domenica 19 luglio 2009

Non ci sono più le vasche di una volta

Sgnapis

(particolare di Piazza S. Prospero, ieri mattina)


Mi chiedevo dove fossero finiti i reggiani da un po’ di tempo a questa parte.

Fino a qualche anno fa li trovavi tutti, il sabato pomeriggio, a fare la “vasca”.

I reggiani “fighetti” intendo, quelli modaioli, che seduti in distesa sotto ai portici o a passeggio in Piazza del Monte, con cane modaiolo al guinzaglio, “sfoggiavano” gli ultimi acquisti.

Ma in mezzo a quella concentrazione umana griffatissima, passeggiavano anche signore anziane dall’aspetto curato ma un tantino demodè, signori della stessa età, espressione della medesima eleganza e sobrietà, sportivi dei migliori club, coppie con seguito di bambini urlanti, ragazzi e ragazze definibili alternativi, fermi a discutere davanti ai negozi di dischi più forniti o al circolo arci punk appena aperto, combriccole numerose di giovani appartenenti a classi sociali diverse. Quasi per tutti un’unico idioma: dialetto reggiano, o italiano con marcata cadenza dialettale autoctona.

Per capire molti cambiamenti di una città nel corso del tempo, basterebbe osservare attentamente la passeggiata del sabato pomeriggio nella via del centro.

Ora, a RE, di sabato pomeriggio, trovi il mondo. Anche gli esercenti sono cambiati, poiché sono cinesi, indiani, pakistani, magrebini, tailandesi. Reggio è una città multi etnica da tempo, e questo è radicato nel tessuto sociale ed economico. Ora senti parlare molte lingue e questo è al contempo interessante e stimolante ma i reggiani non li senti più.

Sono defilati, quasi rasentano i muri, camminano lesti, parlano poco. Insomma, a volte provo una sensazione di estraneità e questo mi crea un po’ di disagio, devo ammettere.

Mi piace la diversità, ma anche l’appartenenza.

Mi casa es tu casa, ma vorrei che casa mia si capisse dov’è.

Oggi ho scoperto l’arcano.

La passione per la bicicletta mi ha completamente riconquistata, appena ho un po’ di tempo libero vado alla ricerca delle piste ciclabili di cui tanto sento parlare. Ed è vero, sono tante.

Questa mattina ho percorso quella del Parco del Crostolo, lunga sette chilometri. Una delizia. Un parco magnifico, pieno di aree di sosta, di giochi per bambini, di panchine. Mi sono incantata ad osservare gli allenamenti dei maestri di arti marziali, di una scuola lì vicino. Con quelle movenze così aggraziate, precise a sincrono, e al contempo piene di forza, mi hanno trasmesso equilibrio e pace.

E in questo bel luogo, immerso nel verde, ho ritrovato i reggiani.

La “vasca” i reggiani l’hanno spostata dal - sabato pomeriggio- giacca firmata - via Emilia, alla - - domenica mattina - canotta, pantaloncini - ipod sulla ciclabile del parco del Crostoso. Tutti salutisti, tutti in forma, tutti palestrati, tutti abbronzati, tutti bellissimi.

Le nonne molto anziane, che sono a decine, sono in mise estiva e floreale sedute sulle panchine a chiacchierare, i nonni leggono i quotidiani o giocano a carte, i bambini, tantissimi, corrono nelle pratine e vanno a visitare le caprette, e poi tanti, tanti pedoni e ciclisti di tutte le età: in coppia, in gruppo, in famiglia, coi contapassi al polso, il conta battiti, le fascette per il sudore, gli occhiali neri per il sole, le visierine. Parecchie le signore in bikini a prendere il sole e a leggere. Pochissimi stranieri.

A parte qualche coppia di neri, dal corpo statuario inciso nell’ebano e l’incedere felino, e un paio di coppie di cinesi, i volti sono tutti riconoscibili: mangiano di sicuro gnocco fritto nelle sagre di paese.

Io arrivo sempre tardi. Chissà da quanto tempo ormai si pratica l’ ”apparire” salutista. Chissà da quanto tempo i reggiani s’incontrano e si scambiano opinioni, e s’innamorano e si lasciano all’ombra di un pero volpino, di una susina meschina o di un biribiccolo, nell’area "Giardino dei frutti antichi".

Ho deciso.

La prossima settimana mi comprerò una bici nuova. Il sabato mattina mi tufferò nel mondo, pedalando per i mercati del centro, e la domenica mattina andrò a cercare il pero merendino.

Questo spostamento in massa nel mondo bucolico comunque spiega molte cose,a ben guardarci. Se avessi visitato prima il Parco del Crostolo, mi sarei stupita di meno del risultato elettorale, ben sapendo comunque che ai reggiani, grandi ballerini, piace apparire in forma.

