venerdì 24 luglio 2009

Matematica balneare

mazapegul

Gran parte di quest'estate la passerò al lavoro. Intendo però ritagliarmi un'ora alla settimana per intrattenere voi frequentatori di questo blog con un piccolo angolo matematico, indovinelli compresi. Non tanto per quelli che la matematica la amano, che il tepore dell'oggetto amato non s'associa bene con le temperature d'agosto; quanto per quelli che hanno nella loro vita trovato la matematica agghiacciante, e ne possono ricavare qualche refrigerio.
Oggi credo di aver capito come fare a trasformare in formato digeribile da Blogger dei fogli scritti e disegnati a mano, ché senza figure e conti la matematica non esiste.
La prossima settimana metterò in rete la prima puntata.

9 commenti:

Solimano ha detto...

Màz, l'intenzione mi sembra lodevole e seguirò con serietà e compunzione, come diceva il mio maestro di sci montanaro. Fra le cose che non riesco a fare in questo periodo, al primo posto c'è la lettura di un canto di Dante al giorno, ed al secondo le due ore di matematica poco più che spicciola alla settimana.

Il fatto che la matematica in Italia sia così poco amata (eufemismo, in realtà è proprio odiata) è grave. Il bello è che ci sono dei libretti (ad esempio di Vacca) assai gradevoli da leggere, ma è psicologicamente difficile recuperare da adulti. Questo è un paese di odiatori della matematica, e un buon contributo lo diede Benedetto Croce: certe sue pagine sulla matematica, intesa come attività quasi servile e maccanica hanno portato i letterati a non porsi il problema, a chiamarsi fuori. E le conseguenze si vedono nel modo con cui argomentano proprio sulla letteratura.

grazie Màz e saludos
Solimano
P.S. Però un'ora alla settimana mi par poco, di fronte a cotanto blog... vedi tu!

mazapegul ha detto...

Solimano, Croce ci ha messo del suo, poi è arrivato lo svacco globale (nelsenso che colpisce indifferentemente tutti i paesi industrializzati dell'Occidente, tranne la Scandinavia).
Ho detto un'ora così per dire, ma non sarà molto di più. Cerco di attenermi al principio di scrivere con regolarità, ma di getto. Certo, scrivere di cose tecniche per chi è tecnico di altro richiede un minimo di ponzamento, per mantenere i canali comunicativi aperti. Per farlo, meglio scrivere di meno che scrivere di più.
Ciao,
Maz

annarita ha detto...

Bene ben, aspetto con curiosità. Tanto mi sto allenando con uno sfizioso giochetto per il Nintendo DS che mi ha consigliato mio figlio. È una caccia al tesoro che prevedere il continuo superamento di enigmi spesso anche matematici. A volte sono intriganti, a volte sono esasperanti. Salutissimi, Annarita.

Ermione ha detto...

Mai notizia fu più buona e, al contempo, più triste. Adoro i giochi e gli enigmi matematici, ma venerdì parto (Corsica) e rientro poco prima di ferragosto, quindi non li potrò seguire. Mi raccomando, non dare le soluzioni, ma aspetta che tutti o quasi siamo rientraticome ho detto, i giochi matematici mi affascinano e mi sfidano, ma spessissimo non ne cavo le gambe.
Io insegno mat alla primaria, mi capitò anni fa di doverla insegnare (terrore) e da allora è sempre andata così. Mi piace moltissimo; ai bambini, almeno fino alla quarta/quinta, è la materia che in genere piace di più, quindi mi dà enormi soddisfazioni. Non si creda che insegnare alle elementari sia più facile, tutt'altro; e certo Mazmi puoi capire, è diversissimo insegnare e soprattutto far capire le basi della mat a dei piccoli di 6 anni. Ma tu insegni addirittura al liceo, se non sbaglio?
Grazie grazie!

Letizia ha detto...

