mercoledì 16 dicembre 2009

"Con la presente legge si vieta l'odio"

Solimano

"Il disprezzo" (1963) di Jean-Luc Godard

L'odio (come l'amore) si prova, non si pensa. Se c'è, si cerca di gestirlo, di capirlo, di finalizzarlo. E così il disprezzo, che si prova e si pensa. Ogni tanto, sono contento di sentire e di pensare il sentimento e il pensiero del disprezzo. Non solo, se parlo con qualcuno che mi dice che il disprezzo non lo prova mai, penso che non sia un'anima bella, ma una persona cinica priva di spessore morale. Essere razionali è importante - in particolare per non farsi del male da soli - ma siamo fatti di carne e di sangue, non spiriti puri ed anemici. Abbiamo un sapore, un odore, un umore. Guai se no.

E' una storia vecchia di millenni, dal "non desiderare la donna d'altri" e dal "non desiderare la roba d'altri". Si tratta di ingiunzioni paradossali, perché prescrivono quello che non si può prescrivere: il desiderio, che é spontaneo di per sé. Non ci si può dire: "Adesso penserò di desiderare qualcosa". Poi ci ha provato Rousseau col suo buon selvaggio, talmente buono che si è estinto, mentre noi siamo qui, vivi e vitali, finché ci siamo.

La discussione sull'odio che si fa in questi giorni mi sembra completamente ipocrita. Sono d'accordo con Rosy Bindi:
«Ci mancava pure questa. Sia ben chiaro, questa intervista deve aprirsi con la solidarietà a Berlusconi e con la condanna del gesto. Resta il fatto che tra gli artefici di questo clima c’è anche Berlusconi, non può sentirsi la vittima. Questi gesti vanno sempre condannati, mai giustificati. Qualche volta però sono spiegabili. Certo, se si continua a dividere questo paese, alla fine...».
E sono d'accordo anche con Antonio Di Pietro:
«Sono contro la violenza, ma Berlusconi istiga».

Pippo Civati ha perso una buona occasione di stare zitto, dicendo che Di Pietro ha detto un'idiozia. Do you remember Berlusconi, che diceva che Forza Italia era il Partito dell'Amore, composto da persone incapaci di odiare? Quella sì che è una colossale, pericolosa e furba idiozia, tutti lì ad ascoltarlo a bocca aperta: che bello che bello, noi non proviamo mai l'odio.

Ma la sfigata furberia di Pippo Civati è senza confini, difatti ha aggiunto:
"Proprio oggi, che si stava formando il CLN da B, lanciato da uno dei suoi più strenui oppositori, l'on. Casini. Proprio alla fine di una settimana che ne aveva svelato il disegno eversivo, che tutti sembravano condannare. Proprio ora che sembrava nascere un'opposizione degna di questo nome al potere smisurato (any sense) del premier. Chi lo dava per spacciato, sbagliava, come sempre".
Come se in tutti questi anni l'opposizione non sia stata degna di questo nome per colpa dello squilibrato Tartaglia. A parte che dare dello strenuo oppositore a Casini fa un po' ridere: se Casini è strenuo, gli altri, come sono?

E così Pierluigi Battista sul Corriere della Sera: "Ma chi era presente al comizio di Berlusconi ha avuto nettissima la sensazione che chi lo contestava era animato da un’ostilità irriducibile, esasperata e assoluta nei confronti di un Nemico cui non si riconosceva nemmeno il diritto di parola. Inveivano contro la personificazione del Male più che contro il capo di un governo avversario. Si sentivano, anche loro, i portabandiera di una causa giusta quanto può esserlo la cacciata di un tiranno, non di un vincitore di libere elezioni democratiche. È questo il legame, psicologico e politico, che unisce e salda la violenza verbale e quella materiale. È la condivisione di una stessa atmosfera". Allucinante, basta meditare sul diritto di parola che ha sempre avuto Berlusconi rispetto all'opposizione. E sulle libere elezioni democratiche ce ne sarebbe da dire, col controllo TV.

Aggiungo che non ho mai menato nessuno né sono mai stato menato. E mi auguro che nessuno meni o venga menato. Potrebbero uscirne così: "Con la presente legge si vieta l'odio". Ma l'amore, dove finisce, se non c'è il rischio dell'odio? Un amore obbligatorio, un amore col ticket. Ancora un'altra legge, ci vorrebbe: "Si fa divieto di sbadigliare nei luoghi pubblici, ma soprattutto in quelli privati".

"Cabaret" (1972) di Bob Fosse

9 commenti:

Emilia ha detto...