11 commenti:

Silvia ha detto...

Grazie Solilmano, mi dimentico sempre.

zena ha detto...

Mi pare di vederti con la 'biciclina', amica salutista, a far le tue vasche ciclabili:)
Da noi l'argine è ormai, verso sera, una palestra a cielo aperto.

Tanti anni fa, le mie amiche sportivamente energotiche (non è un errore: sono energiche con un tocco barbarico), durante il cenone dell'ultimo dell'anno, proprio mentre assaporavo la cima di una innocente salamina da sugo, mi arringano in modo convincentemente perentorio: 'basta, devi cambiare vita, sei pigra da far spavento, sei immobile come una gattona di marmo'.
Insomma mi leggono il 'befél'...
Ricetta universale: domattina (primo gennaio!!!) bisogna andare a correre sull'argine. Anzi, a mezzogiorno, così c'è più caldino e si salta pure il pasto...
Tutte insieme.
In nettissima minoranza, sono costretta ad accettare,fra lo scetticismo della componente maschile della serata.
(Certi discorsi, a fine pasto, quando tutti i tuoi peccati di gola ti passano in fila indiana davanti agli occhi, hanno una presa rapida)

L'indomani sono pronta.
Elegante, eh: tuta di mio marito più altro di me almeno venti centimetri, congruo numero di maglioni sottostanti, modello omino Michelin.

Saluto straziante al compagno della mia vita, si va a correre.

Prudentemente,però, Lino segue a distanza di sicurezza in macchina.
Dopo un paio di km mi raccoglie col cucchiaino: seguiamo in macchina le energotiche e le salutiamo con la mano quando ci capita di soprpassarle.
Non ho un centimetro di corpo che non mi faccia male.
Travaso di acido lattico?

Tre giorni di febbrone, fra gli sghignazzi del mio medico, per altro poco riconoscente ex compagno di scuola: non dovevo passargli le versioni di greco, in treno.

Va da sè che son rimasta pigra e gattona di marmo:))

(delizioso, ironico post: grazie!!)

Silvia ha detto...

Però con me verresti a fare un giro in biciclina? Piano piano, senza fretta, con soste piacevoli e chiacchierine multiple:) Io ti capisco benissimo. Anch'io sono pigerrima, non credere. Però ho capito che il movimento è importante per la mia salute e quindi m'impongo di farne nel modo più piacevole e consono alle mie corde. Ormai ho battuto tutte le palestre di RE con pessimi risultati. Gli orari imposti, la ressa, e i soldi spesso spesi per niente mi hanno fatto desistere. E non funziona neppure l'amica del cuore, come le tue energotiche:) che dopo promesse su promesse già la terza volta salta l'appuntamento perchè non si sente tanto bene:))) Bugia lo so, alla quale faccio finta di credere.
Dopo averle provate tutte sono arrivata alla conclusione che non è vero che il movimento fa bene a tutti alla stessa maniera. Se deve rappresentare uno stress sono convita che faccia più male che utile. Una passeggiata anche breve, magari tutti i giorni, è più che sufficiente per mantenersi in forma. Se poi si è in compagnia tanto meglio:) E tu amica mia, fai tante di quelle cose nell'arco della giornata che sono convinta che tu non abbia così bisogno di fare dello sport in senso stretto. E poi la corsa sugli argini, in pieno inverno, a digiuno da ogni attività sportiva, equivale a dichiarare Caporetto prima ancora di partire. Per questo il prode Cavaliere Lino, ti ha seguita con apprensione:)
Grazie:) un abbraccio.

mazapegul ha detto...

Silvia, che bel post! Proprio in questi giorni mi chiedevo che fine avesse fatto la vasca imolese. Vuoi vedere che è in qualche parco della zona? (Temo però che la si trovi più che altro al centro commerciale dell'Ipercoop, in cui è oramai impossibile far la spesa).
Bici: ti consiglio di spenderci qualche soldo per averne una con le marce, e con un cambio che duri qualche anno almeno. Io vivrei sulla mia bicicletta. Da qualche anno seguo la regola: se puoi andarci in bici, non prendere l'auto. E' praticamente il mio unico sport (ma ti assicuro che portare a casa la spesa della settimana fa fare una bella sudata).
Ciao,
Maz

annarita ha detto...

Vengo adesso dal blog di Silvia perciò non sto a ripetere il commento. Mi limito a prendere atto di una cosa: mi state facendo ritrnare una gran voglia di sellino e pedali, anche se la metropoli mi spaventa e le piste ciclabili sono molto lontane da casa mia. Salutissimi, Annarita

Solimano ha detto...

