martedì 31 marzo 2009

La porti un bacione Firenze

Annarita

Sabato ho camminato sotto lo stesso cielo di Roby e di Elena.
Ebbene sì, sono stata a Firenze per una gradevolissima visita agli Uffizi, programmata da tempo, in compagnia del consorte e di un piccolo gruppo, ma soprattutto con una magnifica guida, la storica dell'arte che ha reso indimenticabile il nostro viaggio a san Pietroburgo dello scorso inverno.

Mentre ci aggiravamo per le strade, ho pensato spesso alle mie due amichette delle Stanze e mi son detta, magari stanno camminando a poca distanza da me!

Ci siamo goduti l'austera Ultima cena di Andrea del Castagno nel refettorio di sant'Apollonia, con la sua prospettiva e l'inquietante figura di Giuda in primo piano al di qua del tavolo, addirittura a sinistra del Cristo.

E poi abbiamo lasciato gli occhi dentro la Cappella dei Magi di Benozzo Gozzoli a palazzo Medici Riccardi, sulle stoffe e sugli ori, sui volti e sui particolari delle pareti affrescati, cercando di catturare tutto nei miserrimi cinque (dico CINQUE!) minuti concessi per la visita.

E poi la meraviglia degli Uffizi che si è dipanata sotto i nostri occhi in una esaltante galoppata dal Trecento al Seicento.

Il Maestro della Croce, Cimabue, Duccio di Boninsegna, Giotto... (e chi l'avrebbe detto che fosse sintattico, al contrario di quel paratattico di Cimabue?)

Maestà (Madonna di Ognissanti) 1310 ca.

e Simone Martini e Lippo Memmi in un tripudio di ori, con il magnifico e modernissimo gesto di ritrosia della Vergine
Annunciazione, 1333

e Lorenzo Monaco, rutilante di colori in una folladi figure

Incoronazione della Vergine, 1414

e Gentile da Fabriano con il suo ricco corteo e il birichino gesto del Bambinello

e Masaccio e Masolino in questa scultorea composizione, in cui Masaccio mostra i muscoli e ci dichiara apertamente di aver appreso e approfondito la lezione di Giotto

Sant'Anna Metterza, 1424

e Domenico Veneziano con il suo gioco di interni e esterni, di pannelli e di scalini

Pala di Santa Lucia dei Magnoli, 1440 ca.

e la serenità di Filippo Lippi, così lontana dall'inquietudine di Filippino

Madonna col Bambino e due angeli, 1465

e Antonio e Piero del Pollaiolo, con lo straodinario cappello, ornato dalla conchiglia dei pellegrini, che sembra sporgere dal pavimento di porfido

Pala del Cardinale del Portogallo, 1466-68

e il mirabile dittico di Piero della Francesca in cui tutta la cruda fisicità dei personaggi si offre all'occhio impietoso dell'osservatore

Dittico dei duchi di Urbino, 1472

e Sandro Botticelli e l'interpretazione neo platonica dei suoi soggetti...

La primavera, 1481-82

Pallade e il centauro, 1482

e il progetto mai compiuto di Leonardo, che ci lascia intuire un moto perpetuo di episodi collegati, densa metafora traboccante di significati simbolici

Adorazione dei magi, 1481

e l'austerità nordica di Hugo van der Goes, in un'opera ricca di allusioni e illuminata da una luce pallida, quasi lunare, con i ritratti impietosi dei committenti

Trittico Portinari, 1477-78

e il magnifico Michelangelo Buonarroti del gruppo algido e scultoreo, con la sua Vergine quasi virile dalla meravigliosa corporatura in torsione
Tondo Doni (Sacra Famiglia con san Giovannino), 1506-08 ca.

e il tenero Raffaello di questa tavola (gravemente danneggiata e le cui ferite si vedono ancora malgrado l'ottimo restauro), con la prefigurazione della passione nel simbolo del cardellino

Madonna del cardellino, 1505-06

e Andrea del Sarto con la Vergine trionfante che impedisce l'apertura del pozzo dal quale uscirebbero le cavallette ritratte sul basamento, erroneamente ritenute arpie dal Vasari

Madonna delle Arpie, 1517

e i santi indiavolati di Rosso Fiorentino, che non piacquero al committente, con le loro arie crudeli e disperate...

