lunedì 20 aprile 2009

Piacevoli avventure di viaggio

Habanera


Ieri sono tornata a Milano in treno da Santa Margherita.
E' un viaggio che faccio spesso da quando ho deciso di abolire dalla mia vita l'orrenda autostrada Milano-Genova (A7) che a percorrerla in macchina mi toglieva ogni volta qualche anno di vita.
E' tutta un susseguirsi di curve strettissime, a due sole corsie, ed i tir con rimorchio sono un vero incubo quando ti tocca (e ti tocca) superarli in curva. L'impressione di restare schiacciata tra i loro mastodontici corpi ed il guard-rail, unico baluardo tra te ed il sottostante burrone, era così terrorizzante che da qualche anno ho deciso di muovermi solo in treno.
A volte fila tutto liscio, altre volte ci sono dei disagi dovuti anche all'estrosa capacità di Trenitalia di complicarti la vita in mille modi. Se non è un ritardo sfibrante (75 minuti di ritardo al mio rientro a Milano ai primi di Settembre), magari il posto è stato prenotato due volte e quando arriva l'altro (o l'altra) l'atmosfera diventa incandescente. Oppure il treno è miracolosamente puntuale, il posto prenotato è indiscutibilmente tuo ma lo trovi occupato da qualcuno che, per i più svariati motivi, ritiene che sia più appetibile del suo.
Che fare in questi casi? Se l'occupante abusivo è una persona arrogante, che sbuffa quando gli fai notare che è seduto al tuo posto, esigi con gelida fermezza che tolga immediatamente il posteriore dal tuo sedile.
Ma ci sono anche casi in cui si accetta di buon grado lo scambio e ieri è stato un caso così. Ho trovato seduto al mio posto (al finestrino) un giovanotto di sette anni, strizzato tra lo schienale e il passeggino della sorellina di sei mesi che occupava uno spazio smisurato. Al suo fianco era seduta la nonna e di fronte a lui la mamma, anche lei scomodissima e strizzata dall'altra estremità del passeggino. Già occupati dai legittimi proprietari i due posti al corridoio, non restava che un solo posto libero, quello centrale, ed io odio i posti centrali!
Al mio arrivo, chiaramente inatteso, nello scompartimento c'è stata molta agitazione. Seppur scomodamente ormai si erano sistemati e non sapevano come fare. Li ho tranquillizzati accettando subito lo scambio dei posti e la nonna, per farsi perdonare, si è incaricata di sistemare in alto la mia (pesante) valigia, cosa di cui le sarò grata per il resto della mia vita.
Il piccolo sacrificio è stato ampiamente ricompensato da un viaggio trascorso in piacevole conversazione e il giovanotto di sette anni si è così innamorato di me che quando siamo arrivati a Milano non voleva più lasciarmi andare.
Il mio collaudato fascino di nonna aveva colpito ancora.

7 commenti:

Solimano ha detto...

Habanera, il peggio sulla Milano-Genova, ancor più delle curve, sono le gallerie. Mi sono trovato a sorpassare dei TIR con le mani che mi tremavano sul volante, perché accelerano quando li sorpassi. Un loro crudele divertimento.
Con le prenotazioni, ogni tanto c'è il guaio ridicolissimo di due che si trovano col tagliando in mano e tutti e due hanno diritto allo stesso posto (errore di Trenitalia). Scene da commedia dell'arte, con i passeggeri sche si schierano chi con l'uno chi con l'altro finché tutti si alleano per prendersela col controllore FS che poveretto non ha nessuna colpa. E concordo con te: con i maleducati occorre saper essere lucidi e gelidi, per il loro bene, così smettono di essere maleducati, prima o poi. E spendere la propria gentilezza nelle direzioni giuste.
Buon ritorno a Milano.

saludos y besos
Solimano

Anonimo ha detto...

Anche io ho abbandonato tutte le volte che posso l'auto e le tremende autostrade intasate da Tir che ti stanno addosso. Preferisco i treni anche se capita spesso quello che tu dici e su una cosa ti devi mettere il cuore in pace: i ritardi. E' ormai sempre incerta l'ora di arrivo.
Una volta se non avessi preso il treno prima avrei perso l'aereo... Allora ci si rassegna e si cerca di trovare soluzioni a seconda di dove vai e per quale motivo.
Arrabbiarsi serve solo a farti cattivo sangue.
Ben arrivata a Milano
Giulia

annarita ha detto...

A volte sui mezzi pubblici si fanno piacevolissimi incontri come il tuo, che ripagano dei disagi e dei ritardi. Il mio ultimo e abbastanza confortevole viaggio in treno è stato il Roma-Milano superveloce a febbraio. Solo uomini e donne d'affari immersi nei loro notebook. L'unica emozione del ritorno, se di emozione può trattarsi, è stato l'arrivo nella nostra vettura di Leonardo Pieraccioni, salito a Firenze. Il personale delle carrozze era abbastanza in fibrillazione, ma per fortuna nessuno è andato a chiedergli l'autografo ;-)

silvia ha detto...

Haba avevo fatto un commento lungo quanto il tuo viaggio ma poi ho schiacciato incautamente. Uff...
Potrei raccontare molti episodi sulla mia vita treniera, ve li risparmio. Però Treno e Nave in quest'ordine, sono i mezzi che preferisco. Poi l'auto mi ha schiavizzata.

Silvia ha detto...

Ah, bentornata:)

Barbara Cerquetti ha detto...

Anche a me il treno fa venire tanti ricordi. Mi dispiace che ultimamente non l'ho più potuto prendere, ma non dispero di ricominciare.

Habanera ha detto...

Amo l'aereo più del treno, il treno più della macchina, il metrò più del tram, il tram più del bus, la bicicletta più del tram.
Ma soprattutto amo immensamente i miei piedi, fin dove ce la fanno ad arrivare.
A volte, se sono in una città che non conosco, cammino fino all'esaurimento totale delle forze. Non torno mai riposata dai miei viaggi, ma che immensa gioia scoprire qualcosa ad ogni angolo di strada.

Abbracci e baci a tutti
H.