venerdì 7 novembre 2008

Il governo contro i suoi servitori

mazapegul

Il governo in carica cavalca la tigre del populismo contro i suoi servitori: postini, impiegati ministeriali, giudici, maestre e ricercatori. Con le maestre ha sbagliato bersaglio, commenta la mia amica Giovanna, perchè tutti ricordano la propria maestra, e in genere il ricordo è buono.
Più interessante, comunque, è fare la lista dei servitori dello Stato che non sono stati presi di mira: militari, poliziotti, guardie carcerarie. Nessuno ha detto che anche tra i carabinieri il crimine non è sconosciuto, che sacche di pigrizia s'annidano nella polizia, che l'esercito -nascosto al vaglio della pubblica opinione- non è immune al cancro della corruzione e alla tisi di nepotismi e raccomandazioni.
Si configura così uno Stato un po' sinistro: coi poliziotti e i carabinieri dotati di vasti poteri (e i giudici, da cui uno si presenta con l'avvocato, in un angolo oscuro), con l'esercito a fare da rinforzo, e gli altri -i maestri, i ricercatori, gli impiegati delle poste- a formare una massa riottosa con cui usare il bastone e la carota (chiodata).

7 commenti:

annarita ha detto...

Uno scenario che fa venire i brividi e purtroppo ogni giorno ci svegliamo domandandoci che cosa ci potrà capitare fra capo e collo. Che tristezza! Comunque buon fine settimana.
Annarita

Barbara Cerquetti ha detto...

Non sono in grado di dire come stanno le cose a livello nazionale, come sia giusto agire o meno.
Credo che in tutte le categorie del mondo ci siano degli individui parassiti e degli individui in gamba, siano essi maestri, carabinieri, impiegati o postini.

Per quello che è la mia esperienza io vivo in una piccola città di provincia dove ci si conosce un po' tutti e ho un amico che fa il poliziotto.
Ai miei occhi tutti compiti di cui si occupa sono ingrati, perché per il mio carattere non sarei capace neanche di fare una multa per divieto di parcheggio se mi trovassi di fronte il classico guidatore che alza la voce (salvo poi torcermi le budella per tre giorni perché non sono riuscita a farmi valere). Tra le varie cose che gli sono toccate, più di una volta è dovuto andare nel cuore della notte a casa di persone i cui familiari avevano avuto incidenti d'auto, per avvisarli dell'accaduto. Questo io non lo farei per tutto l'oro del mondo, me lo sognerei nei peggiori incubi finché campo. Lui lo fa per uno stipendio statale. Io ho tantissimo rispetto per lui e non vedo le forze dell'ordine come qualcosa di inquietante.
Poi, boh!, forse nelle grandi città sarà una situazione diversa...

Solimano ha detto...

Le osservazioni di Barbara mi sembrano giuste, anche se conosco Màz e non intendeva certo fare una segmentazione buoni/cattivi.
Però ci sono alcune parole che per molti hanno un suono spregiativo: poliziotto, bottegaio, venditore.
E' un portato sciocco, autolesionistico, supponente e pure un po' bigotto, di una certa sottocultura che privilegia i campi e le fabbriche, senza aver mai lavorato né in un campo né in una fabbrica.
Per cui, quando sento dire: "Berlusconi è un venditore", dico: fosse quello il problema, Berlusconi è un venditore ottimo, ed è un mestiere difficile e necessario. Invece dico: "Berlusconi è un monopolista" e dico tante altre cose che mi indignano spero lucidamente.
Ma il tema che introduce Màz è importante per certi motivi, e ne metto uno grave sul piatto: i conti con ciò che successe a Genova nella Caserma Bolzaneto non sono stati fatti e i responsabili sono stati promossi ed hanno fatto carriera. Esistono prove ignoppugnabili e non smentibili, e Bolzaneto è un episodio gravissimo per la democrazia reale e anche per quella formale.

garazie saludos
Solimano

mazapegul ha detto...