Sono allibita, ma non stupita del dibattito demenziale, ma pericoloso di questi giorni. E non mi stupisco di quel signore di cui sappiamo l'abilità perversa, ma di chi in qualche modo lo sostiene. Questo mi spaventa davvero, perchè quando un giornalista non ha il coraggio di dire quello che pensa, o non pensa che è anche peggio le cose vanno davvero male...
Grazie

Gauss ha detto...

Solimano, sanno di non essere stimati, e perciò pretendono di essere amati. Si sa che l'amore è cieco, mentre la stima è guardinga. Cominciano col bando dell'odio, che quanto a cecità non ha niente da invidiare all'amore, basta vedere quel che ha combinato in Piazza del Duomo, ma chiaramente puntano all'obbligatorietà dell'amore. Stasera li ho sentiti dire in TV che il loro è il partito dell'amore. Chissà a che sanzioni pensano per le corna!

Giulia, così il grande Petrolini ha apostrofato uno spettatore che dalla galleria continuava a fischiare e rumoreggiare "Io non ce l'ho con te, ce l'ho con quello accanto a te che non te butta de sotto".

Gauss

Silvia ha detto...

Anche io sto con la Bindi. La violenza non mi piace, mai, ma anche in questa storia io ravviso la malafede. Forse perchè quest'uomo non mi da fiducia nemmeno quando dorme, per cui anche assalito, mi lascia perplessa a fare mille congetture, salvo andare in bestia quando sento odore di santità. Ora siamo tornati a slogan di pozziana memoria, che enunciati dai nostri governanti mi fanno ridere, ma poco, perchè in realtà ci sarebbe da piangere.
Intanto su google sono sparite le foto del nostro dopo l'aggressione. Normale routine rispondono i grandi gestori. Sarà.

Solimano ha detto...

Ho inserito le immagini di questi due film, perché vedo un nesso con quello che ho scritto nel post, forse inconsciamente mi hanno segnato. Non è detto che siano due capolavori (non me ne importa molto), ma su questi argomenti hanno detto (decenni fa!) cose che ancor oggi non sono patrimonio comune.

Il disprezzo di Godard (tratto da un libro di Moravia che Godard definì un piacevole e volgare romanzo da viaggio in treno), è la storia di un giornalista-scrittore (Michel Piccoli) che sta cercando di farsi largo. Sua moglie (Brigitte Bardot) è una dattilografa che adesso sta in casa. Il produttore (Jack Palance) del film per cui lo scrittore mette a posto la sceneggiatura, fa la corte alla moglie dello scrittore, che è diviso fra la gelosia e la convenienza. Da cui il disprezzo di sua moglie per lui.

In Cabaret di Bob Fosse (con una strepitosa Liza Minnelli) compare un bel giovane in una divisa che sembra da boy scout. Canta una canzone dolcissima sullo sfondo di un paesaggio ridente. Solo che pian piano il tono cambia, e alla fine della melodia si svela il giovane nazista fanatico. Una scena indimenticabile, una delle più forti che abbia mai visto al cinema: il proclamato Amore come maschera dell'Odio.

saluti
Solimano

mazapegul ha detto...

E' stato Berlusconi (dopo la simpatica parentesi di Cicciolina) a introdurre in politica le categorie di Amore e Odio (quest'ultima è un'innovazione rispetto al linguaggio più pulito della Staller). I politici demagogico-populisti hanno bisogno di polarizzare il paese attorno a sentimenti il più possibile elementari: se il paese si ferma a pensare, sono perduti.
Co-essenziale a Berlusconi è Di Pietro, pur in posizione minore rispetto al magnate. Di Pietro è come l'anti-Dio dei manichei: serve a Berlusconi come antagonista che sta alle regole del gioco (demogico-populista, per l'appunto).
Berlusconi non ha cercato l'offesa fisica, né l'ha voluta e giustamente se ne rammarica; ma sa come sfruttarla, ora che è avvenuta.
Che nel clima ultra-semplificato creato da Berlusconi e Di Pietro (e dalla Lega, per quel che riguarda altri temi) inizino a insinuarsi matti sino ad oggi innocui non è un bel segno.
[Vorrei condannare l'aggressione, ma come si fa a condannare un matto? Vorrei condannare chi ha creato questo clima, ma così si finisce col condannare la vittima del'aggressione, che è inaccettabile. Non mi rimane che esprimere la mia solidarietà al corpo ferito del presidente del consiglio].
Maz

Solimano ha detto...

Giulia, ci sarebbe da stupirsi se un giornalista avesse coraggio, non se non ce l'ha. Più che di censura, è un problema di autocensura sistematica, in parte inconscia.

