lunedì 17 novembre 2008

L'amore intelligente

Solimano

Ho completato il primo libretto nella Bibloteca di Stanze all'aria. Si tratta di L'amore intelligente ed è accessibile in fondo alla Home page nella lista di link attualmente intitolata "Libricini, libretti, libroni e diario in rete". Mi è occorso un po' di tempo perché,oltre ai testi, che avevo già scritto e che ho voluto rivedere, ho deciso di corredare ogni post di immagini e precisamente:

L'amore nei Baci Perugina di dieci immagini del Fragonard galante.
Tradimento! di quattro immagini tratte dalle xilografie di Gustave Dorè dedicate all'Orlando Furioso.
Cavalieri erranti e accoppiamenti giudiziosi di quattro immagini tratte dagli affreschi di Giandomenico Tiepolo nella Villa Valmarana ai Nani vicino a Vicenza.
L'amore cattivo di tre immagini di Isabelle Adjani nel film Adele H di François Truffaut.
L'amore perfetto di tre immagini tratte da un quadro di William Hogarth della serie Il matrimonio alla moda.
L'amore imperfetto di tre immagini di Liv Ulmann e Erland Josephson nel film "Scene da un matrimonio" di Ingmar Bergman.
L'amore cronico di due disegni di Heinrich Kley, di cui è anche l'immagine di questo post, col titolo "La moglie di Putifarre".

Perché "L'amore intelligente"? Perché a volte mi viene il sospetto che ci siano più galline intelligenti che amori intelligenti. E perché l'amore è l'unico argomento su cui si raccontano più bugie che in politica. In giro per la rete, trovo discussioni serissime di un umorismo involontario che mi divertirebbe, se non sapessi che in amore si può soffrire molto. Il mio principale riferimento su questo tema è Henry Laborit.

Perché scrivo questo post? Per far conoscere quello che ho scritto, e non ci vedo nulla di male, ma anche per far conoscere in pratica una modalità di scrittura in rete nei suoi pro e nei suoi contro. Io mi ci trovo a mio agio, ma ognuno è in grado di valutare in base alle proprie esigenze. Le nostre priorità sono governate da un signore con cui è difficile fare i conti: il tempo a disposizione.
Un suggerimento. Ponetevi prioritariamente il problema della scelta e della gestione ottimale delle immagini. Una buona sinergia testo-immagini rende più attraente ciò che si scrive, e non si tratta di bellurie cosmetiche, è proprio la sostanza in ballo. Non è complicato, si tratta solo di una serie di piccole accortezze. Forse fra una settimana o due scriverò un post di servizio su questo tema, su cui sono stato costretto da Abbracci e pop corn a farmi un po' di pratica.

5 commenti:

Giuliano ha detto...

Caro Solimano, mi sembra che fosse Petrolini:
L'amore è facile
non è difficile
se ha da succedere
succederà.

Divertente, ma difettoso: troppo stringato, e poi manca tutta la parte che viene dopo. (e ovviamente Petrolini l'ha scritta e cantata, e s'accompagna da sè).

Fulmini ha detto...

Solimano (bella iniziativa, buon libro), non ricordo più chi ha scritto che si conosce solo ciò che si ama.

Anonimo ha detto...

Mi soffermo solo, per il momento, sulla questione delle immagini.
È vero ciò che scrivi, non è solo questione estetica e molto spesso una bella foto (o altro) è parte integrante di uno scritto in rete: anzi, spesso è la parte migliore, mi verrebbe da dire :-)
Racconto un piccolo aneddoto: sino al 2001 non sapevo che Google avesse anche una sezione dedicata alla ricerca di immagini, e questo la dice lunga sulla mia dimestichezza informatica :-)

Solimano ha detto...

Prima o poi lo faremo un bel dibattito sull'amore, proprio un dibbattito, con moderatore e tutto.
Perché si sgattaiola, si svicola, si dicono beceritudini o sublimità, pur di non dire le cose come stanno soprattutto a se stessi, ma in fondo lo si sa, a partire dalla assurda pretesa che se si ama una persona quella debba amare noi.
Mi offro per una Solenne Introduzione che titolerò:
Perché Samantha aveva ragione a dirmi NO e come avrei dovuto comportarmi perché il suo NO si cangiasse in SI.
Tutte cose vere, acclarate, vi farò piangere, ma anche il caso Deborah andrà investigato.
Immagini. Piatto ricco mi ci ficco. Esiste una iconoclastia dei letterati ed una inconoclastia anche dei cinefili, che è un assurdo in termini. E dei critici d'arte. Quando uscirono I Maestri del Colore dei Fratelli Fabbri, tutti i sopracciò a criticare perché le immagini avevano due difetti: erano grandi ed a colori. Ma dai! Un bel discorso è quello delle immagini in Google: che fare per mostrarsi, senza usare l'arma gnoccologica (che tanto ce le hanno tutti, le immagini delle gnocche, è come non averle)? E' una bella sfida, e si può anche vincere per un motivo: grafici abilissimi ci sono, però in genere sono ignorantissimi. Un pochetto, un pocolino di cultura ogni tanto serve: alla potente Dea Google occorre dare qualche ragione perché ci ascolti, oltre ai quattro soldi del contatore PRO. A volte è frustrante, più spesso è divertente.

grazie e saludos
Solimano

annarita ha detto...

Bello! Ci vorrebbe più tempo per leggere tutto. Salutoni.
Annarita