venerdì 28 agosto 2009

Cartoline dal Brasile (11)

Giulia




La musica - Djavan

Parlare del Brasile senza parlare della musica sarebbe fare un torto a questo paese. Della sua musica mi sono subito innamorata e sempre mi emoziona ascoltarla.
Vi ho già fatto sentire Maria Bethania prima di partire, ora vi faccio ascoltare Djavan e vi prego di avere pazienza, di guardare il video perchè è il primo che ho messo su Youtube e voglio festeggiare con voi questo successo Per me è davvero una grande soddisfazione, perchè con la tecnologia ho sempre litigato. La voce di Djavan accompagna una passeggiata su una delle spiagge di Maceiò.
Djavan è nato in questa città. Era un ragazzo povero che ascoltava canticchiare sua mamma che era una lavandaia. Il padre era di origine olandese e la mamma di origini africane. Amava il calcio, come la stragrande maggioranza dei brasiliani e ha imparato a suonare la chitarra da autodidatta solo guardando e ascoltando. A diciotto anni formò il gruppo Luz, Som, Dimensão (LSD - "Luce, Suono, Dimensione"), con il quale suonava nei club, nelle spiagge e nelle chiese di Maceió. Nel repertorio il gruppo aveva molti brani dei Beatles. Presto abbandonò il calcio per dedicarsi a tempo pieno alla musica. Nel 1973 si trasferì a Rio de Janeiro che gli avrebbe offerto più opportunità.

Con la sua musica Djavan combina i ritmi tradizionali sudamericani con la musica popolare Americana, Europea e Africana.
Le composizioni di Djavan sono state eseguite da moltissimi cantanti non solo brasiliani.
La canzone è Faltando um pedaço





12 commenti:

Amfortas ha detto...

Belle entrambe le testimonianze, questa e quella precedente, specialmente per un provincialotto come me che vede il Brasile quasi solo come "fabbrica" di giocatori di calcio.
Al di là di ciò, Maceiò sembra una città nella quale non potrei vivere, con i suoi 25° C di media, una follia per uno che adora il gelo come me.
Un altro numero mi ha abbastanza colpito e cioè il milione di persone che vivono in quelle condizioni, pazzesco.
Complimenti per l'inderimento su Youtube, io non ci provo neanche.
Ciao :-)

Solimano ha detto...

Non ti preoccupare troppo Giulia, della tecnologia.
Io con la tecnologia faccio come facevo con la depressione: guerriglia, non guerra. Perché è troppo potente e può riuscire ad assoggettarmi.
Quindi, riguardo a YouTube, ho imparato a mettere il link, e mi contento così. Il che non vuol dire sottovalutare la portata di YouTube, in cui si sono dei filmati molto belli (sia per il cinema che per le musiche).
Ma non faccio testo, visto che non uso nemmeno il telefonino.

grazie e saludos
Solimano

Silvia ha detto...

Intanto:

(molto brava)

1 lui è belloccio però un po' femmineo, mi ha ricordato vagamente whoopi goldberg che è più brutta però.

2 il video mi è piaciuto molto, per i colori soprattutto. Sono rimasta a bocca aperta per la luce che c'era sul mare e quella che c'era sulla terra ferma. Solo per questo lo guarderei per ore.

3 ti prego di insegnarmi come hai fatto a mettere la musica su un tuo video. Perchè metterlo su youtube l'ho già fatto con quelli del babbo ma un audio separato non saprei nemmeno dove comnciare.

Veniamo alla musica.
Me l'aspettavo diversa. Sono contenta che tu ci abbia regalato questo pezzettino di cultura popolare. A volte si va per stereotipi e non si conoscono i veri suoni di un paese, come molte altre cose. Mi è piaciuta questa malinconica misticanza di stili, occhieggia davvero un po' a tutto il mondo musicale, trattenuti da una forte matrice brasilera. Non ho capito una parola. Il titolo almemo cosa significa?

Brava tu, che come inviata sei davvero ok.

Anonimo ha detto...

Caro Amfortas, Maceiò è solo una piccola parte del Brasile e del Nordest che è la parte più povera da cui molti emigrano perchè non hanno molte opportunità. Il Brasile è comunque in evoluzione, ma anche lì la corruzione dilaga anche con il governo di sinistra!!!
Solimano, non mi preoccupo, ho provato e ci sono riuscita altrimenti vivevo bene lo stesso...
In quanto al telefonino anche io lo uso poco, pochissimi solo per necessità...

Silvia, lui in quella foto è più giovane... C'è una bella luce vero? Anche io ne sono stata catturata e non è fastidiosa.
Il Brasile è ricchissimo nella musica: io come sempre ascolto e ti posso dire soltanto che spesso è malinconica, altre volte ha un ritmo che ti prende dentro. I brasiliani hanno quasi sempre musica e se cammini per le strade ti capita spesso di sentirla.
Ma te la farò ascoltare. Un abbraccio.

Ermione ha detto...

