venerdì 18 dicembre 2009

San Gerardo e il suo ponte

Gauss



Gauss - Nevicata sul ponte di San Gerardino
olio su tela 100x100 cm (2006)


Faceva uno strano effetto la nevicata del 2005 sul ponte di San Gerardino, un bel soggetto per un dipinto, che poi ho ripreso e terminato solo l'inverno successivo. Ve lo propongo come mio biglietto d'auguri di Buon Natale.

E' proprio lì, sulla sponda sinistra del Lambro (a destra di chi guarda) che Gerardo dei Tintori, con Giovanni Battista santo compatrono di Monza, stabilì il suo ricovero - ospedale per i poveri. Gerardo è un santo laico, cui sono attribuite innumerevoli guarigioni miracolose e anche un paio di ingenui prodigi, quelli che hanno finito per caratterizzare la sua immagine popolare.

Per portare cibo e conforto ai suoi poveri che l'esondazione del fiume aveva isolato (quello è un punto che le piene del Lambro non risparmiano nemmeno oggi), Gerardo lo attraversò stendendo il suo mantello sui flutti e navigandoci sopra. In pieno inverno, per ottenere il permesso di sostare a pregare fino a notte inoltrata, promise ai canonici del Duomo un cesto di ciliegie, che fruttarono sul suo bastone.

Sono i motivi che fanno della sua sagra una festa di fiume e di ciliegie. La statua del santo viene calata dal ponte a galleggiare su una zattera coperta da un mantello. Sulle sponde, folla vociante e profluvio di ciliegie. Incurante del periodo dell'anno in cui avvenne il miracolo delle ciliegie, la sagra cade prudentemente all'inizio dell'estate, il 6 di giugno data della morte di Gerardo avvenuta nel 1207, chè d'inverno sarebbe un azzardo perfino per un santo come lui.

Nel 1946, quando la fine della monarchia sabauda impose di rinominare l'ospedale cittadino Umberto I, i monzesi non vollero intitolarlo ad altri che a San Gerardo dei Tintori.

Gauss

P.S. Ho appena postato, e fuori comincia a nevicare. Che sia un segnale da San Gerardo? Vado a controllare se la quercia sta buttando ciliegie.

8 commenti:

Silvia ha detto...

La neve in primo piano mi piace moltissimo:)Sembra di toccarla.
Una bella sagra quella di San Gerardo, con tanti frutti e colori e l'acqua elemento imporante.
Anche qui sta nevicando, poco, e poi spero che smetta perchè domani mattina vorrei andare a pattinare.

zena ha detto...

Si vede,intatta, tutta la granulosità della neve. Ma che bello.
Qui è nevicato tantissimo, quella bella neve soffice e sfragolona. Una meraviglia.

Solimano ha detto...

Gauss, grazie per l'ottimo augurio.
Consiglio a tutti di ampliare l'immagine del quadro, oltretutto in basso sulla destra il quadro è firmato, e Gauss se lo impropria in modo ardito, visto che è firmato da G. Pizzi, che spero mi inviterà ancora uno di questi giorni a casa sua, così vedrò il quadro da vicino. Fra l'altro G. Pizzi (a differenza di Gauss) è timido, chissà come se la prenderà quando saprà che un altro quadro (non suo, ma in suo possesso) è già comparso nel blog. Ma di ciò basti, si avvicina il Natale.

Quante volte ho camminato per quella strada sulla destra con Silvio la sera dopo cena! E quante volte abbiamo litigato ad alta voce perché in politica la pensiamo diversamente. I prudenti brianzoli ci guardavano preoccupati, ma noi sapevamo come uscirne: bastava che uno dei due dicesse il nostro abracadabra, il nome Darwin o il nome Laborit e allora la pensavamo allo stesso modo e ci aggiornavamo a vicenda sulle ultime letture. Con un amico vero non si fa del gné gné, ma si conversa e magari si discute animosamente. La pace finale era siglata al Circolo Garibaldi da uno spumantino, offerto da chi aveva alzato la voce di più.

Gauss, è ora che te ne fai una ragione: la Befana non esiste e le ciliegie non crescono sulle querce, tanto meno in questa stagione. Nemmeno San Gerardo dei Tintori può fare il miracolo.

saluti
Solimano

Gauss ha detto...

Silvia, grazie. Noi pittori della domenica siamo avidi di complimenti. Anche qui poca neve, ma fine e gelida. Questa mattina ho passeggiato al Parco con la cagna, e per l'ultimo tratto l'ho dovuta aiutare, povera vecchia. Grumi di neve gelata le si erano attaccati alle dita e le congelavano i piedi delle zampe posteriori.

Zena, arduo oggetto da dipingere, la neve. Gino Meloni, che ormai vi è familiare, ci ricordava sempre che "la nev l'è minga bianca". Il perchè non lo diceva, e forse neanche lo conosceva, però lo sapeva. E' come il mare, prende il colore del cielo.

Solimano, non lo sai che G. sta per Gauss? e se vuoi dare un'occhiata al quadro, a casa mia sei sempre il benvenuto, che mi devi ancora istruire su alcune diavolerie di questo blogspot.
Sarà mica il Silvio "de cuius" quello con cui litigavi sulla via lungo il Lambro che, guarda caso, si chiama via Gerardo dei Tintori?
E sappi che anch'io dubito che le ciliegie crescano sulle querce, però sono di scuola galileana, prima verifico.

Gauss

Silvia ha detto...

Che tenerezza:) La mia si chiamava Cleo, da Cleopatra, ma per gli amici era Sgnapis. Ho pensato a lei questa mattina mentre osservavo i cani al parco.
C'era uno schnauzer nano nero con tutta la barba piena di palle di neve. Faceva fatica a camminare. L'ho accarezzato per simpatia, mi ha guardato disperato mentre la padrona lo esortava ad andare.

p.s. sono in attesa di altri dipinti, sarò ben lieta di farti i complimenti, pittore della domenica. Ti avverto però, non sono così buona con chi pecca di modestia eccessiva:)

Silvia ha detto...

Solimano scusa, ma quel Silvio lì, come fa di cognome? No, perchè non vorrei vederti velone in men che non si dica!:)

zena ha detto...

C'è un passo molto bello, di Mario Lodi, intitolato La neve azzurra...
Ora lo cerco:)

Solimano ha detto...

La neve azzurra... Zena... mi hai dato un'idea... vado a cercare il mio amico Primo Casalini...
ci vediamo più tardi!

grazie e saluti
Solimano