sabato 8 novembre 2008

Giovanni Bellini a Roma

Annarita

Uno dei numerosi vantaggi che offre la vita a Roma è la possibilità di trovarsi sempre al centro di grandi manifestazioni e varie attività.
In questo momento mi riferisco in particolare alla bellissima mostra che dal dal 30 settembre 2008 all'11 gennaio 2009 è ospitata nelle vaste sale delle Scuderie del Quirinale.
"Che spettacolo, quando si farà, una mostra completa di Giovanni Bellini" ebbe modo di dire nel 1946 Roberto Longhi, come è riportato nell'esauriente catalogo.
E spettacolo è questa mostra che colpisce l'attenzione e cattura per la ricchezza e la bellezza delle opere esposte, un gustoso excursus nella lunga e onorata carriera del genio veneziano.
Opere incastonate in strutture di un opulento rosso porpora, sapientemente illuminate al punto di balzare fuori dalle loro nicchie nella penombra delle sale.
E siamo andati e venuti da una sala all'altra, senza fretta, in un grigio pomeriggio con le luci che si accendevano, donandoci uno splendido panorama di Roma verso sera, dalle vaste finestre e dalla scala completamente circondata di vetri che porta di nuovo al piano terra verso l'uscita.
Un pomeriggio ai limiti della sindrome di Stendhal, con il catalogo ben stretto sotto braccio.
Vorrei affollare di immagini quest post, ma non posso. Ne scelgo una sola, bellissima, anche per motivi sentimentali.
È il quadro di Bellini che mio marito predilige e non manca mai di vedere in ogni visita alla Galleria dell'Accademia di Venezia.

Madonna con il Bambino e due Sante (lascito Renier)
fine anni'80/inizio anni '90 del '400
Galleria dell'Accademia, Venezia

5 commenti:

Roby ha detto...

Se per caso mi fosse rimasto qualche dubbio, adesso è svanito: devo assolutamente tornare presto a Roma per visitare questa mostra!!!
Anche se, leggendo il vivido post di Annarita, mi sembra di averne già avuto un'anteprima... Quella porpora, la penombra e le opere che sembrano balzare fuori: splendido!

Baciotti

Roby

Anonimo ha detto...

Devo assolutamente venire a Roma anch'io... Giulia

Anonimo ha detto...

Dovrei essere presto a Roma, mi sa che non posso mancare questa mostra.
Ciao!

mazapegul ha detto...

Già, il Bellini! Grazie per il promemoria!

Solimano ha detto...

Giovanni Bellini è un caso unico nella storia della pittura: dipinge per sessant'anni filati, sempre ad alto livello, e mostrandosi curioso fino all'ultimo di quello che gli succedeva attorno: suo padre Jacopo Bellini, Mantegna, Piero della Francesca, Antonello da Messina, Giorgione....
Cambia, ma resta anche coerentemente se stesso.
A Brera è ben rappresentato, ed è una meraviglia vedere i suoi quadri vicini a quelli di suo cognato Mantegna, da lui diversissimo, in particolare il Cristo morto del Mantegna e la Pietà di Giovanni Bellini con la magnifica cornice originale. Mantegna era un genio quasi impermeabile alle influenze esterne: parte a meno di vent'anni a Padova agli Eremitani e va avanti diritto e filato per la sua strada. Forse non aveva la fiducia in se stesso che aveva Giovanni Bellini, che tranquillamente faceva l'opposto, disposto ad imparare fino all'ultimo giorno. E' commovente, vedere i quadri di Giovanni Bellini fatti dopo gli ottant'anni, chi va a Venezia si guardi la pala di San Zaccaria e chi va a Vicenza ( molta gente in meno, ed è un peccato) si guardi quella di Santa Corona, con quel paesaggio che senti sulla pelle.

grazie Annarita e saludos
Solimano