domenica 30 agosto 2009

Snoopy è vivo e scrive con noi!

Solimano


P.S. Il modo che preferisco per visitare Abbracci e pop corn è quello del post a caso. L'altra sera, dopo che qui in Stanze all'aria avevamo conversato sulla scrittura e sugli scrittori, il post a caso mi ha portato allo Scrittore Snoopy tratto dal numero di Linus del gennaio 1970.
Non solo. Ieri mattina sono andato alla Biblioteca di Lissone per la razione settimanale di DVD. Mi sono trovato di fronte a dodici DVD di un corso di scrittura, mischiati furbescamente ai DVD filmici a cui sono interessato. Mamma mia! Saranno certamente utili, quei dodici DVD, ma se cominciassi a guardarli lo so che cosa mi succederebbe: una gran voglia di mollare tutto per andare a funghi (comincia la stagione!).
P.P.S. L'immagine di chiusura è tratta dalla controcopertina del numero di Linus del marzo 1974.


9 commenti:

zena ha detto...

Io forse sono scrivente per caso, nel senso che scrivo senza piani e senza progetti, secondo l'estro del momento e del piacere che posso ricavarne.
Piacere finalizzato all'atto, non al suo risultato.
Scrivo dappertutto,anche: a volte persino in una sala d'attesa; avessi un canile in area moderatamente fresca e ventilata, farei come Snoopy e non sarebbe male, suppongo.

Per lo più scrivo sorridendo, perchè son contenta di farlo: è una conquista di libertà e benessere, da queste parti, accedere ai momenti di quiete della scrittura. Significa che l'universo munno familiare (moooooolto esteso, in verità) è almeno in leggera sospensione: in fase di tregua, insomma.
E non capita spesso, specie in periodi in cui il lato materiale dell'esistenza presenta i suoi conti a piè di lista.

Per questo provo una invidia buonissima per chi, questi spazi creativi, lievi come una passeggiata, sa trovarli...
E mi auguro che possa continuare, senza corsi e manuali, perchè la possibilità di leggerne i frutti è l'altro lato irrinunciabile della mela.

Un saluto alle Stanze.

sabrinamanca ha detto...

Per me scrivere non é un mestiere, nels senso che non mi pagano e quindi scrivere dipende da tanti fattori. A volte scrivo perché son contenta, a volte perché mi sento nel pieno di un uragano e cerco di aggrapparmi a qualcosa. Scrivere è ancora un altro paio di maniche. Non spesso le mie!

Scrivo da un pc nuovo di zecca perché il mio è morto qualche giorno fa di lunga malattia, e ancora non ho word: che sofferenza!

Barbara Cerquetti ha detto...

Mi riprometto da una vita di scrivere qualcosa su Wonder Boys, che è uno dei miei film preferiti.

Adoro la figura del protagonista, che tutti credono alle prese col blocco dello scrittore, o per lo meno con la fatica di trovare le parole giute (come il nostro povero Snoopy qui), mentre invece ha il problema opposto.

Nel film ci sono un po' tutti i protoripi di scrittore, e mi fa sbellicare per un suo strano umorismo che non so spiegare, ma mi è affine.

Concluderei dicendo che, in maniera sofferta, di getto, con stitichezza o con strani moti del cuore che sia, in qualunque salsa vogliamo metterla,
scrivere è bello.
Se qualcuno ci legge pure di più.
Male che va ci rileggiamo da soli e ci facciamo tanti complimenti, che fanno sempre bene!

Silvia ha detto...

Io non scrivo, per cui non saprei dire. Non ho progetto di scrittura e nemmeno uno stile. Però bene o male che riesca, mi piace comunicare e anche condividere. Per cui un po' alla rinfusa a volte presa alla sprovvista dai pensieri, comincio a raccontare, per occhi che avranno la pazienza di ascoltare.

Snoopy è un mito. Mi ricordo di questa vignetta. Me le ricordo tutte a dire il vero. Schulz era un genio per me.

Habanera ha detto...

Habanera è viva e non scrive.
Però è una attenta lettrice degli altrui scritti e non se ne perde uno dei vostri. In questi ultimi giorni sono stata sommersa dagli impegni familiari ed ho trascurato i commenti ma nei pochi spiragli di tempo ho letto tutto con grande interesse.

Grazie Zena per la bellissima poesia di Quasimodo, l'ho apprezzata moltissimo.

Giulia, le tue cartoline mi hanno fatto scoprire un mondo che non conoscevo. Grazie a te il Brasile ora è molto più familiare e vicino. Bentornata!

