venerdì 20 marzo 2009

Sete

Amfortas


Insomma, papà non sta benissimo.
Ha qualche problema di cuore in senso cardiologico e probabilmente anche in senso lato, perché in troppi lo abbiamo deluso.
La sua malattia è la vecchiaia che, come si sa, è incurabile.
Oppure, vedendo le cose da un altro punto di vista, è una malattia che a un certo punto scompare.
Si guarisce, diciamo.
Quando lo porto dal medico, com’è successo ieri, spesso sta meglio.
Con i medici minimizza, con me o mio fratello drammatizza.
Non per nulla è melomane.
Ieri, il mio amico cardiologo gli ha comunicato che sta decisamente meglio di un mese fa.
Papà ha citato la Traviata: La bugia pietosa a’medici è concessa.
Ma vaffanculo.
Tornando a casa, in automobile, ascoltavamo il Don Giovanni.
Avevo sete, ma non c’era alcun eccellente Marzimino, ammesso che il vino plachi la sete. Solo una bottiglia d’acqua. Ho fatto un sorso lungo.
“Passami la bottiglia”- ha detto.


6 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi sei mancato. Così solo tu.
A volte quando giro e mi affanno e corro da una parte all'altra per certo so che qualche parte un Am sta facendo la stessa cosa con gli stessi scazzi e le stesse paure.
Anche il mio Gerri fa così. Con me sembra che stia per morire e dice che è stanco. Lo porto dalla neurologa e tutto arzillo comincia a fare il galletto e dice che sta benone.

-Papà ma ieri mi hai detto che fai fatica a camminare...Non è vero. Cammino come sempre, cammino.
-Ma hai fatto una settimana senza appetito...Bè adesso mangio, abbastanza, cosa vuoi consumo poco...
-Ma mi hai detto che hai dovuto prendere le gocce per dormire...
Questa notte non le ho prese e ho dormito benissimo.

Signora, il papà sta benone. Direi di comtinuare con la terapia e ci vediamo fra sei mesi.

Fuori dall'ambulatorio:
-Bè papà direi che andiamo bene allora.
Ma va là! Mi sono dimenticato di dire che ho sempre male ai denti, che ci vedo doppio e che ho male a tutte le ossa. Chissà se arriverò a Pasqua.

Il Marzemino del 2007 l'ho aperto questa sera. Facciamo un brindisi ai nostri vecchi, dai.

annarita ha detto...

Che stretta al cuore. Il mio papà se n'è andato in silenzio cinque anni fa, nel cuore della notte, e mi ha lasciato un grande vuoto dentro. Però ripenso agli ultimi momenti trascorsi insieme, quando la malattia lo aveva privato del piacere di uscire, e chiacchieravamo nella quiete del salotto. Ho scoperto cose di lui che non immaginavo: modernità, profondità di pensiero, e tutto l'amore che non aveva mai espresso a parole. Sono ricordi struggenti che riescono ancora a farmi piangere. Mi manca.
Annarita

Anonimo ha detto...

Annina porco mondo, fai piangere anche me!

"ho scoperto cose di lui che non immaginavo: modernità, profondità di pensiero, e tutto l'amore che non aveva mai espresso a parole"

Questo è l'aspetto più importante e struggente. A volte ci si affanna alla scoperta e ricerca degli altri e non ci si accorge di ciò che ci sta accanto. Per questo io cerco di capire il suo mondo ogni giorno. A volte ciò che scopro non mi piace, ma sono affascinata dalla ricchezza che ne scaturisce.

Su, su che oggi è una bellissima giornata:) Un abbraccio forte.

Solimano ha detto...

Ho potuto seguire le ultime ore di vita di entrambi i miei genitori. Una esperienza dolorosa ma forte, incancellabile, che è bene che mi sia capitata. Ti chiedi, momento per momento, se sia stato l'ultimo respiro e sai che arriverà. Ogni tanto passa il medico che sente il polso e dice a bassa voce: "Si sta spegnendo".
Poi comincia il lavoro che non finisce mai: fare in modo che il ricordo di tanti momenti con loro sia fresco e presente in me. E' un lavoro bello, è la forma di vita reale che non sparirà se non con me. Non mi sono mai reso conto di quanto fossero dentro di me fino a questi ultimi anni. Non è nostalgia, è presenza assidua e mai rimossa, trovo un senso a tutto.

grazie Amfortas e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Mi hai fatto rivivere i momenti con mio padre quando era anche lui malato e quanto per me sia stato difficile vederlo così. Stava male, ma voleva esserci... Godeva di stare ancora con noi anche se non riusciva più a fare tante cose.
Ora c'è mia mamma che è ormai molto anziana e che cerca di essere forte... ma io so che non lo è.

Un abbraccio,
Giulia

Anonimo ha detto...

Mio padre mi manca tanto. Mi è mancato quando avevo più bisogno di conoscerlo e ora non posso che confrontarmi con fantasma. Mi è rimasto il ricordo degli ultimi anni, delle nostre difficoltà a capirci e ora nulla posso per superarle insieme a lui.
Mi piacerebbe avere genitori per cui provare quella tenerezza di cui parlate ma i miei non sono ( e non sono stati) cosi'; voglio loro del bene, questo si' ma non desidero spesso essere loro vicina.
Pazienza!