare il crocefisso fatto a pezzi dai soldati in cerca di legna da ardere, ammazza uno dei suoi cavalieri lì sul posto. E Olmi, pur oggettivo, è chiaramente schierato dalla parte della soldataglia infreddolita. E anche del crocefisso. E anche, in fondo in fondo -ma criticamente-, di Giovanni.
Sono stato fin qui poco a tono col tuo post, forse, ma non del tutto. Bisogna -come tu ben dici- sapere e vedere sè come si è.
[Ho ultimamente letto Pinocchio a mia figlia: che gran libro! Il problema di Pinocchio non sta nell'assenza di buoni consigli; né nel non saper provare sinceramente buone intenzioni. Il problema di Pinocchio è crescere e fare esperienza, e trarne le conseguenze. Anche alla luce dei consigli che gli vengono dati, certamente, e misurando l'esperienza contro le proprie intenzioni; ma non è data crescita diretta da altri, o diretta dalla propria volontà].

Ciao e grazie,
Maz

Emilia ha detto...

Io sono pienamente d'accordo: bisogna guardare al nazista che è in tutti noi e tenerlo a bada o dialogare con lui perchè cambi idea... La Arendt diceva il male è banale, Grossman ha detto che è "geniale" perchè si può nascondere sotto le "ali del bene". E questo è il più insidioso. La chiesa è sempre stata specialista in questo tipo di bene.

Buon natale dunque cattivoni

Solimano ha detto...

Cattivone Solimano, cattivone Màz, cattivona Giulia. Siamo partiti col piede giusto. Poiché ammettiamo di essere costituzionalmente tali, possiamo evitare inutili buonismi e stare meglio sulla palla, rischiando persino di essere buoni, ogni tanto.
Ho apprezzato il richiamo che ha fatto Màz a Il mestiere delle armi, grande film di Ermanno Olmi. Una sfida difficile condotta da Olmi con intelligenza ed onestà (ebbene sì, onestà) esemplari.

grazie e saluti
Solimano

Silvia ha detto...

Arriverò più tardi da voi, ci sono molte cose da leggere...
Ma se un impegno improvviso o un contrattempo dovessero impedirmelo...

AUGURONI di Buon Natale...

da buoni, perchè noi siamo sempre tanto buonini come Lupo de Lupis. A presto

Anonimo ha detto...

parlate per voi, brutti mascalzoni!
io, che sono sempre buono,
24 ore al giorno, 7 giorni la settimana,
52 settimane l'anno,
quando arriva questo periodo
mi sento, e sono, tutto più buono.

per esempio, questa mattina,
sono andato a comprare il pane.
ero di una bontà così celestiale
che avevo il timore
che qualcuno mi addentasse.

tutto sommato mi è andata bene,
mi hanno solo ciulato l'ombrello.

ac

Silvia ha detto...

E' vero, confermo che i maiali, ma non solo loro, appena si ammalano vengono assaliti dagli altri. Selezione naturale, così diceva il mio cugino alla lontana che faveva il casaro.e che di maiali ne aveva 400.
Non credo che fossero loro, l'altra coppia, non si sono mai mossi dal loro caseificio in 30 anni di attività.
Io mi rifiuto di avere un nazista in me. Va bene una stronza, una lavativa, una dispettosa, una menefreghista, ma nazista no, mi dispiace non ne voglio sapere. Se mai dovessi accorgermene, l'ammazzo.
Ops!

Solimano ha detto...

Alberto, però... se tu fossi stato non buono-buono, ma solo buono come nei giorni normali, magari l'ombrello non te lo ciulavano.

Tornando al sentirsi cattivi a Natale (e negli altri giorni) credo di avere scritto delle frasi che dovrebbero essere ovvie, ma così non è. Ci si gira intorno, al limite ce la si prende con chi lo dice, come se la cattiveria fosse un problema suo, non generale.
Come diceva Laing: "Giocano a giocare un gioco. Se me ne accorgo e glielo dico mi puniranno, anche se sanno benissimo che stanno giocando un gioco". E le amicizie splinderiane o facebookkiane cosa sono se non un gioco palesamente falso e ipocrita? Nel migliore dei casi sorgono delle mafiette con i commenti come merce di scambio. Non sarebbe meglio conversare, o al limite anche entrare in conflitto (che è cosa assai diversa dallo scazzo)? Tutto perché si prendono come dato scontato le opportunità linkettare, mentre si dovrebbe partire da un progetto, magari un progetto di cazzeggio, perché no.
Splinder, Blogger, Wordpress fanno il loro mestiere, fornendo delle caratteristiche hardware e software, ma le caratteristiche non sono i vantaggi e i benefici: si deve partire da quello che si vorrebbe fare e scegliere le caratteristiche coerenti col progetto, mentre si fa esattamente il contrario. Per cui melassa, saccarina, vaselina in primo piano, come se esistessero solo loro e cone se si potesse ignorare che esistono umori, opportunismi, livori ed odii, che invece sono insopprimibili e che in qualche modo debbono pure sfogarsi.

grazie Alberto e saluti
Solimano

Solimano ha detto...

Silvia, mettiamola così: tu sei dispettosa. La dispettosa Silvia, ecco, cugina de La vispa Teresa. Io potrei essere Lo scorbutico Solimano. E mettiamo su una bella commedia: il grande tour sarà Montecchio, Cavriago, Bagnolo in Piano, Castenuovo di sotto, Novellara, Rio Saliceto (sconto per gli anziani, mi raccomando).

saluti
Solimano

Anonimo ha detto...

Metto qui gli auguri per tutti e ciascuno.
zena

sabrinamanca ha detto...

Un abbraccio e un augurio di trascorrere dei giorni se non spensierati, almeno sereni, a tutti gli amici di queste Stanze.

Solimano ha detto...

Zena, ricambio gli auguri, anche da parte di Neria. Stiamo rileggendo Virgilio, indovina un po' perché...

Sabrina, veramente contento di sentirti. Se vai nel post che sta qui sopra, ed entri nell'indice dei Bei Momenti, ne trovi quattro dedicati alla Sardegna: Ingurtosu, Piscinas, l'Argentiera, Il museo del rame di Isili, tutti scritti da Giorgio Casera (Ottavio), che ha girato molto, ma è rimasto attaccato alla sua terra. Ti piaceranno. Auguri anche alla tua famiglia.

a presto
Lo scrivente Solimano

Silvia ha detto...

Potremmo concederci anche Neviano Degli arduini, Fidenza e S. Polo Torrile secondo me Solimano. Farebbe un successone:) Anche se io più che dispettosa mi definirei proprio bisbetica, ch quando mi ci metto...

Sabrina, un augurio grande, anche se in ritardo. Con molto piacere ti ritrovo qui e questa sì che è una bella cosa.
Un abbbraccio:)

Scappo che vado dal babbo oggi.

Solimano ha detto...

Silvia, e Canossa, Rossena, Quattro Castella? Così ce la tiriamo da storici medioevalisti, attorno alla Contessa Matilde, quella così pia, ma che fece aspettare a piedi nudi l'imperatore nel cortile sotto la neve, hai capito com'era pia? Chissà i geloni nei piedi imperiali.
Ma soprattutto. Ci siamo scordati Santa Vittoria di Gualtieri e il 501, tutti in pista, a ballare in 2000!!!

saluti
Solimano