domenica 26 luglio 2009

C’è molto sole (pensieri afosi)

zena



C'è molto sole.
E sono circondata da case gialle.
La case gialle non aiutano a spegnere la luce: le strizzano l’occhio, collaborative.
Anzi, collaborazioniste.

Le case gialle d’estate sono sfacciatamente dalla parte del caldo e del sole.
I moschini (che hanno la convinzione di poter passare ovunque) sbattono contro i muri, confusi da tanto spreco. Restano lì, vagamente crocifissi e delusi.

Ora però s’è smosso un filo di vento.
Viene voglia di seguirlo, perché il poco porta al tanto, si dice qui.

Gli alberi se ne sono accorti, persino l’ippocastano che ha le foglie bruciate e non ci sperava più.
Avevano bisogno d’aria, le piante, anche solo per parlare un po’ e vincere questa calma intontita.

Tutto era vapore umido e consumato, prima.
(Il vapore umido e consumato sta all’aria come il latte condensato al latte. Lascia zuccherata la bocca e non si beve né si respira)

Il filo di vento regala un progetto. Forse uscirò. Forse.
Due tortore, dal muro di fronte, bene-dicono, non richieste.
Fra passeri invadenti.
E’ domenica.
L’ultima domenica di luglio.

12 commenti:

zena ha detto...

Grazie per i ritocchi, gentile Solimano:)

Solimano ha detto...

Cara Zena, mi sono assentato per un giorno e mezzo. Racconterò. Il grazie va certamente rivolto ad Habanera.

saludos
Solimano

zena ha detto...

Oh, grazie ad Habanera, allora.
Va da sè che qui in giro c'è sempre un Angelo custode:)
(fortunatamente!)

Un saluto d'affetto da una giornata tradita: sono rimasta in casa a lavorare, invece...

mazapegul ha detto...

One of my favourite lines ever: "vagamente crocefissi e delusi". Fa molto moscerino, e molto afa.
Maz

Silvia ha detto...

Manca il canto delle cicale:) O in questo caldo piatto e denso, anche loro hanno risparmiato energie?
Bella immagine. Delicata come solo le tue sanno essere.
Io sono andata al fresco, in collina, a prendere finti accordi col genitore sempre più selvatico:)
Che dio me la mandi buona!
Ho molta voglia di partire con lui, sento che mi divertirò molto.

Letizia ha detto...

Mi piace molto quello che hai scritto e come lo hai scritto. "Gli alberi se ne sono accorti ..." mi ha dato un brivido di tenerezza, e anche la tua sottesa ironia qui e là. Il tutto malgrado i vapori bollenti che giungono fin qui. Bello! Ciao.

Habanera ha detto...

Zena, in verità non ho fatto altro che sistemare un paio di spazi, era già tutto perfetto.
Sentendomi ringraziare per così poco però mi sono sentita in debito e vorrei offrirti un ombrellino da sole. Ben poca cosa quando l'afa imperversa ma è un'usanza che forse dovremmo riprendere, se non altro per la sua innegabile grazia.
H.

sabrinamanca ha detto...

Tutto quel giallo e quel caldo umido mi ha fatto mancare il respiro.
Che caldo, Zena! Io sto vivendo la seconda o terza estate più afosa della mia vita ed è come se fosse la prima. Nella mia ci sono anche muratori che sbattono (poveri) inclementi, cicale petulanti e un raglio d'asino che nemmeno una supplica in ginocchio...!

Silvia ha detto...

Mi viene in mente un campeggio, molti anni fa, vicino ad Oristano. Un sassofonista in tenda e un asino nel campo vicino, oltre la recinzione, a cui piaceva il sax, o forse no. Di fatto, quando il musicista cominciava le scale, l'asino seguiva a ruota in un controcanto niente male. Quante risate...

zena ha detto...

Carissimi, stamattina è diventata gialla anche la casa di fianco: un accerchiamento cromatico.
La mia resiste, nel suo color biscotto poco cotto:)

Maz, davvero, sai, i moscerini sono disorientati: bisognerebbe pensare occhiali da sole anche per loro. Li vedi volare in rettilineo e poi ogni tanto fare un sobbalzo.
(Tutto da studiare 'sto modo di stare nell'aria).

Silvia, le cicale se ne stanno in campagna, da stamattina disturbate dai muratori: sinistra crepa accentuata. Occorre intervenire subito con impianto di trave di ferro subcutanea, sì, insomma, al posto delle fondamenta mancanti. Ci mancava questa variante estiva. Già coi temporali son partite 4 piante, fra cui il mio orgoglio: la ptereocaria.
Forse un fulmine, chissà. L'abbiamo trovata squarciata in tutta la sua rotondità: ora pare il visconte dimezzato.

Letizia, ma grazie:). In effetti, da queste parti, si cerca di sopravvivere così: un po' con tenerezza e un po' con ironia. Ingredienti importanti, insieme alla pazienza.

Haba, carissima, tu vai ringraziata per principio cosmico:) E poi quell'ombrellino rientra nei miei sogni bambini, sai. Ne ho avuto uno simile, pensa, per un carnevale.
Mia madre mi cuciva incredibili, preziosissimi vestiti. Sono stata una signora del fuoco e del suono, con un abito a lingue rosse, terminanti con un campanellino: almeno cento. E poi una Regina di cuori, e una cinesina con ombrellino, appunto :))

Sabrina, un bavaglio, in questi casi, non è così male:) O un ipnotizzatore... Per l'asino, intendo. Un abbraccio solidale

Ri-Silvia:), un saxofono in lavatrici va giù di colore? O solo di voce?. Smackete.

Solimano ha detto...

I moscerini. Si difendono come specie, prolificando alla grande. Come individui non hanno consapevoleza del rischio e neanche modo. All'inizio dell'autunno si dispongono a cilindro sopra i bocchettoni delle autostrade (sicuramente esce aria calda). Cilindri alti anche cinque metri, fatti di moscerini svolicchianti. Le rondini lo sanno e entrano/escono nei cilindri col becco aperto e ad alta velocità. Una scena a sua modo drammatica che ho visto spesso. Istruttiva, su come funziona la cosiddetta Natura (metafora, non persona).

Le cicale. Domenica sono uscito alla mattina presto in Via Irnerio e sono stato aggredito da un frinire (si dice così?) di cicale. Stavano sui platani, ma solo sui primi tre, però tantissime. Evidentemente socializzano fra loro, perché al quarto platano il rumore si è attenuato e al sesto non si sentiva più. Le cicale hanno invaso Bologna, ma si contentano di poco.

Zena, nella teoria dei colori (roba seria di Luscher, che ha fatto anche un test spassoso e vero), il giallo è il colore del giorno, il blu della notte, il rosso dell'attacco (il sangue della preda), il verde della difesa (gli alberi fra cui nascondersi). E quindi vogliamo bene al giallo. Ci sono cresciuto in case gialle: i caselli ferroviari. Il giallo va bene dappertutto, tranne che in una cosa: i calzini da uomo. Se poi, oltre a gialli sono corti, togliete il saluto, non c'è da fidarsi. Un giorno imparano che i calzini debbono avere il colore simile a quello della cravatta e che fanno? Si comprano una cravatta gialla. Al peggio non c'è limite...

grazie Zena e saludos
Solimano

annarita ha detto...

Cara Zena, di solito acquerelli, stavolti hai usato la tempera. Quel giallo è vivo e par di vederlo e sentirlo, in mezzo al caldo. Non posso fare a meno di pensare a Vermeer e a Proust, il piccolo lembo di muro giallo della Veduta di Delft. Che bellezza, grazie per il magnifico dono e salutissimi. Annarita