martedì 21 luglio 2009

Rivelazioni

sabrinamanca


Quelle che chiamo rivelazioni sono i rari momenti in cui le parole prendono un senso e i concetti che esprimono diventano veri, credibili, e perfino diretti "specialmente" a me.
Mi sembra di poter dire che ciò non accada spesso, e anzi succeda molto più di frequente che, fra sé e sé, o fra interlocutori ci si scambino delle ovvietà (e non uso questo termine in senso dispregiativo ma solo perché esprime una sorta di comune buon senso), dei "dovrei" o "dovresti", ma alla fine "lo sai come vanno queste cose..." ci si lascia intatti, come all'inizio della riflessione o come quando ci si è incontrati.

Quest'estate pensavo che avrei avuto molto più tempo per me di quanto effettivamente non ne abbia. Avevo contato su mia madre che fa quello che può ma che mi disimpegna meno di quanto avessi sperato e sino a qualche settimana fa ero isterica.
Mia figlia ne ha fatto le spese.
Chissà come mai era nervosa, chissà come mai faceva i dispetti, e via discorrendo.
Un'amica mi ha detto (non era certo la prima né la seconda volta che ci scambiavamo questa frase): datti una calmata e goditi tua figlia che questi momenti non tornano e anzi, corrono velocissimi e li rimpiangerai prima di quando immagini.
Ecco che, per una volta, la magia si è compiuta: la porta si è spalancata è ho visto la luce. Godere di questo momento con mia figlia, osservarla, giocarci insieme, guardarla davvero, ascoltarla. Tutto ciò ha preso corpo dentro di me con una tale forza che mi è sembrato all'improvviso di avere occhi nuovi e una nuova sensibilità.

Queste poche rivelazioni sono le luci che rischiarano un cammino compiuto un po' a tentoni. Ringrazio allora infinitamente quella parte di me che accetta, una volta ogni tanto, di ascoltare e ascoltarsi.

6 commenti:

Silvia ha detto...

Sei molto saggia. Da quando ho compreso che ho il dovere verso me stessa di godere di ogni momento della mia vita, la vita ha assunto improvvisamente un sapore completamente diverso ed è risultata molto più "bella".

Solimano ha detto...

Il termine rivelazione è appropriato e, in un senso un po' diverso, anche il termine illuminazione lo è.
Un modo unitivo di vedere le situazioni e le persone e di sottrarsi ai ricatti ed ai condizionamenti.
Credo che tutti lo provino, qualche volta, ed è più una esperienza che un pensiero.
Ci si sente forti e lo si è: può capitare che un rapporto incancretito da tempo in giochi nevrotici si sciolga come neve al sole. Succede in amore succede nel lavoro.
Gli altri rimangono meravigliati e non sanno che pesci pigliare: il loro obiettivo è poter continuare a controllarci, ma non ci riescono più.
Però occorre, se non smontare, essere consapevoli dei millanta sensi di colpa che ci portiamo dietro, senza star lì a questionare sul perché o percome.
E fare cose anche faticosissime non più per bisogno o per abitudine, ma perché si prova piacere a farle.
Perché rivelazione o illuminazione? Perché non ci si arriva con le analisi, con i distinguo o le furberie, ma d'improvviso. C'è probabilmente un lavorìo inconscio che porta a queste sintesi, ma non è un caso che l'etimologia della parola greca entusiasmo è essere invasi dal dio. Succede in amore, succede nella percezione artistica (musica, pittura, letteratura).
Quello che difficile da spiegare è che in tutto questo non c'è proprio niente di misticheggiante: sono esperienze che più quotidiane non si può. Però per essere invasi occorre saper essere indifesi...

grazie Sabrina e saludos
Solimano

mazapegul ha detto...

Grazie Sabrina, corrosubito a leggere un libro con mia figlia!
Maz

sabrinamanca ha detto...

silvia: non sono saggia per nulla, al contrario. Credo che la saggezza contempli molte più rivelazioni di quante io potro' mai avere!

Solimano: è come dici, quando arriva, arriva, cosi', anche se sono certa che c'è tutto un lavorio inconscio dietro.
Cio' che volevo trasmettere, e forse non ci sono riuscita, è il carattere di "rivelazione" folgorazione che a volte hanno certe "scoperte dell'ovvio".
Il bello di queste rivelazioni è per me il fatto che non mi costringono a convincermi di niente.
Arrivano già pronte e accoglierle non solo non mi pesa ma lo faccio con gioia, al contrario di altri concetti di comune buon senso che se pur comprendo in linea teorica non riesco a fare miei, nel profondo!

Quante frasi "vere" si dicono, e quante sono "vere" credibili, perseguibili con entusiasmo da ciascuno di noi?
Ecco perché queste rivelazioni mi fanno felice!

Maz: grazie a uno dei tuoi post in questi giorni esco spesso in perlustrazione con mia figlia: le fff formiche, i ohh ragni, le faffa farfalle sono i nostri soggetti di meraviglia!

Barbara Cerquetti ha detto...

Sabrina, leggere questo tuo post mi fa pensare al mio etTorello, con cui non sto mai insieme. Mi sento un po' triste. Goditi la tua bimba al massimo, un bacio a tutte e due :-)

annarita ha detto...

Sabrina e Silvia, avete proprio ragione. Il discorso si estende anche ad altri campi, come dice Solimano, ma il significato profondo non cambia. Solo che, per quanto riguarda i figli, quando gliene parli da grandi fanno fatica a non riderti in faccia, succede. Ma è sempre una presa in giro benevola, dettata dalla necessità di mascherare la tenerezza che certi vecchi ricordi suscitano in loro. Salutissimi, Annarita.