Ragazzi, io non credo che sia Croce ad aver contribuito all'antimatematizzazione italica, quanto piuttosto una storia genetizzata (forse) irrimediabilmente di un popolo che dell'irrazionalità ha fatto il suo limite ma anche la sua virtù. Come sempre accade, tutto sommato (qui provocatoriamente potremmo ribaltare il lessico e cominciare a dire "tutto sottratto" :-) ). Perché la razionalità segue un percorso regolato e condiviso, e già qui è piuttosto chiaro che l'indole dell'italiano medio non ammette né regole né condivisione. Non può essere diversamente in un popolo che pur avendo fatto dell'estetica un mito (e direi: perché no?), si ostina della medesima a bearsi istintivamente, oppure diciamolo più rozzamente, si accontenta della gioia dello sguardo, tutto superficiale. Perché la bellezza cela regole rigorosissime e certamente molto matematiche, penso al numero aureo.
Dall'altra parte l'esercito dei razionalisti si autocelebra nelle sue stanze chiuse. Penso all'università. Aneddoto: mi iscrissi a matematica perché oltre alla logica mi stimolava filosoficamente. Quell'idea che una legge, per essere superata, deve necessariamente passare per un'astrazione e poi tornare a tradursi in una legge migliore. Il passaggio per l'astrazione è palesemente una curva aperta ad ogni possibilità, si porta in qualche modo dentro anche l'istinto "irrazionale", e quindi osare, disfare, capovolgere ...
Nella realtà dei corsi universitari (preciso: parlo del biennio di un tempo molto andato, ma tant'è, bastò a scoraggiare la carne debole ....) tale velleità viene annientata. Ogni prospettiva intellettuale mi parve castrata, ebbi la netta sensazione di non scoprire nulla se non meccanismi ben oliati. Manco uno straccio di vermetto che faceva capolino insidioso per dirmi "aspetta e vedrai ...". Per questo una qualsiasi macchina, intesa nel senso fisico, è certamente più giocosa e gioiosa, e solletica la curiosità.
Màz, smentiscimi e dimmi che i tuoi corsi sono altro ....
Dicevo quindi che i matematisti (!) italiani non hanno aiutato, forse a causa del sistema universitario.
Quanto allo svacco europeo citato da Solimano, devo fare un distinguo. In Francia c'è il mito della matematica. È la materia più importante, e quindi dirimente, a partire dalla 1° elementare. Chi sa la matematica è destinato a fare classe dirigente. Il resto è (piacevole talvolta) coreografia. Sui danni di questo sistema scriverò magari un apposito post.
E adesso aspetto tremante la sfida dei giochi, che avranno l'ottimo risultato di azzerare il mio ego, già pieno di cerotti. Grazie in anticipo!

Silvia ha detto...

Ecco una cosa che mi affascina e mi terrorizza al tempo stesso. So già che non ne beccherò uno, però godrò delle soluzioni e dirò: ma certo, era così facile! Anche se sarò assente le due settimane centrali, leggerò con piacere al ritorno. Iniziativa lodevole davvero, e ti ringrazio in anticipo:)

zena ha detto...

che bello!
non vedo l'ora di far brutta figura:))

Solimano ha detto...

Letizia, benvenuta.
Al Liceo in matematica avevo 7, discreto, ma niente di che. La matematica del Liceo Classico era roba da rose e fiori. A dieci giorni dalla chiusura delle iscrizioni decisi di fare Ingegneria invece di Lettere Antiche o Storia dell'Arte, come si aspettavano tutti. I primi sei mesi furono un massacro, non volevo abituarmi al linguaggio matematico, buttavo tutto in chiacchiera, figurarsi.
Se in Francia la prima materia è Matematica, fanno benissimo. In Italia io la metterei come seconda materia, al primo posto metterei una materia che non esiste, Mitologia Greca, e non sto scherzando: attraverso la Mitologia Greca si arriva benissimo alla letteratura, alle arti figurative, alla storia, alla geografia e, last but not least alla educazione sessuale!

saludos
Solimano
P.S. Anche al cinema si arriva, hai presente i peplum?

Letizia ha detto...

Solimano, grazie per l'accoglienza. Il tuo percorso va a confermare quanto vorrei sottolineare (sempre in altro post, ma prima o poi lo scriverò): gli strumenti intellettuali per utilizzare la razionalità, così come comunemente viene intesa (è qui che arriverà il post: sulla razionalità di tutto quel sapere ritenuto a torto irrazionale, si veda Boudon ed anche Weber) non sono necessariamente quelli che ti insegnano a risolvere i logaritmi. I più illustri fisici che ho incontrato, almeno quelli italiani, hanno fatto il liceo classico!
In Francia la matematica è come ho detto fondamentale, non è un male di per sé, ovviamente. Ma lo è a discapito dello filosofia (si fa un solo anno al liceo per 2 ore alla settimana), della biologia, del greco (inesistente anche nel percorso "letterario") e del latino (relegato a materia opzionale). E quindi a discapito di storia, mitologia e "cultura generale", che sono quelle cosucce che una volta elaborate ti fanno diventare "uno" diverso da "un altro". Vabbé, ne riparliamo. Ciao ciao, e ora mi copio gli indovinelli di Maz, ohibò.