venerdì 2 gennaio 2009

Il nagottino d’oro

Giuliano

A Milano e dintorni, “niente” si dice “nagòtt” . Ne consegue che “il nagottino d’oro” è un nientino, cioè nulla: ma d’oro. E’ un modo di dire che mi è sempre piaciuto molto, lo si dice in senso affettuoso o con ironia, comunque sempre scherzando: «bravo, hai vinto un nagottino d’oro», e simili. Gianni Brera, che era molto fantasioso, ne faceva risalire l’etimologia a qualche influsso tedesco (austriaco o longobardo, chissà): per lui “nagòtt” era “kein Gott”, nessun Dio. Ma è un etimo un tantino improbabile, più facile che la parola venga da goccia, come dimostra la variante “nagotta”, che significa la stessa cosa e che non è tanto una declinazione al maschile o femminile ma piuttosto una variazione eufonica, legata alla metrica della frase che si sta dicendo.
Il “nagottino d’oro” mi è tornato in mente adesso che la stagione dei regali sta finendo (c’è ancora la Befana, pazienza). Non che io sia tirchio, come qualcuno insinua, è che a me piace fare regali ben pensati e calibrati su misura: alle volte il destinatario rimane perplesso, ma poi il regalo piace (beh, non sempre ci riesco). Sotto le feste, “ti ho regalato un nagottino d’oro” (un nagutìn d’or) , è un’espressione del genere di quelle di prima, sempre usata in senso scherzoso-affettuoso, a meno di non essere proprio malvagi nel profondo dell’anima: e di solito la frase è seguita dall’offerta del regalo, fin lì tenuto nascosto.
Tutto questo per dire che non solo io non amo i regali costosi, ma che è proprio il fatto che siano d’oro, o di diamanti, o di perle, a rendermi antipatica l’idea. Di solito in un gioiello io guardo l’idea, il disegno, se sta bene addosso a chi lo porta, eccetera; il materiale di cui è fatto per me è secondario. Meglio un bell’anello di bigiotteria che un monile d’oro brutto, insomma: questo è quello che penso io, ma poi so che il mondo non va così e che è piuttosto vero il contrario.
Che dire? Che da qualche anno non mi capita più di essere coinvolto in regali impegnativi, e ne sono contento. I regali si fanno tutto l’anno, per fare un bel regalo c’è sempre tempo. E, soprattutto, trovo insensato spendere una caterva di soldi per un braccialetto d’oro ad un battesimo (cosa se ne fa un neonato?), o per una dozzina di rose col gambo lungo ad un onomastico (quando ho saputo quanto costavano sono stato male).
Personalmente, soprattutto quando si è in coppia, penso che piuttosto che spendere soldi in un braccialetto d’oro o in un mazzo di rose sia meglio tener da parte i soldi, aggiungervi qualcosa, e poi farsi una bella vacanza. Ma così facendo ho riservato delusioni infinite ad alcune signore o ragazze, e sono ancora molto perplesso al riguardo, anche dopo anni (decenni, in qualche caso). E’ anche per questo che la storia del nagottino d’oro continua ad essermi molto simpatica: ma io sono Vergine con ascendente Vergine, segno di Terra quanto mai potente, direi che non faccio testo – voi continuate pure a fare come più vi piace...

6 commenti:

Solimano ha detto...

Giuliano, punto primo, io non credo assolutamente all'astrologia, si tratta di un fracco di balle.
Punto secondo, io sono un Ariete, e noi Arieti siamo centripeti, quindi non vediamono gli ostacoli e corriamo i 110 ostacoli come fossero i 100 piani, una serie dolorosissima di botte alle ginocchia, però al traguardo ci arriviamo. Siamo centripeti anche nei regali, io tendo a regalare regali che mi piacerebbe ricevere: libri, CD, DVD.
Però difendo le rose rosse col gambo lungo un metro. Se ne regalano una o tre, ma non per onomastici, compleanni, anniversari (tutte balle come quelle astrologiche), ma di sorpresa, quel che il cor mi ditta dentro vo significando (o pressapoco).
Il regalo obbligato è un obbligo regalato e nessuno ama gli obblighi, neppure se regalati.
Ma noi i rapporti li chiamiamo legami, contenti di chiamarli legami, e quindi... avanti c'è posto! Specie per i regali che hanno un valore venale, è una piccola ma tangibile compensazione della cattiva intenzione. Se la gente cominciasse a dire piacciamo vederci invece del solito dobbiamo vederci sarebbe meglio per tutti.
Ma esiste l'amore comandato, come scrisse Alessandro Manzoni (Scrittore italiano dell'Ottocento).

saludos
Solimano

Roby ha detto...

