martedì 30 dicembre 2008

Tutti insieme appassionatamente

Dario

Tra film nuovi e vecchie riproposte televisive sono giorni che in famiglia, liberi da ogni vincolo orario, andiamo avanti al ritmo di uno, due film serali. Ieri è stata, però una giornata particolare. Avevamo di fronte il solito accavallarsi di appuntamenti (le "strane" coincidenze di una pessima programmazione televisiva) su canali diversi: Il castello errante di Howl e Big Fish - Le storie di una vita incredibile.
Abbiamo allora iniziato a discutere su cosa vedere (anzi rivedere), analizzato tutte le varianti (dalla scarsa qualità di ricezione di Rai Tre alla bulimia pubblicitaria delle reti Mediaset) e alla fine, non nego con mia soddisfazione, ha prevalso il film di Burton.

Ho da subito amato Edward Bloom, questo piccolo Omero joyceiano che fa della vita magia, del racconto sogno. Le sue avventure hanno multipli piani di lettura e non disdegnano di passare dal grottesco semi-pecoreccio (la nascita del figlio Will, la morte del promesso sposo di Sandra) all'irreale-metafisico (l'incontro con la donna del lago, la città di Spectre). Nella Storia di Bloom c'è l'America: la forza, la debolezza, il pantagruelismo di un sogno (incubo?) che credo sia appartenuto a buona parte degli uomini di questo pianeta.

Naturalmente oggi vedremo il divx del film del maestro Miyazaki (l'altro mi mancava) :-P


5 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutti e due ottimi film... Ciao, Giulia

Roby ha detto...

Oddio, ma dov'ero l'altra sera???
Me li sono persi entrambi!
Devo rimediare anch'io con i dvd!

Ciao, Dario, e BUON ANNO!!!!!

Roby

Dario ha detto...

Giulia cosa avresti scelto?

Roby cercavi prelibate e sane verdure? :-)

Buon Anno a tutti :-)

Solimano ha detto...

Tim Burton lo conosco poco, ma quel poco mi è piaciuto. Dovrò approfondirlo per il blog del cinema.
L'incubo, più che negli americani, ancora capaci di grandi sogni, lo vedo nelle imitazioni maldestre e spesso in malafede fatte in certi paesi, specie il nostro. Perché non si possono fare le nozze con i fichi secchi, trascurando due aspetti specifici: gli americani amano la concorrenza e non sono perdonisti. Guarda un po' i nostri...

grazie Dario e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Bel film, purtroppo non sono riuscita a vederlo fino alla fine, ma quella vecchietta mi era davero simpatica. Infatti mi sono ripromessa di noleggiarlo.