Madonna dello Spedalingo, 1518

... e i colori accesi in un groviglio di vigorosi corpi nudi

Mosè difende le figlie di Ietro, 1523 (forse copia coeva)

e il magnifico Agnolo Bronzino nella penombra della Tribuna, con questo ritratto di maternità sottolineata dal ricco broccato dell'abito sul quale campeggia la melagrana, simbolo di fecondità

Eleonora di Toledo col figlio Giovanni, 1545

e il raffinato Tiziano con questa nuda bellezza che un po' si cela e un po' si offre, tra simboli d'amore (le rose e il mirto) e di fedeltà (il cagnolino)

Venere di Urbino, 1538

e la forza drammatica di Caravaggio, in una insolita versione d'arme. Infatti faceva bella mostra di sé al braccio di un'armatura orientale nell'Armeria medicea, quel fiero Gorgone, e crudo cui fanno horribilmente volumi viperini squallida pompa, e spaventosa à i crini

Medusa, 1595-98

e infine la potente furia di Artemisia Gentileschi, che in veste di eroina biblica si vendica del debole padre Orazio, non dell'aggressore Agostino Tassi


Splendida giornata, che altro dire? La pioggia si è cortesemente prodotta solo al momento della partenza e gliene siamo stati grati.

O.T. Roby e Elena, sono stata nella farmacia di via Calzaiuoli, vicinissima a piazza della Signoria, e mi è stato fatto notare che bell'uomo fosse il farmacista. Avete la mia parola che non me ne sono accorta, son stata presa in giro per il mio cieco amore coniugale mentre invece il consorte rideva sotto i baffi e la barba, sostenendo che mi schermissi davanti a lui. Facciamo così, andate da quelle parti e gettate un'occhiata di ammirazione pure da parte mia. ;-))

8 commenti:

Silvia ha detto...

Grazissime:) Un post bellissimo, come quello sugli specchi fatto da Solilmano a casa di Haba.
Veramente una goduria:) SMACK! Che rende meglio l'idea.

Habanera ha detto...

Ma che meraviglia, Annarita!
La qualità delle immagini è perfetta e la descrizione di ogni singola opera affascinante.
Che immensa gioia per i miei occhi. Grazie!
H.

Ermione ha detto...

Ma come hai fatto a vedere tutto questo ben di dio in un sabato? O anche in un solo sabato e domenica?
Che splendore...io poi sono assolutamente estasiata dall'Andrea del Sarto; ma come si fa, qui è tutto così unico. E la sindrome di Stendhal è sempre dietro l'angolo.
Fammi cantare:
Io porto il tuo bacio a Firenze
e da Firenze tanti baci avrai

Ermione ha detto...

Dimenticavo: domani vado subito a lumare il farmacista di via Calzaioli, magari vale la pena.

Silvia ha detto...

Il mio farmacista è tanto, tanto gentile ma è bruttino, proprio bruttino:((

Solimano ha detto...

Annarita, cinque minuti per Benozzo Gozzoli... come si fa? Ti consiglio di guardare le magnifiche immagini che ha la Web (a cui ti sei messa a fare concorrenza) per gli affreschi di Palazzo Medici Riccardi, così sai meglio dove guardare. E' il guaio di Firenze: troppa gente (giustamente).
Si cambia, nel tempo. Adesso, mi fermerei a lungo davanti all'Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano, al trittico di Hugo van der Goes, al Rosso Fiorentino, a Domenico Veneziano e ad Artemisia.
Certo che Cimabue, a sentirsi dire del paratattico, si seccherà. E' una applicazione furbesca di un giudizio letterario alla pittura. Preferisco il vecchio Berenson con i suoi valori tattili.
Dal farmacista molto bello non sono interessato, a meno che faccia lo sconto sui farmaci.

grazie Annarita e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Che meraviglia Annarita, grazie perchè davvero fa bene agli occhi e all'animo. Quando sono andata anche io, ho pensato che avrei dovuto tornarci con calma, molta più calma, ma per adesso non l'ho ancora fatto.
Baci
Giulia

mazapegul ha detto...

In effetti la Giuditta ha un'aria molto men che santamente soddisfatta, intenta al suo lavoro di macelleria; e tu ora me ne spieghi il perché.
Maz