Sono lieta di comunicare con una punta di legittimo orgoglio all'uditorio tutto che io (Ariete come il mio gemellone Solimano, ma con ascendente Pecora-spaurita o Coniglio-timoroso) non ho mai dato importanza alcuna al gioiello d'oro, d'argento o di altro prezioso metallo, preferendo di gran lunga che l'altra metà della mia coppia mi "regalasse" una parte (non meno di 16 ore su 24, se possibile) del suo tempo.... cosa -ahimè- più rara del platino, del titanio o del plutonio!!!

Però... una bella rosa rossa, che giunge improvvisa... magari con un romantico biglietto... (sospiro!)

[;->>>]

Roby

PS: post su cui riflettere, come sempre quando si tratta di Giuliano.... baciotti!!!!

Anonimo ha detto...

Io appartengo alla categoria alternativa, quella deleteria del bricoleur. Non solo il regalo deve essere dedicato e pensato altrimenti non lo faccio, ma lo costruisco io stessa, se ho tempo. Imbrattando tele per diletto, ai malcapitati regalo superfici colorate anche di un metro quadro e oltre. Di solito ho già osservato l'abitazione del destinatario con molta attenzione e quando lo scarta aggiungo: devi metterlo là.
Per farla breve credo che sia una bella sfortuna avermi come soggetto omaggiante:) Anche perchè sono costretti dal loro senso di rispetto porelli, a tenerli appesi per anni e anni...
Per quanto riguarda i gioielli, li adoro purchè siano di squisita fattura. Il mio stilista preferito è Bulgari perchè mediamente produce cose a mio avviso stupende, ma di possederli (a parte l'impossibilità economica) non me n'è mai importanto nulla, tanto che io non posseggo oggetti di particolare valore, poche cose di famiglia che hanno una valenza affettiva e dalle quali non mi staccherei mai. Ma non posso esimermi dal soffermarmi davanti ad alcune vetrine che espongono belle cose, come un antiquario, un negozio di arredamento, di casalinghi, di abbigliamento. Infatti, ogni volta che vedo una cosa "dedicata" la compro anche se non ci sono feste o ricorrenze. Perchè non è facile trovare l'oggetto giusto al momento giusto.
E per quanto riguarda la bigiotteria, che ne esiste di squisita fattura, a volte costa molto di più di un prezioso. Ma molto di più, tanto che rimane dov'è:)
Scorpione asc.leone se questo può significare qualcosa:)

Anonimo ha detto...

Boh io di astrologia so solo che sono Gemelli, ma chi se ne intende dice che non potrei essere più Gemelli di così, lasciandomi sempre una spiacevole sensazione di presa per il culo che riconosco anche se non m'intendo d'astrologia.
Sui regali racconto solo questo aneddoto, che è di ieri sera.
Ho già detto che l'unico beneficiario di doni per Natale è stato mio nipote di nove anni.
Gli ho regalato un libro che ho scelto con cura, I racconti da Shakespeare a fumetti, una bella edizione Fabbri.
Ieri ho chiesto al piccolo mostro cosa avesse ricevuto per Natale e mi ha risposto la Nintendo seguita da una sigla che non conosco.
Altro?
No, mi ha detto.
Ecco.
Poi, in altre occasioni, mi limito a regalare collane di perle di saggezza, di solito allevate perché lette in giro e mai praticate perché non sono un buon esempio per nulla.
Probabilmente perché sono dei Gemelli...

Giuliano ha detto...

Non dico di plastica, ma alle volte ci sono delle scatole di cartone che faccio molta fatica a buttar via. Il cartone quando è bello è bello, e certe scatoline che si aprono e chiudono alla perfezione sono più belle di tanti regali costosi (poi non si sa cosa farsene, delle scatole e dei cartoncini, ma averli tra le mani a me piace).
Lo dico perché una volta uno dei miei nipoti, quand'era piccolo, a Natale ha mollato tutto e si è messo a giocare con lo scatolone che aveva contenuto una cyclette. E aveva ragione, era un gioco bellissimo e l'ho guardato con molta invidia.

Giuliano ha detto...

PS: ovviamente quello che c'è scritto nel post si riferisce a fatti veramente accaduti.
Come dissero i Soft Machine nel loro secondo lp, "Dedicated to you (but you weren't listening)".
(Dedicato a te - che non stavi ascoltando)