Non so, a me in verità il Brasile - ma tutta l'America latina in generale - non parla al cuore. Mi sento così lontana, lontanissima. Ma apprezzo tantissimo, credimi, il tuo entusiasmo, Giulia; la voce di questo ragazzo è molto bella, anche se canta musiche per me poco affascinanti. Insomma, perdona la mia franchezza, non tutti possiamo avere le stesse ispirazioni, no? Ma confermo che le foto e le testimonianze che ci hai mandato sono bellissime ed intense, intelligenti e profonde. Grazie Giulia!!

Anonimo ha detto...

Perchè Ermione perdonare la tua franchezza? E' molto bello che si dica quello che si pensa.
In quanto al mio entusiasmo: non è tanto nei confronti del Brasile, ma nel cercare di conoscere realtà che non conosco e conoscerla stando il più possibile "dentro" che non è mai possibile del tutto. Ho avuto l'opportunità di viaggiare così in Brasile, ma poteva essere in un altro luogo.
Il Brasile ha avuto così il merito di mettermi a contatto con un mondo che anche se non in tutto è diverso, di aprirmi a domande a vote scomode. Ma ce ne sarebbe da raccontare. Io ho imparato tanto, anche solo che per entrare in un paese straniero bisogna farlo senza sovrapporre i nostri schemi e le nostre logiche...
Grazie, invece, e un abbraccio

zena ha detto...

cara Giulia-Emilia, contenta che tu sia più vicina, nello spazio, ora.
Vivo sempre gli spostamenti degli amici con un filo di apprensione, perchè ho un brutto carattere, ecco, e presto agli altri le mie paure: mi piacciono i ritorni, insomma, e i racconti che li accompagnano, a completamento di quelli in itinere, che tu così generosamente non ci hai fatto mancare.

Una mia cugina-sorella ha un pezzetto di famiglia in Brasile e io, a mia volta, ho avuto fra i miei allievi più cari, malinconici e problematici proprio due ragazzini di strada: il più piccolo non aveva mai conosciuto una casa, prima dell'adozione.

Mi son fatta l'idea che ci siano cento, mille Brazil, come in un caleidoscopio, e che le contraddizioni siano così palpabili da lacerare anche chi e guarda e ne sente parlare...

un saluto d'affetto.

zena ha detto...

'le guarda': perdo le lettere quando sono stanca...

Anonimo ha detto...

Cara Zena, anche io sono contenta di essere tornata. Tornare è iniziare un altro viaggio con quello che mi porto dietro quando vado via. Un viaggio dentro di me. Sono contenta di ritrovare i miei amici con cui condividere tutto ciò che sta attraversando la mia mente ed il mio cuore. Tu sei senz'altro una che sento tanto vicina.
Anche io sono apprensiva quando viaggiano gli altri e aspetto i ritorni. Ma ci si ritrova con qualcosa di rinnovato.
Mi parli di ragazzi di strada: li ho incontrati là più di una volta e ti si stringe il cuore. Non so se raccontarlo qui in una casa tanto solare e il più delle volte allegra. Sono storie tristi che fanno molto riflettere anche sui ragazzi che arrivano in Italia non accompagnati. Non voglio rattristare.
Ma il Brasile è un mondo dove bello, bellissimo e brutto, bruttissimo si mescolano e sono visibili e non puoi che rimanerne toccata. A meno che tu non ci vada come turista e rimani solo nelle zone risercate a loro.
Un abbraccio cara Zena e grazie

zena ha detto...

Sì, carissima, questa mescolanza è fortissima, anche quando i ragazzi ricominciano qui una nuova vita.
Quella dei miei allievi, due fratelli di età diverse passati in epoche differenti nelle mie classi, alle medie, non è stata e non è né lineare né facile, nonostante l'amore con cui sono stati accolti.

Fino alla prima adolescenza i problemi sono in qualche modo arginabili, ma quando i ragazzi sono cresciuti e hanno cominciato a scegliere in prima persona (negli amori, nei lavori...)qualcosa sembra essersi rotto o antiche ombre forse sono riaffiorate.
Non so.
Uno dei due è in carcere, ora.

zena ha detto...

scusami: sono stati arginabili.
(parlavo al passato prossimo, ecco :))

Anonimo ha detto...

Cara Zena, un sacerdote che lavora in Brasile in modo molto bello (ce ne fossero tanti!!!) si impegnava molto sulla prevenzione, perchè diceva che i ragazzi già finiti sulla strada difficilmente si riescono a recuperare anche se comunque le persone che lavoravano con lui se ne occupavano. Ed è così, perchè vivere senza famiglia, dovendo imparare da soli a come gestire la propria vita, il più delle volte in mezzo a gente violenta (la polizia compresa) non aiuta certo a crescere in modo sano e fiducioso, ma sempre fuggendo o aggredendo a loro volta gli altri.
Ma se ci sarà interesse per questo ne parlerò meglio, almeno per quello che so, perchè anche in questo campo sono tante le sfacettature e le realtà.
Per quanto riguarda l'adozione è difficile inserire in una famiglia che ha vissuto come vivono i ragazzi di strada. Ci sono, invece,in Brasile esperienze interessanti di inserimento in una comunità che ha dato i suoi frutti.

Un abbraccio