Una delle conseguenze della situazione è che pochi sanno che esiste in Italia uno scrittore del livello di Franco Cordero, quello che con più argomenti e con splendore di linguaggio ha scritto articoli mirabili contro il bagolon del luster, cioè Berlusconi.

Giuliano Ferrara, che almeno è una persona che sa che cosa sia la cultura vera (anche se ogni tanto fa finta di scordarselo), conosce benissimo il livello intelletuale, linguistico, argomentativo di Franco Cordero... ma gli altri... i Battista, i Galli della Loggia, i Panebianco... fanno finta di niente. I cerchiobottisti sono molto peggio di Mastro Ferrara.
Tanto, Franco Cordero non è un giornalista! Che ce frega a noi di Franco Cordero?

Questo è il piatto: cinismo di piccolo cabotaggio con sopra una spolverata di piccolo amore, che non guasta mai. La verità è nuda, si sa. Che si rivesta, quella svergognata!

saluti Giulia
Solimano

Gauss ha detto...

E certo, Solimano, la nuda verità potrebbe offendere la vista dei puri. E' innocua agli accecati dalla vampa dell'amore, ma agli altri, a quelli che la ragione mantiene tiepidi, meglio nasconderla, almeno nei luoghi dove osa manifestarsi in atteggiamenti osceni, come la rete.
"Ho limitato la libertà di stampa perché gli allarmanti articoli di
certi giornali screditavano l'Italia all'estero e provocavano
conflitti nello stesso Paese, che non é affatto sull'orlo della
rivoluzione ne' della guerra civile. In Italia tutto é calmo ed esiste un governo intenzionato a porre fine agli abusi di certi
sbandati....."

La citazione è del mio amico Giacomo Correale sul Forum di Arengario, con l'avviso di non credere che si riferiscano ai nostri giorni. Sono del 1926, le ha dette Mussolini dopo l'attentato che aveva subito ad opera della "pazza" irlandese Violet Albina Gibson.

Ciao Solimano, sù alègher!

Gauss

Solimano ha detto...

Màz, mi rendo conto.

Il mio post può sembrare un fritto misto di argomenti diversi: l'aggressione a Berlusconi e le storie che si raccontano in generale su Amore, Odio e sul loro rapporto.
Ma, almeno a livello di intenzione mia, non era così: i due argomenti sono strettamente connessi.

Ricordi certamente anche tu l'effetto che ci faceva Berlusconi ai suoi inizi politici: un fastidio intollerabile non derivante dalle caregorie destra-sinistra, ma dal suo giocare continuamente con due ruoli: il pifferaio e il monopolista.
Per capire il personaggio, basta ricordare una cosetta semplice che fa anche ridere, ma che è rivelatrice: da ragazzetto era bravo a scuola e permetteva che i compagni copiassero, ma aveva stabilito una tariffa per la copiatura. Ha sempre perseguito l'interesse tramite l'empatia e l'empatia tramite l'interesse.
Un gioco a suo modo ammirevole, come un mirabile monstrum, che ha la marcia in più di essere del tutto corrispondente a certi caratteri storici degli italiani (brava gente, come no).
Cosa ha fatto per secoli la Chiesa Cattolica, il Vaticano? La stessa cosa: empatia attraverso l'interesse, interesse attaverso l'empatia. Non credo di stare benalizzando: fa parte della sindrome di un aspirante dittatore essere amato, il che significa che la trappola inevitabile per l'opposizione ad un aspirante dittatore è odiarlo.
Che serve? Consapevolezza del gioco che si sta giocando! Ma è tutt'altro che facile essere consapevoli, quando l'imprintig tira tutto da un'altra parte.
Conclusione: siamo messi male, perché la scelta è fra due false alternative. Come con una tecnica di piccolo marketing usitatissima dai venditori: "Per l'appuntamento, preferisce mercoledì pomeriggio o giovedì mattina?" E la risposta ha da essere: "Scelgo di non darle nessun appuntamento". Però, generalmente, quella piccola tecnica funzionava.

saluti Màz
Solimano

Solimano ha detto...

Gauss, la citazione che ha fatto Giacomo è perfetta. Nihil sub sole novi.
Ci sono due differenze rispetto alla situazione odierna: che comunque nel paese ci sarebbero gli anticorpi per reagire in caso di situazioni estreme, e che... a livello linguaggio usato, Mussolini, che era stato un grande giornalista, è su un piano del tutto diverso dagli odierni cerchiobottisti e servitorelli.
Alègher, hai ragione tu, perché la situzione è disperata, ma non seria (Ennio Flaiano).

saluti
Solimano