Silvia, bentornata anche a te. Come hai trovato la Jolanda? Ci ho fatto qualche giretto stando però bene attenta a non rovinartela. Mi sei mancata.

Amfortas, hai scelto per Manrico la fine peggiore. Il salto dall'ottavo piano è inevitabile dopo l'umiliazione per essersi coperto di ridicolo con gli altri e con se stesso. Sottile, crudele e molto ben scritto.

Barbara, le tue avventure familiari sono sempre divertentissime e questa dell'asilo di Ettorello è imperdibile. A che punto sei con l'inserimento, rigorosamente a piedi scalzi?

E tu, Annarita? Come procede il lavoro creativo sotto il Cappello pensatore?
Buon lavoro e, conoscendoti, so che sarà certamente ottimo.

Cara Ermione, bentornata anche a te e grazie per avermi fatto rivivere gli splendidi colori della bellissima Ischia. Per me sono ricordi lontani nel tempo ma sempre vivissimi.

Sabrina, se penso che quando per te finiscono le vacanze ritorni a Parigi provo un pizzico di sana invidia. So che stai per iniziare un nuovo lavoro e ti faccio tanti carissimi auguri perchè tutto vada splendidamente. Un bacione a Juliette.

Solimano, ho fatto una cosa che non si dovrebbe mai fare con questa indebita invasione del tuo post. Se mi bacchetterai non potrò che darti ragione e me ne andrò da sola dietro la lavagna in castigo.

Un grande abbraccio a tutti
H.

Silvia ha detto...

Ciao cara Haba:) La Jolanda mi ha detto che è stata trattata come una regina. Mi ha detto anche che con te ha fatto giri molto belli, quelli sui Navigli per esempio e le è piaciuto una mucchia:) Anche tu mi sei mancata.

Amfortas ha detto...

Boh io in generale non mi pongo troppi problemi per la scrittura, specialmente ora che ho assodato che è il mio secondo miglior modo di esprimermi. Mi riconosco in ciò che scrivo, nel bene e nel male.
Sicuramente vengo meglio di persona, ma ormai ho diradato clamorosamente le mie frequentazioni, quindi va bene così.
Un saluto ad Habanera e a tutti gli altri :-)

Solimano ha detto...

Io scrivo e riscrivo. Non esiste post che io abia scritto che non venga modificato quando lo rileggo.
Siccome lo so, sono molto veloce nella prima scrittura, anche perché scrivo all'ultimo momento, sempre direttamente in bozza.
Questo potersi modificare continuamente lo trovo uno dei più grandi vantaggi della rete.
L'altro è che si può fare molto per essere letti dagli altri, un discorso lungo che non faccio qui.
Ritengo però che, superata la fase di scrittura e di correzione, durante la quale non ci si deve porre altri problemi, sia giusto operare per far conoscere quello che si è scritto. Se non ci si crede, che si scrive in rete a fare? Il modo per far conoscere i propri scritti non si basa su link distribuiti a destra e a manca né su cooperative di mutuo soccorso, ma sul mettersi nella parte del lettore e concentrarsi sul piacere e/o l'utilità che il lettore dovrebbe provare/ottenere.
C'è un altro aspetto: come avere una sensazione se non precisa almeno approssimata su quanti lettori attanti ci siano stati? Oggi non è impossibile saperlo e spesso si hanno delle sorprese gradevoli: il confronto fra tiratura in rete e tiratura a stampa è inequivocabilmente favorevole alla tiratura in rete.
Ci sarà un passo ulteriore: stampare quello che si scrive con apparecchiature collegate al proprio PC. C'è già chi lo sta facendo, e con buoni risultati.
Per me la strada è quella; la stampa non è l'obietivo, ma un eventuale corollario dello scrivere in rete. Un'affermazione un po' radicale, ma i numeri sono quelli, e ne farò alcuni esempi.

grazie e saludos
Solimano
P.S. Lo scrivere deve essere un piacere, magari faticoso ma pur sempre un piacere. Se fosse un dispiacere, inevitabilmente si scriverebe male.

Anonimo ha detto...

Non riesco molto a dire qualcosa sull'argomento. Mi sento più vicino a quello che dice Zena.
A volte la mia penna scorre, a volte si ferma come in sospensione, ha bisogno di qualcosa che la rimetta in vita.

Un caro saluto anche a te Habanera.
Quello che vi ho mandato dal Brasile sono solo fotografie. Raccontare quello che quel paese mi ha insegnato sarebbe molto lungo e non credo di poterlo fare qui. E' un paese tanto grande e tanto complesso e vario...

Un caro saluto a tutti