Non vado più in bicicletta, perché le ultime due me le hanno rubate.
Colpa mia, perché le ho volute personalizzare con il portapacchi adatto ai libri ed a ciò che mi serviva per disegnare.
Ma anche un segno dei tempi, perché quando tutti andavano in bicicletta le rubavano molto meno. Allo zuccherificio, dove sono andato per sette anni, le biciclette le si lasciavano in un grande deposito dove non ne spariva una, ed erano senza lucchetto.
Perché oggi le rubano? Così, per sfregio.

Non mitizzo le vasche. A Parma la vasca era Via Cavour, e quelli di Parma Vechia quasi non osavano andarci a passeggiare, perché nelle vasche era l'abito a fare il monaco -e, soprattutto, la monaca. Si dice tanto l'Emilia democratica, ma a Parma la prima domanda che facevano (e fanno) è: "Dove abiti?". La seconda: "Dove lavori?"
Mi ci sono divertito nel secondo periodo in cui ci ho vissuto, perché ero inclassificabile secondo le categorie della parmigianitudine, lavorando per una multinazionale americana.
Qualche anno fa, il Direttore Generale della multinazionale in Italia è diventato uno di Bardi, in provincia di Parma. A Parma non lo conosceva nessuno, tutti presi dalla lotta Barilla con Parmalat.
Vivere in provincia è il peggio ed il meglio, contemporaneamente, ma dal punto di vista vasche et similia, mille volte meglio Milano, da sempre, in cui, se uno usciva col pitale in testa non ci badava nessuno. E a sentir musica a Milano al Conservatorio ti trovavi per caso a due metri da Alberto Falck o da Giovanni Raboni e Patrizia Valduga (la coppia più bella del mondo, ve lo assicuro!) oppure vedevi qua e là Pollini ed Abbado che erano venuti per sentire suonare il quartetto di Accardo. Perché tutti erano lì per sentir musica, non per sfoggio o che. Gran posto, Milano, per chi non lo sapesse.

grazie Silvia e saludos
Solimano

Barbara Cerquetti ha detto...

Da noi se non fai le vasche non esisti.

Quando la Stefanenko ha aperto un bar nel centro di civitanova nessuno se l'è filata. Tutti si sentivano più vip di lei.

Quando viene qualche spettacolo teatrale di qualità ci si va, ma si applaude con stitichezza, avessi a far vedere che ci hai capito qualcosa o, peggio, che ti sei emozionato!

Detto questo il il corso non l'ho mai frequentato, tanto che ancora oggi a 35 anni suonati c'è gente del mio quartiere che mi chiede "ma sei di qui?".
Certo, magari andavamo a far la spesa dallo stesso pizzicarolo, ma se non ti facevio vedere sul corso eri peggio delle nullità, eri invisibile!

Odio lo jogging, detesto la palestra (e ahimè si vede) e l'unica volta che ci sono andata per poco ci rimango secca.
Sudavo sudavo sudavo, mi annoiavo mi anoiavo mi annoiavo e come se non bastasse mi si appiccica uno tutto pieno di muscoli (orrore, odio gli uomini muscolosi)
e di peli (gli uomini pelosi mi piacciono, ma almeno la schiena qualche centimetro quadrato libero dovrebbe averlo, no?)
vestito con una tuta di lycra fucsia e sopra degli short inguinali gialli.
-Vorrei chiederti, cosa ti piace in un ragazzo?

Stavo per rispondere "il senso cromatico", ma io non sono timida in maniera esagerata perciò ho bofonchiato qualcosa e sono scappata via. Non ci sono tornata mai più.

Adoro invece la bicicletta.
Silvia, Zena, posso venire con voi?

Silvia ha detto...

Maz grazie:)
Hai ragione. I centri commerciali attirano molte persone, ma per comodità penso io. Vedo svernare intere famiglie il sabato pomeriggio all'Ariosto o alle Vele tra un negozio e l'altro, un paio di pizze e patatine fritte, prima di affrontare l'impresa della spesa settimanale: due carrelli stracolmi, passeggino, infante al collo. Li guardo atterrita mentre fuggo al largo dalla pazza folla. Ora soggiornano perchè c'è l'aria condizionata, mangiano sempre due pizze e i carrelli sono sempre due e stracolmi, di cose diverse, ma stracolmi e l'infante muove i primi passi. Io li capisco, ma la "vasca" o coumnque il centro sono un'altra cosa. Almeno respiri l'aria vera e viva, e dietro ogni angolo, ogni giorno può esserci una cosa diversa, fosse anche una locandina di un film o la pipì di un cane. Nei centri commerciali è sempre tutto terribilmente uguale e sono tutti uguali. Comodi sì, ma sono il concentrato della routine, del dejà vu. Ho smesso di frequentarli.
Invece ti sarei infinitamente grata se mi fornissi dei consigli utili per l'acquisto della biciclina perchè io non ne so niente e ai miei amici solo a parlare di bici viene l'orticaria. La vorrei sì coi cambi perchè non voglio fare tanta fatica:) e vorrei pedalare anche oltre il confine del mondo. Robusta, leggera e veloce come il vento: sono perennemente in ritardo.
Grazie:)

Annina, se vengo a Roma però, promettimi che andiamo a cercare le bici a noleggio e ci facciamo un giro coi fiocchi!

