domenica 19 aprile 2009

Dritti e diritti

Roby

Un tempo anch'io sono stata una (abbastanza) giovane mamma di bebé sul passeggino, e qualche volta anch'io sono salita, con la pargola ed il suo mezzo a 4 ruote, a bordo di bus cittadini: per cui so bene cosa significa ripiegare il passeggino suddetto, tenerlo appeso al braccio sinistro, sorreggere la (robusta) figliola col destro e issare il tutto in vettura, sperando ovviamente in un posto a sedere libero ( e nel caso pretenderlo con eloquenti occhiate a fanciulle e ragazzi mollemente spaparazzati sui sedili).
A quell'epoca -fine XX secolo- non ricordo se fosse già legge il divieto di viaggiare in autobus con passeggini aperti e dentro il pupo, ma avrei comunque trovato pericoloso lasciare la mia piccola seduta su qualcosa che, alla prima frenata, poteva partire in quarta scaraventandola contro pali, fiancate, sedili e persone. Senza contare che, nelle stesse occasioni, un passeggero di scarso equilibrio avrebbe potuto rovinarle addosso: oppure una vecchietta incerta sulle gambe o un signore maldestro sarebbero magari inciampati nelle ruote piroettanti, con tutte le conseguenze del caso.
Ebbene, oggi come oggi, ripensando alle mie premure di allora, mi do solennemente dell'idiota. Non passa giorno, infatti, che giovani madri con figli piccoli, figli più grandi, amiche, suocere e cognate al seguito facciano il loro ingresso sugli autobus che frequento, spingendo avanti a sè enormi passeggini ipertecnologici a sei ruote (schienale regolabile, cappottina, portaoggetti sottostante, poggiapiedi per fratellino maggiore e borsone appeso ai manici) ovviamente APERTI ed ovviamente in presenza di massimo affollamento da ora di punta. Il giovanissimo passeggero si guarda intorno di solito con aria curiosa e un po' smarrita -dato che la borsa di pelle o l'ombrello dell'avvocato accanto rischia di sbattergli sul naso ad ogni curva- mentre la mamma rampante e griffatissima chiama a raccolta il resto della sua tribù, sparsa per mezzo bus: "Carlotta, vai a timbrare il biglietto! Christian, non dondolarti alle maniglie come Tarzan! Mamma, dammi pure le buste di Gucci che pesano, tanto le attacco al passeggino..."
Il richiamo dell'autista che ricorda la norma di ripiegare i passeggini prima di salire a bordo viene accolta da uno sbuffo della signora interessata, nonché da un coro sdegnato di proteste da parte di altre donne presenti: "Ma guarda un po' che roba, ma guarda che pretese: ma come fa una mamma, DA SOLA, a piegare il passeggino, prendere il bambino e trovare un posto a sedere? Pensassero piuttosto a tutti i disservizi, ai ritardi, all'aumento del biglietto, ecc. ecc..."
Nel frattempo la povera madre perseguitata, assistita dallo stuolo di parenti che l'accompagna, si siede infine col bimbo in collo, lo bacia teneramente sui riccioli biondi (tra un foulard di Hermés e una borsa di Fendi) e a voce adeguatamente elevata sospira: "Hai visto, ciccino? Che vuoi farci... un'altra volta ci toccherà stare a casa!"

8 commenti:

Silvia ha detto...

Cara Roby, non giro in autobus da molto tempo, anche per questo motivo.
Io le griffatissime che non capiscono un tubo non le sopporto proprio. Di norma sugli autobus non sopporto niente. Troppa folla che da il peggio di sè.

Barbara Cerquetti ha detto...

Ammetto che non conoscevo questa regola.
Io l'autobus con la bimba l'ho preso solo quando ero incinta e dovevo portarla al mare. Ero da sola (veramente sola) e grossa e stanca e sfatta e allora mi sono servita del bus navetta e...il passeggino non l'ho chiuso!
Però l'autista non mi ha mai ripreso, anzi una volta mi ha anche aiutato a issare la pupa...e poi a Civitanova non è che ci siano questi autobus strapieni...

giulia ha detto...

Le regole in Italia sono lì per fare bella mostra di sè, ma pochissimi hanno intenzione di rispettarle... Le rispetta solo chi è poco "furbo".
Anche io ho a volte incontrato gente del tipo che hai descritto tu e sono insopportabili.

Solimano ha detto...

Dai Roby, non esagerare! Di mamme rampanti e griffatissime non ne vedo poi molte in giro: la natura comanda, felicemente (anche se non sempre, te lo concedo).
Non amo gli autubus. Li uso, ogni tanto. Amo di più il metrò e ancor di più i treni, quelli con gli scompartimenti, non quelli open space.

saludos y besos, gemellina
Solimano

sabrinamanca ha detto...

qui, ma immagino anche in Italia, nel mezzo dell'autobus ci sono due spazi riservati alle poussettes (spingette, in italiano, carino, no?)e si DEVONO tenere aperte perché sarebbe immprudente tenere in braccio bambini molto piccoli che potrebbero farsi male se c'è un incidente o una frenata brusca.
Io ne ho fatto l'esperienza con Juliette che mi é quasi caduta dalle braccia!
Io adoro l'autobus ma non lo prendo mai negli orari di punta e immagino che sia tutt'altra cosa.

annarita ha detto...

Nemmeno io vedo molte mamme griffate sugli autobus, sospetto che preferiscano girare per le vie di Roma con le loro scintillanti Smart, che sono molto glamour, dice la mia figlioletta modaiola. Di solito il tram invece ha degli spazi prici di sedili che probabilmente hanno la funzione spiegata da Sabrina, ma non ci vedo mai passeggini. Solo grappoli di adolescenti rintronati dall'I-pod a tutto volume. Salutissimi, Annarita.

mazapegul ha detto...

Eh, Roby, il comportamento che descrivi rientra nel genere "il mio angioletto". In nome e per il bene del mio angioletto posso fare tutto (e lui puo' fare tutto).
L'angiolettismo e' la teoria educativa piu' in voga in Italia, e governa anche la maniera con cui facciamo viaggiare gli angioletti nei bus.
Maz

Silvia ha detto...

La teoria "dell'angiolettismo" mi piace una mucchia. Una teoria applicata in ogni dove e in ogni momento e che arreca molti fastidi. Sarebbe meglio che i genitori portatori sani di questa teoria rimanessero a casa e facessero girare i loro angioletti da soli. Forse combinerebbero meno danni. Ho visto tanti bambini essere angioletti veri, purchè distantia dai genitori.