Cara Barbara, se la stampa governativa se ne uscisse un giorno sì e l'altro pure con frasi del tipo "papponi in caserma", poliziotti e militari, giustamente, se la prenderebbero a male. Se il ministro della funzione pubblica si permettesse di dire che i militari sono codardi, la crisi per lo stato sarebbe grave.
"Papponi in cattedra" era il titolo di Libero una decina di giorni fa, e le dichiarazioni dei ministri contro i servitori dello stato (insegnanti, ricercatori, magistrati, impiegati...), anche molto offensive e avvilenti, sono all'ordine del giorno. Tutti i servitori dello stato sono nel mirino, tranne quelli (che sono né meglio, né peggio degli altri, e che hanno tutto il mio rispetto) in divisa.
Io ne deduco un'idea di stato e di giustizia. Uno stato che s'incarna nei suoi funzionari in uniforme, e una giustizia a due velocità: la velocità per poveri, con procedure extra-giudiziarie e senza il diritto alla difesa, e la velocità per ricchi, amministrata da magistrati impauriti e ammansiti. I segnali ci sono già: tutta una serie di misure amministrative, procedure d'urgenza, detenzioni senza processo (come nel caso degli immigrati clandestini), database che vengono riempiti di dati senza che nessun magistrato possa metterci naso. Uno scenario inquietante (e te lo dice uno che è tutt'altro che estremista e antistato).
Ciao, Màz

Giuliano ha detto...

I dialoghi usciti in questi giorni, quelli registrati tra polizia e "studenti col bastone", sono inquietanti.
Ho avuto anch'io un cugino che faceva il vigile, per molto tempo quando vedevo un vigile urbano provavo un moto di simpatia. Adesso no, adesso non ci sono più i vigili urbani, ci sono gli "ausiliari della sosta" e la "polizia locale", e soprattutto ci sono le videocamere ovunque.

Penso che abbia molte ragioni Solimano, e sicuramente ha molta ragione Barbara quando sottolinea la differenza del luogo in cui si vive.
Forse è tutto il mondo che è saltato, bisognerebbe ragionarci sopra e cercare di capire che cosa è successo, ma temo che non sarà così.

Barbara Cerquetti ha detto...

Caro Maz,
io non penso che tu sia un estremista o un antistato.
D'altra parte non ritengo nemmeno Libero un giornale.
Sono d'accordo con Solimano sul fatto che bisogna far chiarezza e giustizia su quanto è accaduto a Bolzaneto (e a Federico Aldovrandi e in tanti altri casi).
Mi fanno un po' tristezza i ragazzi che dicono "sbirro" come se fosse la peggiore delle offese, ma se vedo qualcuno che si approfitta dell'uniforme per compiere un sopruso mi indigno anch'io.
Non credo che tutti gli statali siano dei privilegiati "mangia a sbafo", ma mi sembra che comunque qualcosa che non funziona in questo settore ci sia, e che sia imputabile a decenni e decenni di malcostume protratto da tutte le fazioni politiche (anche a livello comunale!) che è impossibile cancellare con un colpo di spugna in sei mesi.
Credo che questo governo pecchi di faciloneria, di superficialità e tante altre cose, ma l'insoddisfazione su cui fa leva c'è veramente.

mazapegul ha detto...

No, Barbara: non penso che tu pensi... (insomma, hai capito). Anche io sono dell'idea che le forze dell'ordine meritino il piu' grande rispetto (come del resto i lavoratori in genere). Quello che m'inquieta e' la tendenza a delegare alle forze dell'ordine dei compiti che, per antichissima tradizione dello stato di diritto, sono invece propri alla magistratura; o di non avere il controllo dei magistrati su cio' che fanno le forze dell'ordine -o altri centri amministrativi ed esecutivi dello stato.
Oggi queste cose, piu' forbitamente e con dovizia di esempi, e con accenti piu' allarmati dei miei, le scriveva D'Avanzo su Repubblica.
Del resto, come si fa quadrare la necessita' di mantenere l'ordine (e anche lo stato di paura del paese), con quella -apparentemente contraddittoria- di liberari i ricchi e i potenti dal controllo dei magistrati?