Solimano en plein air:) Come ti capisco. Ci ho pensato anch'io, subito. Infatti mi attrezzerò con borse asportabili portatutto.
E hai detto una cosa giusta, la provincia porta il meglio e il peggio, per questo ne escono sempre film interessanti. E la "vasca" è l'espressione di una cultura classista che ama mettere le etichette come giustamente dici e prendere le distanze. Gli abiti fanno il monano in questo caso e diventano divise distintive. E' rimasto così, solo che si nota meno perchè non sono più gli abiti a fare la differenza e perchè quel tipo di passerella è diventata espressione di altri. Ma nei salotti buoni della ricchissima borghesia emiliana, è rimasta la puzza sotto al naso e la differenza è data dalle conoscenze altolocate o dagli agganci che uno può vantare.
Milano è uno scrigno, basta avere le chiavi per aprirlo. Dentro cela tesori straordinari, per questo è così amata dai suoi abitanti.


Barbara, hai fatto bene a non frequentare una palestra in cui uno così muscoloso e in tuta fucsia con short giallo canarino, aveva il fegato di mostrare pure una schiena da muflone. I muscolosi palestrati hanno l'OBBLIGO di essere glabri come un uovo. Si è mai visto un bicipite o tricipite che sia, coi capelli?
Suvvia! Era una palestra frequentata da soggetti poco raccomandabili.
Certo che ti prendiamo con noi, molto volentieri, nel nostro soffice percorso macchiaiolo, di sole e di ombra, di cornetto e cappuccino e di soste per riprenderci da tanta fatica:)

mazapegul ha detto...

Silvia, io non m'intendo di bici e ho sempre paura che mi freghino (e forse lo hanno anche fatto), facendomi prendere una bici più costosa di quella che mi serve (mica ci faccio le gare). Qualche consiglio pratico: una bicicletta decente la si trova da un rivenditore di bici (non al discount, non all'Ipercoop, non in un negozio di occasioni -a meno che tu non te ne intenda, che non è il nostro caso). Deve essere decentemente leggera, quindi in lega d'alluminio (titanio o fibra di carbonio è più leggera, ma t'alleggerisce anche il conto in banca). Il cambio dev'essere buono: Shimano o (ancor meglio) Campagnolo; o altra marca fidata. Il prezzo s'aggirerà fatalmente dai 200 euro in su (dai 300, se vuoi qualcosa che si possa utilizzare con flessibilità). Il commerciante cercherà di farti spendere dai 700 in su. Oltre i 500, serve solo per fare agonismo.
Se vuoi una bici che ti porti anche in collina, deve avere 24=3X8, meglio se 27=3X9 marce: tipo mountain bike, o bici da turismo. Alla prima salita ti accorgi della differenza, e se hai solo 7 marce rischi di rimanere a metà pendio.

Barbara: ma sei civitanovana? Noi ci andiamo spesso, avendo amici storici di mia moglie (e adesso di entrambi) in paese. Quando si viene a Civitanova, si passa almeno una serata al bagno-ristorante di Marusia (che non ricordo come si chiama).

Ciao,
Maz

Barbara Cerquetti ha detto...

Maz: eddai! Quando passate dimmelo che andiamo a prenderci un caffè! :-)

Silvia: se devi farci i giri in collina ok, ma se la situazione è la pianura va benissimo anche una bicicletta tipo olandese, da passeggio e senza marce. Con 200-300 euro dal rivenditore ne prendi di ottime, leggerissime che pare che vanno da sole. Fattici mettere un cestino e conquisterai il mondo.

Silvia ha detto...

Mille grazie. Consigli molto utili che ho già stampato e che porterò con me. E quando cercheranno di convincermi per bici-ufo, io tirerò fuori il foglio e sventolandolo sotto al naso del commerciante dirò: Caro il mio signore, attento a quel che dice perchè qui, il signor Maz, consiglia altre cose:)

Anche le olandesi Barbara vanno benissimo purchè siano leggere e veloci. Però se un po' di salita fosse possibile, senza lascaire i polmoni sull'asfalto, sarei molto contenta. Sai, una volta su due ruote come si deve, non intendo fermarmi nemmeno al primo tornante alpino:)
che gradassa!!:)

Grazie.